Faratro: “Cemento zero? A rischio 4800 famiglie”

16 maggio 2013 | 13:06
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Faratro: “Cemento zero? A rischio 4800 famiglie”

Il presidente dell’Asef contesta gli attacchi del centrosinistra: “Gli slogan non fanno crescere un territorio”

Il Faro on line – “Come associazione del settore edile avevamo deciso di non partecipare mediaticamente a questa campagna elettorale perché il nostro ruolo è altro, non politico. Ma di fronte a certi attacchi, virulenti, contro la categoria non possiamo rimanere in silenzio”. Lo afferma Palmerino Faratro, presidente dell’Asef (Associazione settore edile Fiumicino), che prosegue: “È curioso che una parte del centrosinistra parli di sblocco dei piani di sviluppo mentre un’altra basi la propria campagna elettorale contro il settore edile, sventolando lo slogan del “cemento zero” e chiedendo a gran voce un nuovo piano regolatore con il quale diminuire drasticamente le cubature residenziali. Quasi fossimo l’unico problema di Fiumicino. O peggio degli speculatori da bloccare in qualsiasi modo”.

“Il piano regolatore che oggi tutti utilizzano – spiega Faratro – è opera della giunta comunale di centrosinistra, approvato definitivamente dalla Regione Lazio, presidenza Marrazzo. Non mi pare che ci furono grandi levate di scudi durante questo iter. Forse perché faceva comodo? L’Asef non chiede la cementificazione dell’Isola Sacra, ma esclusivamente il rispetto e l’attuazione diretta dei piani approvati e inseriti nel Prg. Niente di più, niente di meno di quello che spetta a noi e ai cittadini visto che molti comparti e appezzamenti sono di proprietà privata. In un momento di crisi come quello attuale, in cui le imprese faticano a non licenziare e chi va avanti lo fa attingendo dai propri conti personali, bloccare un settore che tra indotto e diretto dà lavoro a 4800 famiglie ed è, nolente e volente, il principale motore dell’economia comunale, significherebbe condannare a morte questo Comune e i nostri figli.

Il centrosinistra – conclude Faratro – faccia chiarezza e dica come intende reintegrare tutte quelle miglia di persone che, attuando i loro programmi, finirebbero per strada. Che alternative hanno. Parlare di futuro per i nostri giovani e poi continuare a dire no a tutto, aeroporto, edilizia, questo e quell’altro, rischia di sembrare una presa in giro. Le alternative sono due: o rilancio del Comune o disoccupazione per i nostri giovani. Scelgano”.