La Necropoli fantasma dove regna l’incuria

11 ottobre 2012 | 04:03
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La Necropoli fantasma dove regna l’incuria

Russo D’Auria (Gil): “Quanti convegni sul turismo e sulle potenzialità archeologiche. Poi però il Comune non è capace di mettere nemmeno un cartello…”

Il Faro on line – Un patrimonio culturale del territorio abbandonato a se stesso. Una strada pressoché impraticabile, senza segnalazioni visibili e con l’unica esistente in uno stato fatiscente. Il percorso disseminato di rifiuti, rovi, sterpaglie e persino dentro ai terreni privati si trovano discariche di rifiuti “verdi” accatastati. Questa è la Necropoli di Porto e la sua zona circostante, con buona pace di tutti i proclami, i convegni e… le prese in giro di questa amministrazione sul rilancio del turismo”.

E’ durissimo l’intervento di Mario Russo D’Auria, leader di Gil Gruppo indipendente libero per Fiumicino, sullo stato di degrado e – peggio – di sostanziale impossibilità di accesso (sia in senso fisico sia in senso figurato) della zona della Necropoli.“Da anni si parla di turismo – prosegue D’Auria – e da anni si dice che tutto deve essere collegato, messo a sistema. Da anni questa amministrazione in carica e non ha fatto nulla per tradurre in azioni queste parole dette migliaia di volte in migliaia di incontri. Eppure ci vorrebbe così poco: utilizzare le diverse associazioni di volontariato impropriamente utilizzate davanti alle scuole o inutilmente dentro Villa Guglielmi per fare dei turni di apertura dio un bene così prezioso che, se fosse in un altro paese, sarebbe illuminato notte e giorno.

E non vale il discorso che vicino ci sono gli Scavi di Ostia o addirittura Roma: Fiumicino potrebbe diventare un gioiello unico di storia, arte culinaria e mare. E’ un delitto continuare a ignorare queste potenzialità non mettendo neanche un cartello su strada che indica il percorso. L’unico che c’è è quello della Riserva ma è mangiato dalla ruggine, pericoloso e con la carta ormai avvizzita. Un pianto…”

Mario Russo D’Auria prosegue: “E visto che tanto lì non passa nessuno, il degrado avanza; sia quello naturale, con canneti, sterpi e rovi ormai lussureggianti, ma anche quello prodotto dall’uomo, che vere e proprie discariche che, coperte dal verde, stanno diventando tristemente parte integrante della zona”.

“In più – conclude il leader di Gil –  anche alcuni privati, sapendo che non esiste alcun controllo, fanno i propri comodi. Sfalciano quando vogliono, accumulano residui di verde, li lasciano marcire al accatastandoli vicino alle recinzioni… tanto… chi se ne accorge?”