Fiumicino e i suoi eroi sconosciuti

25 ottobre 2012 | 03:54
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Fiumicino e i suoi eroi sconosciuti

La storia del capo del Genio Civile, Luigi Loffredo, morto nel ’44. A circa 70 anni di distanza la figlia torna per rendergli omaggio… vicino a una targa stradale

Il Faro on line – La giornata ĆØ tiepida, il cielo regala spicchi di sole tra una nuvola e l’altra. Si aggira un po’ titubante tra le strade della cittĆ , guarda con discrezione i cartelli stradali, sembra persino un po’ smarrita. Ha una macchinetta fotografica in mano, ma si vede che non ĆØ una turista. E’ un normale mercoledƬ, per tutti ma non per lei. Lei si chiama Ines Loffredo, e oggi a Fiumicino quasi nessuno la conosce. D’altronde andò via nel 1944, quando aveva appena 4 anni. Non ĆØ qui per fermarsi, ĆØ solo di passaggio: dopo la morte del marito Pietro – avvenuta da poco – andrĆ  a vivere in Germania, dal figlio. Però ha fatto di tutto per avere quel paio d’ore di tempo – prima di riprendere l’aereo – per tornare a Fiumicino, immergersi di nuovo in quei ricordi da infante, e passare qualche istante in quella via di Porto Santo Stefano il cui nome venne dato proprio dal papĆ  di Ines. Lei, nativa di Porto Santo Stefano, ha poi vissuto in Toscana per il resto della sua vita.

ā€œEro piccolissima – racconta con voce franca, sorriso aperto e lo sguardo lucido di commozione – mio papĆ  Luigi era il capo del Genio Civile ed era stato trasferito proprio qui. Avevamo una bella casa in via della Torre Clementina, quando qui c’era ancora poco o nulla. Poi arrivò la guerra, e mio padre fu uno di quelli che nonostante tutto continuò a lavorare, e a rischiare. Faceva la spola sul Tevere per portare i viveri dentro Roma, finchĆ© un giorno cadde vittima di un bombardamento. Se ne andò cosƬ, lasciando mia mamma giovanissima, con due figli. Tornammo in Toscana, ma capirete bene che Fiumicino mi ĆØ rimasta nel cuore, nel bene e nel male. Ed eccomi quiā€¦ā€

Proprio sotto al cartello stradale che porta il nome della sua città… L’ha trovato…
ā€œFu mio padre a decidere questo nome, come omaggio alla terra natia. Vede, in quel periodo fu fatta la toponomastica e le persone influenti del tempo diedero il proprio contributo. E per ā€˜persone influenti’ all’epoca si intendeva anche mio papĆ , oppure il farmacista, o l’allevatrice. Insomma, chi aveva un ruolo sociale era stimato da tutti e fu consultato anche per la toponomastica. Ecco perchĆ© sono sotto a questa targa: a 70 anni di distanza mi commuove pensare che in quel rettangolo di marmo c’è la firma del mio papĆ ā€.

ā€œIn quel periodo – prosegue Ines – era pericolosissimo lavorare, per di più nelle tratte di collegamento. Ma mio papĆ  non era tipo da tirarsi indietro, e ha pagato con la vita, come tanti altri. Ho visto che a Fiumicino c’è un monumento dedicato ai suoi caduti. Beh, esistono anche eroi sconosciuti, vite silenziose spezzate dalla guerra e mai ricordate. Oggi ci ho pensato io a lanciare un pensiero a mio padre prima di andare all’estero. E mi sento sollevataā€¦ā€
Angelo Perfetti