Giovani e nonviolenza, un cineforum per approfondire

11 maggio 2013 | 12:29
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Giovani e nonviolenza, un cineforum per approfondire

Oggi alle ore 17.00 in via delle Meduse

Il Faro on line – Sabato 11 maggio ore 17 proiezione del film “Non uccidere” alla Biblioteca per la Nonviolenza, via delle meduse 63aIl Faro on line – Prosegue con successo l’iniziativa culturale della Biblioteca per la Nonviolenza con attuale sede in via delle meduse 63a, che da circa un anno organizza cineforum per avvicinare giovani e meno giovani ai temi della nonviolenza e dell’educazione alla pace. Grandi e gravi minacce all’esistenza stessa del genere umano provengono dal militarismo, dalla corsa agli armamenti e dal connesso rischio di guerre combattute con armi di portata distruttiva sempre maggiore, da politiche che mettono seriamente a repentaglio interessi vitali di future generazioni, dai rischi crescenti di catastrofi ecologiche et cetera. “In questa situazione – scrive un noto filosofo come Pontara – la presenza di persone e gruppi disposti a praticare la disobbedienza civile fondata su approfondite ragioni morali, in forme nonviolente, può rivelarsi di ancor maggior importanza che non in passato. Per questo la disobbedienza civile è oggi una virtù”. E per avere la possibilità che questi legami e queste persone si formino veramente c’è bisogno di promuovere conoscenza e dibattitto critico: questo è l’obiettivo primario del cineforum per la nonviolenza che vede impegnato il Movimento Nonviolento del litorale romano.

“È fondamentale –  afferma Vincenzo Taurino, sociologo e co-fondatore della Biblioteca – ridare, in particolare ai giovani, dei valori e degli insegnamenti di riferimento che si richiamino ad una cultura della solidarietà e del rispetto della dignità di tutti ma, soprattutto, ad una visione di una società nonviolenta che tenga sempre conto dei più deboli, dell’ambiente, dell’infanzia, degli animali nonumani e, in assoluto, della vita”. La sessione primaverile del cineforum, iniziata con la visione del film “The Lady” dedicato alla leader birmana nonviolenta Aung San Suu Kyi e che si concluderà il 15 giugno con la visione del doc-film “U.S. Vs Lennon”, continua sabato 11 maggio dalle ore 17 con la proiezione del film “Non uccidere” di Claude Autant-Lara. A seguire dibattito e chiacchiere conviviali tra i convenuti. Ispirato a un caso di cronaca del 1948, è la storia di Francois Cordier che, chiamato a fare il servizio di leva, rifiuta di indossare la divisa. Al tribunale militare il suo caso è abbinato a quello di Adler, giovane sacerdote tedesco che nel 1944, arruolato nella Wehrmacht, ricevette l’ordine di uccidere un partigiano francese. Mentre il secondo è assolto per aver ucciso su ordine superiore, il primo è condannato severamente. E un’arringa e, insieme, un pamphlet: pacifista la prima, anticlericale il secondo. Film oratorio di appassionata eloquenza sulla nonviolenza, il diritto alla disobbedienza, il contrasto tra legge civile e coscienza morale. Per 12 anni la sceneggiatura scritta con Pierre Bost non trovò un produttore: il tema dell’obiezione di coscienza era tabù nella Francia occupata con le guerre di Indocina e Algeria. Autant-Lara decise di produrselo da solo con l’aiuto di capitali e mezzi stranieri. Distribuito in Francia soltanto nell’estate 1963, in Italia fu vietato ai minori di 16 anni e la sua prima proiezione pubblica si dovette al sindaco di Firenze Giorgio La Pira. 

Che senso ha ancora oggi parlare di obiezione di coscienza? Per spiegarlo bisogna intendersi su una definizione: obiezione di coscienza significa letteralmente quella situazione in cui la nostra coscienza ci vieta col suo imperativo di compiere un’ingiustizia. Se interroghiamo la nostra coscienza, non possiamo più rifiutarci di riconoscere che oggi, nel mondo dell’informazione globale, siamo, almeno in potenza, tutti quanti obiettori.

Daniele Taurino