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Ostia e San Felice Circeo, assegnate due bandiere nere da Legambiente

Nel mirino il progetto del Waterfront e l'inquinamento delle acque. Presentati i risultati delle analisi sulla salute del mare laziale

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Il Faro on line – Ben dieci punti sulle foci dei corsi d’acqua del Lazio sono risultati “fortemente inquinati” ed altri tre “inquinati”, secondo quanto emerso dalla fotografia scattata con il monitoraggio dei biologi di Legambiente, dalla provincia di Viterbo a quella di Latina il sistema depurativo regionale presenta delle evidenti falle. Disservizi che vanno al più presto risolti come al più presto vanno fermati tutti i nuovi progetti che prevedano ulteriori ed ingiustificate colate di cemento sulle coste del Lazio. È questo il monito lanciato a conclusione della tappa laziale da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati. L’istantanea regionale che si evince dai risultati delle analisi dell’equipe di biologi di Legambiente è stata presentata questa mattina in conferenza stampa a Roma, presso la sede di Legambiente Lazio da Lorenzo Parlati, Presidente di Legambiente Lazio, Cristiana Avenali, Direttrice di Legambiente Lazio e Giorgio Zampetti, Responsabile Scientifico di Legambiente nazionale.

Nel litorale capitolino degli otto punti critici campionati in provincia di Roma, sette sono fortemente inquinati ed uno inquinato. Ecco dove sono stati riscontrati i valori batteriologici più alti che hanno decretato i punti come fortemente inquinati : nel comune di Santa Marinella, in località Santa Severa, presso il canale sul Lungomare Pyrgi all’incrocio con Viale Olimpo; nel Comune di Cerveteri, in località Campo di Mare, presso il Fosso di Zambra; nel Comune di Ladispoli, presso la Foce del Rio Vaccino; a Fiumicino presso la Foce del Tevere; nel Comune di Pomezia, presso il Canale su spiaggia di Rio Torto, in località Torvajanica, presso il Canale Lungomare delle Sirene sito ad angolo con Via S. Francisco ed in località Ardea, presso il Fosso Grande. Classificato come inquinato, il prelievo eseguito a Nettuno, in località Torre Astura, presso il Ponte canale Valmontorio. 

In provincia di Viterbo, nel Comune di Montalto di Castro, in località Chiarone, il prelievo compiuto presso la foce del Fiume Chiarone è risultato inquinato. Sempre nel Viterbese, nel comune di Tarquinia, in località Lido, valori batteriologici oltre la norma indicano che le acque sono fortemente inquinate. 

In cattive acque anche la provincia di Latina. Il prelievo realizzato a San Felice Circeo, campionato presso il Canale sulla spiaggia all’incrocio di Viale Europa e Via Gibraleon, è risultato fortemente inquinato. Nel comune di Gaeta, in località Sant’Agostino, l’esame delle acque presso il Torrente Lorgato indica valori batteriologici classificati come inquinati. Più grave la situazione a Formia, in località Gianola, dove le analisi effettuate presso la Foce del Rio Santa Croce segnalano la presenza di acque fortemente inquinate. Sempre in provincia di Latina, i biologi di Legambiente hanno campionato anche due spiagge che sono state segnalate dai cittadini come punti critici ma che hanno registrato livelli di inquinamento batterico entro i limiti di legge: la prima a Sabaudia, precisamente la spiaggia di Torre Paola e la seconda, la spiaggia di fronte a via Scipione a Formia, in località Vendicio.

“Da nord a sud il litorale e il mare laziale corrono troppi rischi, tra scarichi e cemento in spiaggia. –ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – L’inquinamento delle foci va affrontato con determinazione, le fognature miste vanno adeguate come i depuratori. Persi i fondi europei spostati sul debito sanità, bisogna trovare subito una nuova fonte di investimenti della Regione Lazio per le grandi opere per la qualità dell’acqua, per centrare entro il 2015 l’obiettivo di buona qualità delle acque. Le gestioni sono troppo spesso inefficaci, i costi aumentano ma la qualità rimane scarsa, per questo serve un controllo pubblico più forte, per tutelare la qualità di un bene comune così prezioso per la vita.”

Proprio per denunciare i fenomeni di mancata depurazione e di cementificazione del territorio Legambiente assegna oggi due bandiere nere, i vessilli della vergogna che attribuisce a chi si macchia di abusi e gravi mancanze ai danni del mare e delle coste italiane. La prima a San Felice Circeo, per la pessima qualità delle acque riscontrata nel canale che sbocca sulla spiaggia all’altezza tra viale Europa e via Gibraleon, dove le analisi dei biologi della Goletta Verde hanno riscontrato un forte inquinamento microbiologico, proveniente molto probabilmente da scarichi non depurati. Considerata la presenza del parco nazionale, ma anche l’enorme impatto antropico che in estate mette a dura prova questo splendido tratto di costa chiediamo che l’amministrazione comunale appena insediata affronti e risolva questo gravissimo problema, per puntare a far rimanere San Felice Circeo lo straordinario luogo che è.

La seconda al Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, per lo scellerato progetto del Waterfront di Ostia. Una colata di cemento lungo il litorale romano che andrebbe a sancire la fine di ogni speranza di riqualificazione del mare della capitale. Si tratta infatti di un regalo a chi vuole far esplodere altri milioni di metri cubi sulla costa, a totale disprezzo delle vere esigenze di questo territorio, già vessato da tante problematiche.

Nel Lazio, il viaggio di Goletta Verde non ha riguardato solo la qualità delle acque, ma anche la qualità complessiva del litorale. A partire da Ardea (Rm), dove Legambiente ha denunciato che nel Paese un reato ambientale su cinque si compie nel Lazio, nel 2011 ben 634 infrazioni accertate, ossia 1,7 al giorno, con una forte morsa dell’abusivismo edilizio sui territori più pregiati. A Ponza (Lt), Goletta Verde ha incontrato il nuovo Sindaco, per sottoporre all’attenzione dell’amministrazione un documento fatto di proposte, idee e iniziative da mettere in campo per trasformare l’isola in un avamposto sostenibile: Ponza può risorgere dalle macerie dell’illegalità del passato, la strada delle regole e della trasparenza imboccata è giusta, ora serve un forte slancio verso la sostenibilità e l’innovazione.

A Fondi (Lt) gli ambientalisti con un blitz nell’area dove è stato abbattuto l’ecomostro dell’Isola dei Ciurli”, hanno consegnato una bandiera nera all’Amministrazione chiedendo di aprire subito l’area ai cittadini e di stoppare la variante al PRG “salva-abusi” nei campeggi.

“Basta abusi e progetti di cementificazione, il mare e le coste del Lazio hanno bisogno di attenzione, di accessi liberi al mare e lotta agli scarichi illegali. – ha affermato Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio – Dagli abusi edilizi costieri, alle proposte di varianti su demanio, a nuove opere di cemento, fino all’assurdo progetto di nuovo water front per Ostia nella Capitale, nel Lazio sembra proprio si voglia divorare tutta la bellezza del nostro irripetibile paesaggio costiero, un valore unico ma anche una grande fonte di ricchezza per un turismo che è sempre più attento. Bisogna puntare sulla qualità e la sostenibilità dimenticando cemento e assurde concessioni. Il mare del Lazio merita questa attenzione, storia e archeologia si rincorrono sulle coste regionali che possono vantare un cospicuo patrimonio naturalistico, sono anche diverse le esperienze positive sulle quali puntare.”

Una sottolineatura, come detto, meritano le temperature dell’acqua rilevate dai tecnici della Goletta Verde, con i punti a Sabaudia (Lt) e Anzio (Rm) che arrivano a 30°C e tutti gli altri del litorale a sud della Capitale in cui le temperature sono comunque sopra i 25°C, prossime ai valori della torrida estate del 2003 quando il picco massimo venne registrato a Fregene con 30,5°C. Una evoluzione da tenere estremamente sotto controllo, insieme alle concentrazioni dell’ossigeno disciolto, per il possibile incremento di proliferazioni algali, come dimostra l’esplosione di mucillaggine in quel tratto di costa proprio in questi giorni.

“La situazione che hanno riscontrati i nostri biologi – afferma Giorgio Zampetti, Responsabile Scientifico di Legambiente-, rispecchia appieno il dato ISTAT per cui, con appena il 65%, del carico prodotto trattato, la performance depurativa del Lazio è tra le peggiori tra quelle delle regioni costiere del centro Italia, che in media riescono a coprire il 79% degli abitanti equivalenti e al di sotto della media nazionale che si attesta intorno al 75%. In tutto il Belpaese ci sono troppe falle nel sistema di depurazione, è per questo motivo – continua Zampetti – che le nostre analisi continuano a riscontrare diverse situazioni critiche, soprattutto in corrispondenza di fossi o canali o foci di fiumi. Un dato che, seppure relativo ad un monitoraggio spot, evidenzia una situazione che va risolta in tempi ormai non più rimandabili”.

Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione. – spiega Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del Coou – L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino.“Se eliminato in modo scorretto – sottolinea Mastrostefano – questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare”.

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