La distanza tra la gente e la politica

4 giugno 2012 | 04:03
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La distanza tra la gente e la politica

La manifestazione per la nascita di un nuovo movimento locale fa “saltare” la tradizionale assise domenicale di consiglieri comunali. Non è un segnale incoraggiante

Il Faro on line – Questa domenica è accaduta a Fiumicino una cosa imprevista. E’ “saltato” il solito “consiglio comunale all’aperto” che ogni Giorno del Signore caratterizza il trascorrere delle prime ore alla Madonnella fino al momento del desinare. C’era infatti un elemento di disturbo dello status quo, la manifestazione organizzata dal Movimento per la Gente. E la politica, tranne qualche sporadica presenza prima dell’inizio ufficiale delle danze, si è defilata. Atto di arroganza? Di paura? Indifferenza? Improrogabili impegni dal dentista? Ombrellone già prenotato con annessa paperella gialla? Quale che sia la motivazione, i politici hanno perso l’ennesima occasione per colmare almeno in parte quella distanza che c’è tra loro e la gente. Ed è proprio questo che non riescono a capire: più si allontanano, più la gente non li riconosce; eppure non è un principio morale, è un principio fisico. Ma visto che non siamo più ai tempi dove comunque alla fine si tirava a campare, la stessa gente si organizza. Sarà migliore di loro? Non possiamo dirlo, se non alla prova dei fatti. Ma certo quella gente esprime un’esigenza, che non cogliere è estremamente miope come atteggiamento.

Partiamo da un presupposto: di errori ne sono stati fatti tanti, ma questa Amministrazione ha anche fatto qualcosa di positivo. Non sta a noi fare l’avvocato difensore, e il nocciolo del ragionamento è proprio questo: nessuno ha avuto il coraggio di metterci la faccia per salutare la nascita comunque di un nuovo movimento locale (che vuol dire comunque pluralismo, opportunità, democrazia) sottolineando però come si siano fatte anche cose buone da non gettare alle ortiche e dalle quali ripartire discutendo insieme i possibili futuri obiettivi. In fin dei conti il vero spettro che aleggiava ieri mattina era quello di Equitalia (a proposito, in città stanno nascendo altri sportelli anti-Equitalia, con tanto di volantinaggio tra i cittadini), e non quello di via Portuense. Se solo fossero stati presenti se ne sarebbero accorti. Ma nonostante questo ci è tenuti ben alla larga dalla manifestazione, come se chi fa politica non debba comunque essere partecipe delle iniziative che nascono sul territorio.
Si dirà c’era il rischio di un tiro al bersaglio: B4a, porto turistico, viabilità: troppe frecce pronte a scoccare. Forse per chi rappresenta il vertice di questo Comune, che oggettivamente si sarebbe trovato in difficoltà nel caso di una raffica di accuse alle quali o avrebbe dovuto rispondere per le rime o avrebbe dovuto subire passivamente. Ma per tutti gli altri il discorso non vale, ed esserci sarebbe stato un atto di rispetto verso quei cittadini che, curiosi, stavano assiepati in una domenica assolata di giugno a sentir parlare di politica; e sarebbe stata anche un’occasione per testare con mano il sentimento popolare. Perché mica tutti quelli che stavano in via Coni Zugna erano iscritti al Movimento per la gente, e nemmeno tutti ci si iscriveranno. 

Fatto sta che il “consiglio all’aperto” non si è tenuto, ed è stato come il segnale che qualcosa di immutabile fosse mutato, di impensabile fosse accaduto. Quasi una profanazione di un luogo “sacro”. Con questo non vogliamo dire che il nuovo Movimento sia meglio degli altri né che tutti i politici presenti in consiglio comunale siano incapaci o peggio in malafede. Ci sono giovani di grande talento e attempati saggi consiglieri, come pure – diciamolo – saltimbanchi e arruffoni. Il punto non è fare la conta dei Giusti, a quello ci penserà qualcuno molto ma molto più in alto di tutti. Il punto era vedere, in un’occasione di confronto, come si sarebbe comportata la gente e come si sarebbe comportata la politica. Il risultato, ancora una volta, è stato foscamente illuminante: la gente c’era, la politica no.

Angelo Perfetti
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