Le occasioni mancate dalla politica (locale)

24 settembre 2012 | 04:24
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Le occasioni mancate dalla politica (locale)

Azioni repressive e inaccettabili dimenticanze: non è questa la strada per crescere

Il Faro on line – Noi l’abbiamo detto tante volte, e anche i nostri politici spesso si riempiono la bocca con affermazioni simili: la politica deve cambiare, bisogna modificare il modo di rapportarsi con il territorio, e via così… Poi però c’è la vita reale, le cose che accadono veramente, e notiamo che tra il dire e il fare c’è il solito mare di mezzo. Vi racconto un paio di episodi che quasi nessuno conosce, accaduti a Fiumicino, e che meritano di essere raccontati. Va premesso, a scanso di equivoci, che di entrambi gli episodi ho le carte in mano; lo dico più per rispetto dei lettori (e della loro fiducia) che per un’eventuale smentita che ovviamente non temo. Finito il “pistolotto” iniziale, entriamo nei dettagli.

Capita che qualcuno “becchi” quattro auto dei vigili urbani parcheggiate in orario di servizio davanti a un bar e che posti la foto su Facebook con un commento ironico. Capita che “la rete” ci aggiunga del suo e che Il Faro on line – com’è corretto che sia – descriva la situazione che si sta creando, registrando i malumori pur senza colpevolizzare nessuno. Capita poi che si risalga a chi ha postato quella foto, e si… scopra (la foto era firmata!) che è un imprenditore edile del luogo. E capita ancora che proprio il giorno dopo una squadra di vigili urbani vada a fare controlli nei suoi cantieri, ci passi ore fino a trovare il modo di agire sotto il profilo amministrativo producendo un bel verbale di sequestro. E che altri vigili passino qualche tempo dalle parti di un consigliere comunale “reo” di aver postato un commento sul social network sotto la foto incriminata.

Nell’Italia “di ieri” tutti avremmo commentato: beh, se l’è cercata. Ma nell’Italia che vorremmo costruire “domani”, è quantomeno pretestuoso fare un’opera di controllo il giorno dopo l’uscita di una critica, perché così facendo ha il sapore (solo il sapore!?) della vendetta, della repressione, e questa non è cosa che si addica a uno Stato democratico. Dove fino a prova contraria esiste la libertà di espressione, che si concretizza proprio nel poter dire anche cose scomode (altrimenti non avrebbe senso il concetto di “libertà”). Per inciso, questa libertà è tutelata dall’art. 21 della Costituzione Italiana, mica dall’indice del Manuale delle Giovani Marmotte.

Peraltro la reazione “repressiva” non è paragonabile all’offesa (se così possiamo chiamarla). Infatti si sta parlando di una foto postata su Facebook con un unico commento ironico, non di una denuncia alla Procura della Repubblica né di un comunicato stampa inviato a giornali, televisioni, radio “urbi et orbi”. Il fatto poi che sul web siano usciti commenti acidi da parte della gente è solo la testimonianza del momento generale che stiamo vivendo. Infine, pur comprendendo che la cosa possa inevitabilmente aver infastidito i diretti interessati e anche ammettendo che potesse essere in qualche modo inopportuna, resta il fatto che la notizia postata era vera. E che proprio questa settimana appena passata 13 dipendenti dell’Ufficio del Garante dei Detenuti di Palermo siano stati denunciati dalla Guardia di Finanza perché durante l’orario di servizio erano soliti assentarsi dal proprio posto di lavoro per recarsi, spesso in gruppo, al bar e in altri esercizi commerciali.

Immagino una replica: perché stigmatizzare l’operato dei vigili (il controllo) se non hanno fatto altro che fare il proprio lavoro, magari addirittura sollecitati da denunce fatte da cittadini che abitano nei pressi del cantiere? Risposta: perché le cose vanno fatte considerando tempi, momenti e situazioni. Mi spiego facendo esempi giornalistici che rappresentano la materia che conosco meglio. Attaccare un politico che non fa bene il proprio lavoro è legittimo, ma diventa inopportuno se il politico in questione è in quel momento aggredito da una malattia. Altro esempio, proprio sul caso-vigili: il Faro ha titolato “Colazione amara per i vigili”, ma avrebbe potuto anche titolare “Scandaloso comportamento: con la macchina di servizio al bar. E tutti insieme”. La notizia è la stessa: perché quel titolo non l’abbiamo fatto? Perché sarebbe stato ingiusto, inadeguato, inopportuno, esagerato (il peccato” dei vigili è davvero veniale) e magari sarebbe stato letto come un attacco strumentale a fronte di tanti buoni servizi che i vigili stessi fanno per la comunità. Ecco perché il blitz successivo a una critica è profondamente sbagliato: perché a un’immagine dei vigili “cappuccino e cornetto” si aggiunge l’immagine di “vendicatori”. E quest’ultima, dal mio punto di vista, è ben più grave della prima. Quanto di più lontano da ciò che i cittadini possano cercare nella “divisa”.

Dunque il fatto di aver reagito con stizza non fa che alimentare quell’antipolitica-antipotere-anticasta che si abbevera proprio alla fonte dell’intolleranza. In realtà il modo migliore per far finire nel dimenticatoio quella foto sarebbe stato ignorarla totalmente. E invece…

Mentre si presta tanta attenzione a una foto su Facebook, accade anche altro. Per esempio accade che nella mattinata di martedì 18 settembre, in quel di via Molise, venga convocata la Conferenza dei Servizi per la dismissione delle Raffinerie di Roma, che sono logisticamente nell’alveo del Comune di Fiumicino. Qui sì che stiamo parlando di un argomento importantissimo, sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello occupazionale. Nel corso di una riunione avvenuta lo scorso 17 maggio il direttore della raffineria di proprietà della Total Erg comunicò ai lavoratori che il processo di dismissione sarebbe avvenuto entro settembre e che avrebbe comportato il licenziamento di 180 lavoratori su 250. In mancanza di un piano occupazionale, il portavoce dei dipendenti Raffineria di Roma, Angelo Alberti sollecitò l’attenzione delle Istituzioni sul caso, con particolare riferimento al Comune di Fiumicino. Nella riunione del 18 settembre ci sono state alcune novità importanti: sì alla riconversione ma con la garanzia sulla prosecuzione della distribuzione; accordo con i lavoratori per garantire i posti di lavoro possibili e incentivi per chi lascerà. Un primo passo, ma fondamentale per la definitiva soluzione del problema.

C’erano tutti – ma proprio tutti – a questa riunione così importante. Tutti tranne uno: il Comune di Fiumicino, che sul verbale risulta “assente”. Forse – e concludo – bisognerebbe ricalibrare il concetto di priorità rispetto alle problematiche esistenti sul territorio.

Angelo Perfetti
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