I tentacoli della criminalita’ sul Lazio

25 agosto 2012 | 14:23
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I tentacoli della criminalita’ sul Lazio

Una mappatura delle delle organizzazioni criminali attive in diversi comuni della regione

Il Faro on line – Non è stata una scena di un film. La sparatoria che ha portato la morte del boss Gaetano Marino, fa parte della cruda realtà. Marino è morto in costume da bagno, crivellato di colpi davanti allo stabilimento Sirenella di Terracina, in mezzo ai bagnanti terrorizzati. Un vero e proprio regolamento di conti che porta la firma della camorra. Del resto che la criminalità organizzata nel Lazio fosse presente è cosa ovvia e risaputa. 

Lo sanno, e ci lavorano per combatterla da decenni le forze dell’ordine che, come ogni anno, attraverso le relazioni Dia e Dna, hanno fatto il punto sulla situazione evolutiva delle associazioni malavitose organizzate sul territorio regionale. Ad eccezione della sacra corona pugliese, di cui non si hanno dati rilevanti che ne evidenziano una sua infiltrazione, ecco come si configura al momento, secondo i rapporti citati, la situazione criminale dell’area.

Appare a prima vista chiaro il predominio delle organizzazioni nazionali sulle altre locali o non autoctone estere, spesso relegate al ruoli di supporto e in subordine a quelle più forti, seppur altrettanto pericolose. Si riscontrano dunque le attività di Cosa Nostra, presente a Latina e Frosinone in particolar modo, ma anche a Roma, dove ha avuto modo di stringere rapporti decennali grazie alla relazione con gruppi di criminalità organizzata locale quale la banda della Magliana. Gestisce principalmente attività legali per il riciclaggio e tra i vari clan si distinguono quelli dei Rinzivillo, dei Cuntrera-Caruana e dei Santapaola. Presente anche la ‘ndrangheta, data in forte ascesa nel territorio laziale con diverse attività illecite (usura e spaccio) e, soprattutto, di riciclaggio (immobili, servizi di ristorazione) oltre a disporre del controllo del mercato ortofrutticolo. 

Attiva nelle aree di Latina e Nettuno su tutte, si distingue a Roma con le cosche Alvaro, Bellocco, Mancuso e Arena, balzata alle cronache per i rapporti con il senatore Nicola Di Girolamo, eletto nella circoscrizione estero anche grazie alla falsificazione di schede elettorali. L’altra forte penetrazione criminale è perpetrata nel Lazio dalla camorra, facilitata dall’estrema vicinanza geografica (il casertano in particolare, sotto controllo dei clan dei Casalesi), è diffusa con capillarità nelle province di Latina e Frosinone, quest’ultima trovandosi giusto al centro tra Napoli e la capitale. Seppure conduca attività per la maggior parte illecite, ha rivolto i suoi interessi anche nei settori del commercio, dei servizi balneari e della ristorazione. Spesso adopera il territorio pontino per la latitanza dei suoi affiliati. 

In un secondo piano e con diversa provenienza invece, si situano le altre organizzazioni criminali non italiane, le quali svolgono quasi esclusivamente attività illecite: tra queste si possono evidenziare i gruppi Criminali dell’est (area balcanica) dedite in particolare al traffico di stupefacenti, all’usura e all’estorsione e che si trovano nelle aree di Tivoli, Viterbo e Latina, luogo di residenza di clan criminali di origini Rom. Spicca nell’area capitolina la presenza di clan albanesi dediti allo spaccio. Sempre dall’est, ma con una sua rilevanza ed autonomia è possibile osservare l’attività della Mafia russa, che rivolge i suoi interessi al traffico di sostanze stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione, con attività su Roma e nelle zone litoranee.

Stesso discorso è possibile fare per la Criminalità cinese, specializzata nella contraffazione nel settore tessile e alla riduzione in schiavitù  legata alla produzione manifatturiera sempre della contraffazione, con residenza soprattutto a Roma città. Altre organizzazioni di svariate nazionalità sono presenti sul territorio e svolgono le più svariate attività criminali, molto spesso di supporto alle altre organizzazioni più grosse. Gaetano Marino, il boss ucciso in spiaggia a Terracina, era fratello di Gennaro, attualmente detenuto in regime di 41bis. 

Secondo quanto accertato dagli investigatori, Gennaro è l’artefice della scissione del 2004 dal clan Di Lauro, che provocò decine e decine di morti tra i quartieri Scampia e Secondigliano di Napoli. Secondo gli inquirenti, ultimamente Gaetano Marino si era avvicinato ai Vinella-Grassi, gruppo che contende alcune piazze di spaccio di Scampia all’associazione malavitosa costituita dalle famiglie Abete, Notturno e Abbinante.
Marco Staffiero