E’ morto Nelson Mandela, simbolo della lotta contro il razzismo

6 dicembre 2013 | 00:06
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E’ morto Nelson Mandela, simbolo della lotta contro il razzismo

Il Faro on line – Madiba se ne va a 95 anni. E’ stato l’eroe della lotta contro la segregazione razziale. 27 anni in carcere, primo presidente nero del Paese, primo eletto dopo il regime. Premio Nobel per la Pace. ‘Riposi in pace, Dio benedica l’Africa’, ha detto Zuma tra le lacrime. Obama lo piange: ‘E’ stato l’esempio della mia vita’.

La sua storia

Non e’ stata facile la vita affettiva di Nelson Mandela, o Madiba, come affettuosamente avrebbe imparato a chiamarlo un intero popolo: come molti altri leader ‘sposati alla causa’, l’attivita’ politica, la clandestinita’, la privazione della liberta’ hanno eretto una barriera a volte insormontabile fra il rivoluzionario e la sua famiglia. Una famiglia numerosa e ramificata come spesso in Africa, ma anche un clan tutt’altro che unito, segnato da tragedie e lutti precoci.    

Mandela ha avuto tre mogli: Evelyn Ntoko Mase (morta nel 2004), Winnie Madikizela-Mandela e Graca Machel. A 23 anni era anche scappato da un matrimonio combinato dal suo tutore, il reggente del trono Thembu, fuggendo a Johannesburg.  

Il primo matrimonio, con Evelyn Ntoko Mase, sposata nel 1944, dura 13 anni. Evelyn, testimone di Geova e allergica alla politica, non regge la convivenza con il marito rivoluzionario, che antepone sempre la lotta alla famiglia. Il divorzio arriva nel 1957. Evelyn ha accusato il marito di continui tradimenti e anche maltrattamenti. Accuse mai provate, non formalizzate nella causa di divorzio e che Mandela ha sempre negato. Da Evelyn ha avuto due figli, Madiba Thembekile (Thembi) e Makgatho Mandela; e 2 figlie, chiamate entrambe Makaziwe (la prima mori’ a 9 mesi).   Thembi peri’ in un incidente d’auto nel 1969, quando Mandela era detenuto a Robben Island. Non gli fu permesso di andare al funerale. L’altro figlio, Makgatho, mori’ di Aids nel 2005. Mandela annuncio’ pubblicamente la causa della morte, per contribuire a lottare contro il pregiudizio che in Africa circonda la malattia.   

La relazione con Winnie, sposata nel 1958, fu completamente diversa. Mandela ha adorato questa moglie fiera, intelligente, coraggiosa e determinata. Al contrario di Evelyn, Winnie a sua volta si lancia nella lotta anima e corpo. Amatissima dalle nuove leve di militanti delle township cresciute negli anni ’70 per le sue posizioni radicali e i suoi discorsi incendiari, Winnie diventa a sua volta un’icona della lotta di liberazione: la Pasionaria di Soweto, la ‘Madre della Nazione’. Ma la loro relazione e’ minata dall’oggettiva impossibilita’ di stare insieme. Dal 1962 Mandela e’ in carcere e non ne uscira’ che nel1990. Fuori, Winnie e’ perseguitata dal regime, sia perche’moglie di Mandela, sia per la sua attivita’ politica. Mandela piu’ volte ricordera’ la pena provata nel non poter proteggere la moglie e le due figlie Zeni e Zindzi.  L’11 febbraio 1990 le televisioni di tutto il mondo trasmettono le immagini di Mandela che esce dalla prigione di Victor Vester, tenendo per mano Winnie. Ma e’ un legame gia’ logorato. Negli ultimi anni feroci della lotta all’apartheid, Winnie ha messo su il Mandela United Football Club, una ‘squadretta’ di ragazzi che diventa la sua guardia del corpo e che si scoprira’ poi guidata da un informatore della polizia e responsabile di sequestri, torture, omicidi. La sua immagine si appanna, viene accusata di appropriazioni indebite di denaro. E’ processata e condannata. Si parla di amanti e tradimenti. Nel1992 c’e’ la separazione, nel 1996 il divorzio.    

Nel 1998 Mandela si sposa per la terza volta, con Graca Machel, vedova di Samora Machel, storico leader della lotta di indipendenza del Mozambico e suo primo presidente. E’ una donna colta, intelligente, che protegge la tranquillita’ e la riservatezza degli ultimi anni del leader ormai vecchio e malato. L’11 giugno 2010, un’ultima tragedia in famiglia gli aveva impedito di presenziare alla cerimonia di apertura a Johannesburg dei Mondiali di Calcio. Una adorata nipotina di 13 anni, Zenani, era morta la notte prima in un incidente d’auto, con un altro membro della famiglia, ubriaco, al volante.

A Madiba sopravvivono quattro figli, 21 nipoti e un numero crescente di bisnipoti: alcuni assai chiacchierati come Zondwa, figlio di Zindzi, controverso imprenditore.

Il film della sua vita (di Giorgio Gosetti*)

Per molti spettatori dell’ultima generazione, Nelson Mandela ha il tratto gentile, la fermezza egli occhi profondi di Morgan Freeman: cosi’ lo hanno conosciuto grazie a Clint Eastwood nel film ‘Invictus’, che per Mandela ha rappresentato una sorta di celebrazione finale, il punto d’arrivo di una vita che, da ormai piu’ di 30 anni, si e’giocata sul filo della popolarita’ mediatica.    

Rinchiuso in cella, alla testa di un partito che sognava il sovvertimento dell’apartheid e poi la riconciliazione nazionale,Mandela ha sempre saputo intercettare i segni della comunicazione moderna, apparendo tra cinema e televisione, piu’di 50 volte da protagonista: spesso con il volto di un attore e le sue idee, talora con la sua bella faccia segnata dalla battaglia politica ma rischiarata dalla passione per laliberta’.   

Di volta in volta lo hanno impersonato autentiche icone dello schermo, da Danny Glover a Sidney Poitier, dal meno conosciuto Dennis Haysbert al gia’ citato Morgan Freeman. Quel che pochi possono ricordare invece e’ che la ‘prima volta’ del combattente sudafricano sul grande schermo data ormai 1992 quando, da poco liberato dal carcere, accetto’ l’invito di Spike Lee per prendere parte alla lavorazione di ‘Malcolm X’. Interpretava un maestro di Soweto e il regista, storico propagandista della causa antisegregazionista, lo scelse come uno degli emblemi del suo lavoro dedicato a un altro grande rivoluzionario, sia pure animato da idee molto diverse.   

Protagonista mediatico in proprio (ha una faccia ideale per il piccolo e grande schermo, e la statura non altissima lo rende simile in questo a tante grandi star di Hollywood), Mandela ha poi lasciato piu’ volte che la fiction si appropriasse della sua storia: ha sempre pensato che, specie per il pubblico occidentale, televisione e cinema fossero mezzi ideali per propagandare la causa del suo popolo.

Il  primo a interessarsi della sua storia, per la verita’, e’ stato nel lontano 1966 il regista tedesco Jurgen Gosslar, che affido’ la parte del leader sudafricano a Simon Sabela per la fiction tv ‘Il processo di Rivonia’. Poi cala il silenzio della detenzione ed e’ nel 1981 che l’inglese John Morgan si occupa di Mandela in uno dei quattro episodi tv di ‘Prisoners of Conscience’. Ancora sette anni ed ecco l’attore americano Danny Glover, da sempre impegnato nelle grandi cause civili, a calarsi nei panni del detenuto politico per ‘Mandela’, scritto e diretto dallo stesso Glover.   

Arriva la liberazione e parte il negoziato con il governo sudafricano per la difficile fase di transizione tra il vecchioe il nuovo Sud Africa. E’ Sidney Poitier nel 1997 a documentarla per i telespettatori americani con il bel teledramma ‘Mandela e De Clerk’ di Joseph Sargent. Sullo schermo Poitier ha un rivale di grande carisma come Michael Caine nei panni del presidente DeClerk. Negli anni successivi Mandela, sempre piu’ spesso chiamato Bafana, diventa il ”personaggio” Mandela in racconti che hanno a che fare con la Principessa Diana, gli anni di Margaret Thatcher, il grande concerto ‘Live Aid’ a favore dell’Africa, persino un thriller sullo sfondo violento delle lotte per la liberazione nazionale (‘Drum’, del 2004).    

Poi si torna alla biografia dell’uomo e dello statista. Se ne incarica Billie August in un film dal passo televisivo che intende ricostruire gli anni del carcere e l’insegnamento quasi gandhiano di Mandela ai suoi secondini: il film e’ ‘Good Bye Bafana’ del 2007 e l’attore Dennis Haysbert si confronta con un’altra star occidentale come Joseph Fiennes nei panni del carceriere bianco.

Attualmente il cinema sembra piu’ interessato alle sorti della moglie del grande statista (due titoli su Winnie, la discussa consorte, di cui uno in preparazione), ma e’grazie al Morgan Freeman di ‘Invictus’ (2009) che gli spettatori (specie i piu’ giovani) rischiano davvero di sovrapporre il ritratto cinematografico alla realta’ della persona. Grazie a Clint Estwood infatti la mimesi tra l’attore e l’uomo politicoe’ impressionante: gesti, sorrisi, pensieri, pudori di Nelson Mandela hanno trovato in Freeman un ‘doppio’ perfetto. Tanto che persino l’altro protagonista del film, Matt Damon, un giorno ha raccontato che, nel girare l’incontro tra il rugbista bianco e lo statista di colore, si e’ confuso e per un attimo ha pensato di essere ricevuto da Mandela in persona. Potenza del cinema! (Ansa).

Le reazioni nel mondo

  Obama

“E’ stato l’esempio della mia vita”

”Abbiamo perso uno degli uomini piu’ coraggiosi e influenti dell’umanita”’: lo ha detto il presiedente Usa, Barack Obama commemorando Nelson Mandela. ”Non posso immaginare la mia vita senza l’esempio di Nelson Mandela”: lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, commuovendosi in diretta Tv.

Cameron

“Si è spenta grande luce, eroe nostro tempo”

”Una grande luce si é spenta nel mondo”. Così il premier britannico David Cameron, fra i primi leader al mondo a inchinarsi di fronte alla morte di Nelson Mandela, si e’ espresso oggi sulla figura dell’ex presidente sudafricano scomparso. ”Nelson Mandela e’ stato un eroe del nostro tempo”, ha scritto Cameron attraverso Twitter, annunciando che anche la bandiera dinanzi alla sua residenza, al numero 10 di Dowining street, e’ da stasera a mezz’asta in segno di lutto e di omaggio. ‘Sono stato uno dei milioni di persone che e’ stato ispirato da Mandela. Non posso immaginare la mia vita senza il suo esempio” afferma Obama, sottolineando che il giorno in cui Mandela ”e’ uscito dalla prigione mi ha dato l’idea di cosa si puo’ raggiungere quando si e’ guidati dalla speranza”. Mandela ha ”raggiunto piu’ di quanto ci si possa aspettare da ogni uomo. E oggi e’ tornato a casa. Fermiamoci e ringraziamo del fatto che sia vissuto”.

Ban Ki moon

“Una fonte d’ispirazione per umanità”

“Sono profondamente rattristato di apprendere della morte dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela. E’ stato un grande uomo, un gigante per la giustizia e fonte di ispirazione per l’umanita”’: lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, porgendo le sue condoglianze a tutto il Sudafrica.

Hollande

“Lottatore instancabile fece vincere democrazia”

Francois Hollande ha espresso il suo cordoglio per la morte di Nelson Mandela. “Ha fatto la storia, quella del Sud Africa e quella del mondo intero”, ha dichiarato il presidente francese in un comunicato diffuso dall’Eliseo. “Lottatore instancabile”, ha proseguito, nonostante le umiliazioni interminabili di una carcerazione durata 27 anni, e’ riuscito non solo a rovesciare un regime abietto, ma anche a riconciliare il Sud Africa e a far vincere la democrazia”.