Intervista doppia: Rasi (Pdl) e Boschetto (Pd) a confronto

21 dicembre 2012 | 01:59
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Intervista doppia: Rasi (Pdl) e Boschetto (Pd) a confronto

Dal calcetto alla politica una sfida continua… nella vita una grande amicizia

Il Faro on line – Cristiano Rasi (nella foto a sinistra) ed Emiliano Boschetto (nella foto a destra), consiglieri del XIII municipio in schieramenti opposti, sono amici di vecchia data nonostante le divergenze politico-culturali. Il primo, componente dell’attuale maggioranza, milita tra le file del Pdl, mentre il secondo, esponente dell’opposizione è iscritto nella lista civica “Per Rutelli” e siede tra le file del Partito democratico. I due si sono conosciuti anni fa sui campi di calcetto e le loro strade si sono intrecciate presso la parrocchia San Carlo da Sezze. 

Gli ultimi anni sono stati segnati da una delle crisi economiche e sociali più grandi della storia della Repubblica Italiana. Quali sono state le ripercussioni a livello locale? 

R: “Nel 2008 abbiamo trovato un bilancio a disposizione dell’amministrazione che era già misero prima ancora della crisi, la quale ovviamente ha peggiorato le cose. Le cause di quella mancanza di fondi vanno imputate anche all’abolizione della tassa Ici per sopperire alla quale non sono state prese decisioni chiare”.

B: “La crisi e l’abolizione dell’Ici hanno colpito in modo forte i municipi. Da un lato c’è stato un taglio di trasferimenti economici dallo Stato e dall’altro una scelta politica sulla quale non si è lavorato per dare alternative. Manca un piano strategico che sarebbe necessario stabilire a livello parlamentare”.

Il nostro territorio ha un disperato bisogno infrastrutture. Dopo i continui allagamenti, però, gli unici lavori di ingegneria che vanno avanti sembrano essere quelli edili…

R: “I fondi negli ultimi anni si sono ridotti ed è difficile agire. Sul territorio del municipio esistono dei dislivelli importanti, che fanno sentire tutta la loro criticità al momento delle alluvioni. Il costo dei lavori pubblici per il risanamento di questi dislivelli è stimato intorno a più di 600 milioni di euro, una cifra esorbitante per le casse municipali. Attualmente una strada percorribile è quella di utilizzare i fondi della Comunità Europea che devono dirottare cifre cospicue su Regioni, Comuni e Province. Questi interventi contribuiscono al riordino del sistema di smaltimento delle acque e il processo è in fase di maturazione”.

B: “Le infrastrutture servono, anche se purtroppo i fondi scarseggiano. Ogni decisione, comunque, deve essere presa all’interno di una precisa visione politica, che purtroppo spesso manca o non è all’altezza della situazione. Tutto questo, insieme alla crisi, genera sfiducia. Paradossalmente, però, in un periodo di crisi c’è più bisogno di un indirizzo generale dato dalla politica”. 

Molte scuole cadono a pezzi, non si fanno investimenti sul sociale, i mezzi di trasporto sono insufficienti e la viabilità è critica. A fronte di un mancato adeguamento dei servizi si danno comunque i permessi per costruire nuove abitazioni. Perché?

R: “Le ristrettezze economiche del Comune comportano che la realizzazione di servizi necessiti del coinvolgimento dei privati: si danno permessi per costruire in cambio dello stanziamento di fondi per realizzare servizi al cittadino, che però alla fine non sono realizzati. Il nostro territorio è pieno di casi in cui gli impegni dei privati non sono mantenuti, come il caso della stazione intermedia tra Vitinia e Casal Bernocchi che sarebbe dovuta essere costruita assieme al quartiere Giardino di Roma, o come il raddoppio di Via di Acilia con le Terrazze del Presidente. Sono molte le opere che andrebbero realizzate con il denaro dei privati. Qui però si entra in un campo di cui si occupa la magistratura”. 

B: “Il sistema delle opere a scomputo, ossia quello per cui si danno permessi ai privati in cambio di servizi, non è stato portato avanti con le giuste modalità. L’amministrazione dovrebbe imporre, al privato che riceve un permesso, di realizzare prima i servizi e poi le proprie costruzioni. Il problema è che si va avanti con deroghe al piano regolatore. In Consiglio abbiamo detto no all’housing sociale, bocciando così la proposta comunale di edificare nuovi appartamenti sui terreni agricoli del nostro territorio. Dietro la proposta di housing sociale c’era la volontà di privatizzare l’Agro Romano e il fatto che si utilizzi l’aggettivo sociale per portare avanti interessi privati è fastidioso”.

Riguardo la cultura nel nostro territorio, dopo gli ultimi sviluppi, qual è la situazione attuale della Colonia Marina di Ostia?

R: “Appena insediati abbiamo bocciato il progetto Casa della cultura, proposto dalla giunta precedente, per sostituirlo con altri che ci sembravano più validi. Il centro destra voleva costruire una serie di nuovi poli culturali nel territorio, come l’Auditorium di Acilia, progetto andato in porto la scorsa estate. Negli ultimi tempi abbiamo deciso di recuperare la maggior parte dei fondi per la Casa della cultura, 2 milioni e 800 mila euro messi a disposizione da Regione e Comune, per ristrutturare tutto lo stabile della Colonia Marina. Questi sono però solo gli investimenti necessari ai lavori di base. Noi vorremmo far entrare il progetto in un circuito ufficiale aperto alla partecipazione del territorio”.

B: “Il centro sinistra aveva stanziato 3 milioni di euro per la Casa della cultura, ma l’attuale amministrazione ha prima bocciato il progetto e poi ridotto i fondi necessari alla ristrutturazione. C’è l’urgenza di valorizzare le risorse e il complesso della Vittorio Emanuele è un luogo che dà l’identità a un territorio che non ne ha. Occorre aprire un confronto con le realtà sociali e ascoltare le associazioni attive sul territorio. L’idea originale della Casa della cultura si basava proprio sul fatto che varie realtà come la Caritas, la biblioteca Elsa Morante e il Teatro del Lido, costituissero già di per sé un presupposto per valorizzare un polo di intercultura fra le diverse anime della società locale”.

Il centro sinistra ha appena concluso le elezioni primarie per decidere la propria leadership in vista delle prossime elezioni nel 2013. Come vedete l’utilizzo di questo strumento politico?

R: “Le primarie sono uno strumento elettorale con il quale si vuole dire tutto e niente, una strumentalizzazione per le prossime elezioni. È molto più utile, per rinnovare democraticamente la leadership dei partiti italiani, l’utilizzo serio del Congresso.

B: “Le primarie del centrosinistra hanno portato all’unità politica. L’antipolitica va combattuta promuovendo politica nuova. Il Pd ha già scritto un paio di proposte di legge per far diventare le elezioni primarie obbligatorie per tutti i partiti italiani”.

In questi anni cosa è mancato nella vita politica italiana? Cosa serve per ricucire lo strappo tra istituzioni e cittadini?

R: “Occorre rivedere la riforma sulle Regioni e ristabilire la centralità dello Stato. Serve un equilibrio tra Nord e Sud ed è opportuno lavorare su scelte importanti di politica economica”.

B: “È necessario alleggerire lo Stato e allo stesso tempo renderlo più forte. In questi anni è mancata la responsabilità politica per l’azione di governo. Lo stato deve promuovere una politica volta a  garantire una vita pubblica partecipata”.

Tra pochi mesi ci saranno le elezioni per rinnovare la Giunta. Cosa serve al XIII municipio nei prossimi cinque anni?

R: “Serve una visione strategica della politica e soprattutto una competenza per i ruoli che si è chiamati a ricoprire. Questo vale anche a livello nazionale”.

B: “Il nostro territorio gode di un incredibile vastità di risorse, naturalistiche e archeologiche. Credo che bisognerebbe ripartire valorizzando ciò che già abbiamo”.

Walter Cristiano