“No al Piano di Gestione rifiuti della Regione Lazio”

27 maggio 2012 | 04:30
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“No al Piano di Gestione rifiuti della Regione Lazio”

Per la sua insufficienza la Provincia di Latina ricorre al Tar

Il Faro on line – Dalla Provincia di Latina riceviamo e pubblichiamo. “Prima di raccontare i motivi che hanno indotto la Provincia di Latina a impugnare davanti al Tar il Piano dei Rifiuti regionale, è bene ricordare che via Costa un Piano lo aveva giù presentato in Regione Lazio nel 1997, in seguito aggiornato in relazione all’individuazione delle aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti di trattamento e smaltimento nel PTPG nel sottosistema dei piani di settore, e deliberato infine dal Consiglio Provinciale con atto  n.15 il 03.03.08.

In coerenza con i principi introdotti dal D.Lgs.152/06 il Piano provinciale si conformava all’esistente pianificazione adottando criteri di trasparenza, efficacia, efficienza, economicità e autosufficienza della gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all’interno dell’ATO provinciale, nonché capace di  assicurare lo smaltimento dei rifiuti in luoghi prossimi alla produzione, al fine di favorire la riduzione della movimentazione.Insomma, un notevole e praticabile lavoro che inviato quale contributo della Provincia di Latina alla stesura del  Piano di Gestione rifiuti  della Regione Lazio,  non è stato preso neanche lontanamente in considerazione.Per questo il ricorso al Tar del Lazio sul Piano della Regione Lazio diventava l’ultima tappa percorribile per la difese degli interessi dei cittadini pontini.

Un ricorso declinato in 10 ineccepibili punti di forza che di seguito in sintesi proponiamo.Il piano viola i princìpi di matrice comunitaria, perché omette, tra l’altro di corredare la delimitazione operativa di un’adeguata motivazione frutto del processo istruttorio, fondato sulle valutazioni di merito degli elementi esaminati e descritti.Il piano precede l’attribuzione delle funzioni alle autorità d’ambito proposte all’attuazione delle prescrizioni del piano e a sanzionare l’inadempimento da parte dei comuni.
Il piano manca l’obiettivo e viola il principio della pianificazione, tradendone le finalità, laddove non fornisce alcun indirizzo destinato a disciplinare una gestione integrata dei rifiuti nel Lazio. Il piano disattende, ignorandolo del tutto, non menzionandolo nella sezione dedicata ai piani provinciali, il Piano approvato dalla Provincia di Latina.Il piano non definisce ancora con la puntualità richiesta i criteri per la localizzazione delle diverse tipologie d’impianto.
Il piano non è in grado di fornire alcuna prescrizione sulla programmazione di una gestione integrata.Il piano non risponde altresì al criterio di autosufficienza gestionale.Il piano regionale viola la direttiva 2001/42CE direttiva Vas.
Il piano viola il principio per il quale la discarica deve rivestire un ruolo residuale, tendenzialmente per i soli rifiuti inerti e i residui delle operazioni di riciclaggio, recupero e valorizzazione.
Il piano regionale viola i principi costituzionali in tema di lealtà e collaborazione tra enti istituzionali.“
Il Piano dei rifiuti della Regione Lazio – afferma il presidente Armando Cusani – non risolve i problemi nella Provincia di Latina e mantiene  in vita le discariche, che dovremmo invece chiudere e puntare a rifiuti “zero” in discarica.  Anche sulla raccolta differenziata segniamo il passo perchè non ci sono gli impianti, ad esempio, per il trattamento dell’organico, una frazione della raccolta differenziata.

Insomma, un piano incapace di reggere l’urto della delicata e urgente problematica e abbiamo l’impressione che punti diritto verso il commissariamento. Avevamo il dovere di opporci nelle forme previste dalla legge e lo faremo anche rivolgendoci alla Commissione Europea, perché risolvere il problema dei rifiuti non è soltanto un obbligo delle istituzioni che rappresentiamo, ma anche un segno di civiltà. Un obbrobrio grande quanto la discarica di Borgo Montello scritto all’interno del Piano dalla Regione Lazio è il passaggio dove si prevede che alla presenza di surplus rifiuti su Roma, questi saranno conferiti negli Ato di Latina e Frosinone. Una complicanza che va contro i principi comunitari, contro il codice dell’ambiente e contro la natura dell’uomo.