“Chi ha il compito di proteggere il Tevere dall’inquinamento?”

14 novembre 2013 | 15:00
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“Chi ha il compito di proteggere il Tevere dall’inquinamento?”

Satta: “Se parte il progetto di navigazione è giusto parta anche un piano che combatta i rifiuti trasportati”

Il Faro on line – “Speravo ci fosse più attenzione ai problemi dell’inquinamento del Tevere nei capitoli del bilancio 2013-2015. Purtroppo, con amarezza, devo accettare l’ennesima sconfitta: non interessa a nessuno. I rifiuti che il Tevere si trascina dietro e poi abbandona inquinando il nostro mare e le nostre spiagge anche questa volta sono stati dimenticati”. E’ quanto afferma il leader della lista civica Noi Insieme, Luigi Satta che spiega: “Carcasse di animali, rifiuti di qualsiasi genere, dai frigoriferi agli alberi, passando per e chissà cos’altro ce li ritroveremo anche l’anno prossimo. Per non parlare dei carburanti che depositati dai gas di scarico delle autovetture, specialmente per le strade di Roma, arrivano nel Tevere dopo qualche abbondante pioggia. Di fronte a decine e decine di sollecitazioni nessuno però ha mosso un dito. Per carità sono passati pochi mesi per emettere sentenze e c’è un bilancio 2014 alle porte. Ma di Montino ciò che aveva colpito era stata proprio l’innovazione del programma. Qualcosa di nuovo, dove finalmente si affrontavano questioni irrisolte, inquinamento del Tevere in primis. Dopo anni c’era qualcuno che voleva mettere mano al problema dei rifiuti in sospensione, molte volte tronchi di 4-5 metri che mettono in serio pericolo le imbarcazioni rischiando di affondarle con collisioni che sono già avvenute. Non solo, l’inquinamento sta mettendo a rischio diverse specie ittiche e sta causando l’allontanamento di altre con danni all’economia della pesca e dell’indotto inimmaginabili. Se parte il progetto di navigazione sul Tevere è giusto parta anche un piano che combatta i rifiuti trasportati. Come si può immaginare di mostrare ai turisti lo scempio che galleggia sul fiume? È passato qualche anno dall’idea di progettare un ripartitore a Capo due Rami per bloccare i detriti in sospensione. Un sistema che porterebbe risultati però solo se la velocità della corrente non superasse i 2 nodi. Ma quando si aprono le dighe di Castel Giubileo la corrente supera i 6 nodi e dunque questa opera risulterebbe inefficace. È ora che l’amministrazione si ribelli e agisca investendo anche le associazioni ambientaliste, che spesso però dimenticano i veri problemi ambientali concentrandosi su quisquiglie. Di soldi ce ne sono pochi: bisogna trovare una soluzione efficace senza sprecarne. Ma qualcosa si deve fare. La lista civica Noi Insieme è pronta a sostenere il grido d’allarme delle categorie della pesca che ormai stremate stanno pensando a sit in e manifestazioni di protesta. L’ultimo disperato appiglio prima di dover chiudere baracca e burattini.