La via crucis ambientale delle discariche a cielo aperto

23 giugno 2012 | 15:00
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La via crucis ambientale delle discariche a cielo aperto

Via Monte Solarolo simbolo di un’evidente carenza di gestione. E abbiamo anche “beccato” uno dei tanti che scarica in maniera non propriamente legittima
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Il Faro on line – Una via crucis ambientale: mobili in legno, pezzi di divani, materassi a go-go, materiali di risulta vari, sacchi di calce, resti di sfalci d’erba. C’è di tutto e di più lungo via Monte Solarolo, una strada di Fiumicino che possiamo far assurgere a “simbolo” di una situazione diffusa un po’ su tutto il territorio, da sue a nord. Ne prendiamo una “a campione” solo per parlare di un problema – più volte sollevato – ma che deve necessariamente trovare una soluzione per non diventare cronico al punto tale da non poter essere più governato.

L’elenco dei rifiuti che compongono tre diverse discariche abusive tutte sulla stessa strada, centrale (Isola Sacra) e di collegamento, è stato fatto andando a curiosare accanto ai cassonetti, dunque non in pertugi nascosti bensi’ proprio su strada. E’del tutto evidente che in questi casi è l’inciviltà di certi cittadini più che responsabilità del Comune la causa scatenante dello scempio che si evidenzia sotto i nostri occhi, ma il ragionamento da fare è più complesso.

1) Ormai è chiaro che se non si usa il “bastone”, non si va da nessuna parte. I cittadini onesti, quelli che tengono in casa i irifiuti ingombranti fino a che non si organizzano per portarli alla discarica o agli scarrabili organizzati dal Comune, non avrebbero alcuna difficoltà ad applaudire se fossero comminate multe salatissime a chi sporca; una, due, tre multe e poi la voce circolerebbe così veloce da far invidia al maestrale. E poi ancora controlli random, e chi sgarra paga. D’altronde se ci siamo riusciti noi a beccare quallcuno che gettava nei cassonetti ciò che nei cassonetti non avrebbe dovuto essere buttato (guarda il video) ci possono riuscire anche vigili urbani, guardie ambientali e associazioni di volontariato varie in collegamento col Comune. Peraltro abbiamo scoperto e documentato un piccolo illecito, praticamente nulla rispetto a chi usa le strade per disfarsi di ciò che resta nei cantieri o di un trasloco  casalingo; a fronte di un carrellino con un po’ di erba ci sono camion che scaricano un intero carico dentro o vicino ai cassonetti. A tutte le ore del giorno.Lo precisiamo perché non sarebbe giusto prendere quella singola persona come capro espiatorio di un problema più grande (anche se quello documentato è comunque un illecito, piccolo ma illecito), ma è un fatto che c’è troppa gente che utilizza il servizio di raccolta rifiuti in maniera totalmente improrpia, creando un danno all’immagine, un pericolo per la salute e un costo aggiuntivo per le tasche degli altri cittadini.

2) Il Comune dunque dovrebbe cambiare strategia, visto che quella attuata fino ad oggi è decisamente fallimentare. Continuare a far finta di niente servirà solo a far esplodere il problema in maniera devastante tra qualche anno. Siamo in Italia, non dobbiamo andare troppo lontano né con la memoria né con i chilometri per ricordare Napoli e la sua figura in tutto il mondo.

3) Va riconosciuto che il Comune, carente sotto questo profilo per lungo tempo, ha però oggi come oggi risolto alcune questioni: la riapertura delle discariche, l’utilizzo dellle isole ecologiche, degli scarrabili per i rifiuti ingombranti e tecnologici. Dunque ora gli strumenti ci sono, ma non tutti i  cittadini lo sanno (o forse qualcuno fa finta, e allora ancor più vale il discorso della stangata). Maggiore informazioni sarebbe auspicabile, con un voltantinaggio, con una macchina col megafono, tramite la stampa: qualunque cosa va bene purché la gente sia informata di come si fa a non sporcare.

Il sindaco più volte ha definito “sporcaccioni” i cittadini che utilizzano la strada come una pattumiera, salvo poi augurarsi di non dover multare nessuno in futuro confidando nella cresciuta cultura dei giovani. La cultura si fa col dialogo e l’insegnamento, certo, ma il controllo del territorio si fa con la prevenzione e la repressione. Sarà antipatico ma va detto: creare le condizioni per poter smaltire correttamente i rifiuti è stato fatto, ora va punito chi non lo fa. Con un’ultima sottolineatura: il Comune deve essere il primo esempio di virtù in questo senso, dunque deve per primo gestire meglio il servizio di raccolta, quello ordinario, così come la pulizia di viali e posti pubblic. E deve finalmente organizzare la raccolta diffeernziata, che davvero potrebbe essere il punto di svolta, anche culturale, dell’intera questione.Solo così il meccanismo funziona, altrimenti la mano dura avrebbe il sapore di una vessazione iniqua. E – visto come sta la situazione generale della raccolta e smaltimento – viene ildubbio che le megamulte manchino proprio a fronte di una carenza talmente evidente da non permettere di alzare lavoce più di tanto con i cittadini. Sia come sia, così non si va da nessuna parte. C’è bisogno di un cambiamente culturale e gestionale, di una presa di coscienza sia a livello di singoli cittadini sia a livello degli amministratori. Stiamo aspettando…
Angelo Perfetti