Pisana, sbloccati i fondi del Programma di sviluppo rurale

22 maggio 2013 | 17:44
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Pisana, sbloccati i fondi del Programma di sviluppo rurale

L’assessore Ricci: “Finanzieremo tutti i comuni che hanno fatto richiesta”

Il Faro on line – Approvazione in vista da parte della Regione Lazio per i Progetti Integrati Territoriali (PIT), del Programma sviluppo rurale (PSR) 2007/2013, con sblocco di circa 40 milioni di fondi europei. “Finanzieremo tutti i comuni che hanno fatto richiesta” ha annunciato l’assessore all’agricoltura Sonia Ricci. Inoltre è allo studio una delibera per snellire le procedure del PSR in corso per cui più di cento aziende avevano chiesto proroghe, mentre lo scorso aprile sono stati approvati i bandi relativi ad alcune misure dell’asse II del PSR con i quali verranno utilizzati circa 30 milioni di fondi europei. E’ con questo bilancio dei primi 40 giorni di mandato che l’assessore Ricci ha aperto oggi alla Pisana la sua audizione all’VIII commissione del Consiglio regionale del Lazio presieduta da Mario Ciarla (Pd). La seduta fa parte di un ciclo di audizioni con i membri della giunta avviato la settimana scorsa con quella di Guido Fabiani, assessore alle Attività produttive e sviluppo economico.

All’ordine del giorno oggi c’era la relazione sulle linee guida programmatiche dell’Assessorato all’Agricoltura, Caccia e Pesca. Oltre all’accelerazione per la liquidazione dei progetti sulle varie misure del PSR, la Ricci ha annunciato di voler aprire la fase di ascolto impostare il nuovo programma di sviluppo rurale. Particolare attenzione è stata manifestata verso i giovani e le start up, per i quali si punta a riavviare le iniziative per l’utilizzo delle terre pubbliche, e il sostegno all’innovazione. “Uno dei primi punti che affronteremo – ha sostenuto l’assessore – sarà proprio quello dell’Arsial, struttura deputata ad occuparsi di innovazione e ricerca”. Tra gli impegni programmatici illustrati ai consiglieri figurano strutture dell’assessorato più snelle ed efficienti, ricognizione e aggiornamento norme regionali (magari attraverso un testo unico), orientare gli sforzi sugli assi portanti e le filiere dell’agroalimentare del Lazio: ortofrutta, settore vitivinicolo, zootecnia e olivicoltura. Un particolare accento è stato posto sulla ricostruzione del settore industriale per la trasformazione dei prodotti, che fino agli anni ’80 e ’90 era – secondo Ricci – una realtà significativa della regione. Sempre nei programmi il sostegno alla crescita dimensionale, all’aggregazione delle imprese, alla cooperazione e all’internazionalizzazione.

“Evitando sprechi e iniziative inutili e ripetitive” ha specificato. Indicata la necessità di una nuova politica per il credito, istituendo un fondo unico per l’agricoltura e rafforzando il sistema di garanzie per l’accesso ad esso. Riordino della politica della qualità dei prodotti, valorizzazione della produzione di qualità guardando il mercato, rilancio della politica dei distretti, un piano straordinario per la zootecnia del latte e la revisione di tutte le situazioni di crisi a partire dal kiwi hanno completato il quadro. Al termine della relazione il consigliere Fabrizio Santori (La Destra), pur ricordando il proprio garantismo, ha definito “inopportuna” la presenza  in commissione dell’assessore, al centro di una vicenda giudiziaria, e che Zingaretti dovrà fornire chiarimenti in aula. Anche il vicepresidente dell’VIII commissione Mario Abbruzzese (Pdl), pur manifestando solidarietà a Ricci, ha comunque definito “seria” la riflessione di Santori e ha auspicato che se ne discuta in consiglio regionale. Quanto al merito della relazione dell’assessore ha chiesto sia affrontato con convinzione il nodo dell’accesso al credito, si proceda alla sburocratizzazione delle procedure – appello unanimemente condiviso da tutti i consiglieri intervenuti – e si “declinino meglio” le leggi esistenti, come nel caso del distretto della Valle dei Latini.

Riccardo Valentini (Per il Lazio) ha ribadito la necessità di un impegno sui giovani, sull’innovazione, sul contenimento dei costi energetici, sui distretti “bio”, sul nesso tra agroalimentare-beni culturali e sulla promozione dei settori vitivinicoli e oleari. Invocati invece da Giancarlo Righini (Fratelli d’Italia) maggiori interventi nella lotta al cinipide per l’area del Monte Artemisio e la necessità di affrontare la crisi delle cantine vitivinicole. Daniela Bianchi (Per il Lazio) ha apprezzato particolarmente che si cominci a parlare di “ricerca e innovazione” in collegamento con l’agricoltura e ha chiesto che ci si focalizzi, magari con un incontro dedicato, sulla Valle del Sacco. Silvia Blasi (M5S) tra i vari punti ha sottolineato il bisogno di tutelare il territorio agricolo con norme contro la speculazione edilizia, di evitare fertilizzanti chimici, di favorire la “sovranità alimentare regionale”, di conservare le risorse idriche, ridurre il “digital divide” e disincentivare coltivazioni per i biocarburanti.

Criticate invece da Daniele Sabatini (Pdl) le nomine all’Arsial. Il consigliere ha infatti chiesto se l’atto può essere ritenuto legittimo rispetto a quanto prevede la legge in materia di incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni. L’assessore Ricci ha replicato che non sono stati utilizzati artifici legislativi e ha invitato a giudicare il commissario Rosati per il lavoro che svolgerà fino al 31 dicembre. Infine è intervenuto Enrico Forte (Pd) che ha enumerato una serie di temi tra cui la necessità di recuperare un rapporto profondo con università e centri di ricerca, di una relazione con le associazioni di categoria, di un testo unico sulle norme agricole e di lavorare sulle aggregazioni preferendo le reti ai distretti.