Il caso delle Salzare e il mistero del numero legale

9 agosto 2012 | 16:30
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Il caso delle Salzare e il mistero del numero legale

Con quali autorizzazioni le attivita’ abusive sono riuscite a ottenere l’allaccio alla fornitura di energia elettrica?

Il Faro on line – Nell’ultimo consiglio comunale, grazie al mantenimento del numero legale da parte dell’opposizione, è stata votata una delibera di intenti per “salvare” le attività artigianali e commerciali che insistono sui terreni dei settecento ettari dell’uso civico demaniale, attività svolte in manufatti abusivi non sanabili ai quali, in barba a leggi e decreti, si chiede di fornire servizi pubblici anziché agire contro tutti gli illeciti come prevede la legge e come già effettuato in altre zone (litorale). 

Viene il più che fondato sospetto che alcuni ad Ardea vorrebbero continuare a nascondere l’abusivismo edilizio e commerciale al limite del favoreggiamento, nonostante il nostro territorio sia ai primi posti in Italia per numero di illeciti ed irregolarità urbanistiche. 

Viene anche spontaneo chiedersi come mai, con quali motivazioni e con quali autorizzazioni la gran parte di tali attività commerciali abusive di quel territorio sia riuscita ad ottenere l’allaccio alla pubblica fornitura di energia elettrica. Intanto i “proprietari” dei stabilimenti che non potranno malgrado la delibera di intenti mai riaprire, chiedono un maggior controllo da parte delle autorità di ordine pubblico, che ad Ardea sono Polizia municipale, Carabinieri, ed Ufficio Commercio come invece è accaduto circa un anno fa nei confronti di varie attività commerciali sul lungomare. Alcune di queste attività a mare sono di proprietà o gestite da politici in carica in consiglio comunale o in giunta ma a tutt’oggi, stranamente, non è possibile conoscere l’esito degli esposti presentati. 

Chi se ne è occupato? Perché ancora non se ne sa nulla? Perché non è stato ancora preso alcun provvedimento? Come viene giustificato questo ritardo? Per ironia della sorte la minoranza ha mantenuto il numero legale, per continuare a mantenere questa ingiustizia e disparità tra i commercianti, pur essendo le attività commerciali sull’uso civico senza i requisiti previsti dalla legge e in spregio delle normative disposte dall’Ufficio commercio del Comune di Ardea. 

Ogni pubblico ufficiale, come i consiglieri nello svolgimento delle loro mansioni, e senza esclusione alcuna, venuto a conoscenza di qualunque forma di irregolarità, avrebbe dovuto onestamente ed immediatamente prendere le distanze ed anzi denunciare chiunque avesse violato le disposizioni di legge e qualunque altra persona potesse averlo favorito, assistito od aiutato in ogni modo, in una catena di complicità. 

Tuttavia votano e se ne compiacciono, pur avendo notato in aula, la presenza del comandante la stazione carabinieri di Tor San Lorenzo, il quale non sappiamo se abbia avvertito di quanto accadeva i suoi superiori del Comando compagnia di Anzio e della locale Tenenza di Ardea. In consiglio non è stato neanche letto dai relatori il dettagliato e scrupoloso resoconto a firma del geometra Mauro Rossi, responsabile dell’uso civico, che  scriveva che nessuna attività può essere espletata in quella zona. La relazione pro veritate fu inviata al richiedente comandante della municipale Francesco Passaretti, peraltro anche dirigente del settore commercio, incarichi che lo portano a ricoprire contemporaneamente le figure di controllore e controllato.  Nessuno dei votanti potrà mai dire: ”Io non ne conoscevo i risvolti”. 

Luigi Centore