“Sgombero scuola Sagittario, intolleranza sociale di Comune, Municipio e polizia”

28 giugno 2012 | 15:00
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“Sgombero scuola Sagittario, intolleranza sociale di Comune, Municipio e polizia”

La denuncia di Sel: “L’Assessore non è stato in grado di individuare una mediazione o una soluzione alternativa per evitare questa grave situazione”

Il Faro on line – “Partito lo sgombero dell’ex asilo Sagittario, in viale Vega, occupato qualche giorno fa da circa 15 famiglie senza casa. A quanto risulta, le scene sarebbero anche state filmate, un reparto di polizia in assetto anti-sommossa ha trascinato con la forza gli occupanti fuori dall’edificio, tra questi molti bambini e donne incinta, provocando panico e terrore”.

Lo affermano gli esponenti di Sel in Tredicesimo Municipio, che condannano “questa metodologia autoritaria e violenta” e denuncia “l’incapacità di gestione” da parte del centrodestra che governa Comune di Roma e XIII Municipio, che, soprattutto attraverso la figura dell’assessore alle politiche sociali, Pace, “non è stato in grado di individuare una mediazione o una soluzione alternativa per evitare questa grave situazione”. 

“L’emergenza abitativa a Roma – spiega Sandro Lorenzatti, coordinatore Sel XIII Municipio – è un problema gravissimo e manca la capacità e la volontà da parte del centro destra di risolverlo, anche sul fronte degli sfratti: un emendamento presentato da Sel ieri, nell’assestamento di bilancio regionale, per creare un fondo di garanzia di 20 milioni a sostegno della morosità incolpevole, verrà certamente  stracciato dalla destra”.

“A Roma non esiste più edilizia popolare seria e sostenibile e ci sono oltre 250.000 case private sfitte, in virtù delle speculazioni di molti costruttori e  proprietari. Occorre una politica abitativa seria, quella che il centro destra non sarà mai in grado di mettere in campo: dobbiamo porre freno speculazione delle case sfitte e prevedere anche forme di acquisizione da parte dell’amministrazione e di affitto ad equo canone e porre freno anche alla inutile cementificazione del territorio, che crea edifici ma non case. Un primo passo potrebbe essere ad esempio la mappatura di tutti gli edifici pubblici non utilizzati, da mettere immediatamente a disposizione di chi ha bisogno”.

“Ma in ogni caso dobbiamo rifiutare la violenza ed opporci a chi usa le maniere forti solo con i cittadini più deboli e in difficoltà: non è tollerabile e accettabile un’amministrazione dura con i deboli e permissiva solo con i forti, come accade con quelli che continuamente e alla luce del sole commettono abusi edilizi e commerciali nel nostro territorio, senza ricevere alcuna sanzione”.