“Caos politico, ridurre la distanza tra Comune e cittadini”

4 settembre 2013 | 00:58
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“Caos politico, ridurre la distanza tra Comune e cittadini”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’avvocato Francesco Falco, presidente dell’associazione “Democrazia Partecipata e Beni Comuni”

Il Faro on line – “La così detta questione Salsare, rappresenta lo spaccato più nitido ed esemplare della incapacità amministrativa e politica dell’Amministrazione di Ardea. Certo è che l’azione amministrativa non può porsi fuori dalla legalità e dall’imposizione delle regole, ma è altrettanto vero che ciò non può rappresentare un alibi di comodo per evitare qualsiasi ricerca di soluzioni politiche e amministrative ai problemi di carattere urbanistico ed economico-sociali che il territorio di Ardea purtroppo presenta con drammatica quotidianità. Quello che lascia perplessi è come all’azione amministrativa della Giunta di Ardea manchi una continuità di programmazione e di strategia nel settore urbanistico. Manca una visione di fondo che traini il settore fuori dalle secche dell’inerzia, e la questione è divenuta improcrastinabile, stante le disuguaglianze urbanistiche sul territorio. 

“E’ ormai permanente uno stato di agitazione nei vari settori della produttività e nella cittadinanza tutta. Infatti la mancanza di regole certe e tese al riordine del settore urbanistico genera anche crisi economica sul territorio: senza una strategia urbanistica si opera in continuo stato di emergenza e a macchia di leopardo. Soprattutto si costringe dirigenti, polizia locale e carabinieri ad un’azione di controllo sempre sotto stress e rispondente solo ad una logica di repressione”.

“Una delle cause che risiede all’origine di tale malessere è la mancanza di lungimiranza nell’adottare i regolamenti che riguardano la partecipazione dei Cittadini alla vita amministrativa della città. La mancanza di volontà amministrativa a veicolare tale cultura comporta una gestione criptica dei provvedimenti amministrativi e fuori dalle coordinate della democrazia partecipata sancite nello Statuto Comunale. La Democrazia Partecipata non è uno slogan per ben pensanti ma la risposta seria e concreta ad una gestione che oggi appare simile a quella dei Podestà del XIII secolo”.
Ritengo di individuare i motivi per i quali non si avvia una stagione di governo partecipato nei seguenti aspetti:

1) mancanza di volontà dei cittadini: questi sembrano non dico anestetizzati ma piuttosto impreparati a chiedere tali diritti collettivi;
2) l’insensibilità della maggioranza: ciò è dato forse dalla preoccupazione, prima di concedere tali prerogative ai cittadini, di non consentire intralcio alle proprie prerogative;
3) l’incapacità dell’opposizione di contrastare e incalzare la maggioranza su questi temi.

“Ma tutto ciò può essere facilmente riassunto in una sola frase: mancanza di cultura democratica. Ormai ad Ardea si è sposata da tempo la via dell’azione demolitoria degli abusi edilizi in modo sic et sempliciter nell’intero Comune. Anche se le ruspe si muovono solo sulla zona litoranea in ossequio al criterio “totem” che consiste nella necessità di liberare passaggi al mare o lo stesso paesaggio marittimo. In tutto questo, però, appare stridente la contraddizione con le costruzioni legittime, realizzate negli anni in cui Ardea apparteneva al Comune di Pomezia e il funzionamento ormai obsoleto e con la contraddizione del vincolo DM del 1954. Non sembra di giustizia sostanziale l’attuale stato di cose ossia l’adozione di due pesi e due misure in quella zona”.

“Occorre lavorare per un riassetto giuridico-urbanistico in quella zona che abbia un respiro e una visione più ampia. Questa soluzione spetta alla politica. Ma mi sia consentito anche di dire che in alcuni casi l’azione di repressione demolitoria non risponde ai principi del Bene Collettivo. I maggiori scempi urbanistici sono coincisi con gestioni amministrative a dir poco scellerate e alle quali i cittadini di Ardea hanno pagato un altissimo tributo in termini di danni ambientali e socio-culturali. E’ giunta l’ora che i cittadini possano riappropriarsi della decisione sul cosa fare di quei manufatti. Ciò anche attraverso l’adozione di regolamenti da parte del Comune per l’acquisizione e quindi l’annessione al bene comune di tali costruzione”.

“L’Amministrazione di Ardea dovrebbe accelerare l’esito delle domande di condono pendenti e andare con decisione alla sistemazione dei nuclei abusivi perimetrati e che aspettano da anni le cubature per l’edificazione dei lotti non gravati da costruzioni. La legalità non è una nicchia dove mettersi al riparo evitando di lavorare per il Bene Comune. La legge è solo l’involucro formale in cui è racchiusa la realtà sociale ed il mezzo per realizzarla, e non può rappresentare la classica foglia di fico per coprire un rigido formalismo. La legalità è la difficile riflessione nel tempo per conciliare democrazia, socialità, economia e applicazione delle leggi, il tutto nella pratica di governo”.

Avvocato Francesco Falco
Presidente Associazione 
“Democrazia Partecipata e Beni Comuni”