Il dramma della droga raccontato in prima persona

29 novembre 2012 | 00:55
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Il dramma della droga raccontato in prima persona

Incontro organizzato presso presso la scuola media Virgilio in presenza di genitori e alunni

Il Faro on line – “Voleva essere un momento di crescita per i nostri figli invece ha fatto crescere anche noi genitori”. Lo hanno affermato i presenti all’iniziativa organizzata presso presso la scuola media Virgilio in cui sono state raccontate le esperienze di ragazzi e uomini che hanno vissuto il dramma della droga.

Ragazzi delle classi terze, ascoltavano Ipnotizzati racconti forti, tristi, veri, di chi e’ sopravvissuto ed ha la fortuna di raccontare. Il loro incontro con la droga, i loro stati d’animo, la assenza di forza per smettere, la paura dei familiari, i comportamenti violenti. Quando la droga si sostituisce a tutto: famiglia, lavoro, scuola, sport,amici, fidanzate, divertimenti, valori. Non esiste piu’ niente, solo lei.
E perche’ si inizia? Per “ mostrarsi” forti? Per farsi credere “cazzuti”? Per entrare in un gruppo “ambito” dove se non ti “fai” sei “nessuno”. In quel momento si perde cio’ che si e’.

“Non siamo più uomini liberi ma schiavi. E non si ha piu’ discermineto. Niente più sarà come prima”. I nostri ragazzi guardavano, ascoltavano. Impauriti? Magari! Magari servisse!

“E noi adulti, quante domande! Come si fa noi genitori a proteggerli dalla droga? Nessuno ce lo ha mai spiegato. Non bisogna nascondere la testa come gli struzzi e far finta di niente! Controlliamo i nostri figli, parliamo con loro. Questa non e’ invasione della loro privacy, è invece un’azione che donerà loro la libertà”.

Domande forti sono uscite dai nostri figli: “E se vedo un mio amico che si fa una canna, che devo fare?… Se mi impiccio mi dice di darmi i fatti miei, se faccio la spia sono un’infame e non sono piu’ suo amico… Se lo dico ai genitori, non mi credono. Che faccio?”

Spesso le famiglie, vuoi per ignoranza o per altre mancanze, non credono, non accettano l’idea, la sottovalutano, si preoccupano di non far sapere la “ cosa” in giro. 

Claudio ha detto: “Magari mi avessero ammazzato di botte, sarei stato un uomo libero. Se si scopre un amichetto che si fa una canna, parlateci, se non lo fate non siete suoi veri amici. Parlate con i vostri genitori, con i suoi, con un insegnante, con un adulto di cui avete fiducia, diChiunque possa aiutare a far capire alla famiglia che il vostro amichetto deve essere aiutato.E voi famiglie, genitori, adulti, rivolgetevi ad una comunita’. Il vostro amico non lo sa ma gli state regalando la vita e la libertà. Ragazzi, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”. 

Grazie a Claudio, Roberto, Federico, Enza e a tutti gli altri della Comunita’ Incontro di Don Gelmini che ieri ci hanno regalato queste lezioni di vita preziose.

L’incontro si ripetera’ lunedi 3 dicembre sempre presso la Scuola Media Statale Virgilio, per altre classi.