Fiumicino, tutto il Consiglio minuto per minuto

12 dicembre 2013 | 17:37
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Fiumicino, tutto il Consiglio minuto per minuto

La cronaca di una giornata: aggredito il leader dell’opposizione, faccia a faccia tra Montino e Gonnelli. Poi accuse e minacce

Il Faro on line – Montino non si dimette. Né la maggioranza ha alcuna intenzione di “condannare” o sospendere un sindaco coinvolto in un’inchiesta ancora tutta da concludere. L’ordine del giorno presentato dall’opposizione in cui si chiede la sospensione per chi sia coinvolto in inchieste che riguardassero incarichi pubblici è stata bocciato. Da una parte i gruppi di minoranza con il Movimento 5 Stelle, dall’altra Pd, Sel, Udc, lista civica Montino e Cambiare Davvero. 

Che potesse essere un consiglio caldissimo s’era intuito subito. Sono bastati cinque minuti per incendiarlo. Ore 11 e spiccioli. Dopo un’ora di febbrili riunioni di maggioranza, il presidente del consiglio comunale Michela Califano dà la parola al sindaco Montino per chiarire la sua posizione. L’opposizione chiede “prima il codice etico”. Non si può fare. Prima il sindaco, poi l’ordine del giorno. È il caos: la minoranza “occupa” l’emiciclo mostrando cartelli con scritto “Codice etico subito”. Volano parole grosse, il consiglio è una bagarre. L’aula è strapiena, tutu contro tutti. Vengono tirati fuori striscioni in cui si chiedono “Elezioni” e “Legalità”. Il consigliere Gonnelli, viene colpito alle spalle da un rappresentante del pubblico. Succede il finimondo. Arrivano polizia e carabinieri. Dopo mezzora di caos e continue interruzioni si può ricominciare. 

Montino fa un’arringa difensiva che si basa su un tema preciso: assoluta innocenza e fiducia nella magistratura. L’opposizione chiede che si dia un segnale alla città: avere un sindaco indagato rischierebbe di creare una frattura profonda con i cittadini ormai sfiduciati dalle istituzioni. Si susseguono gli interventi. Infine quello incendiario del sindaco Montino che accusa: “Questa opposizione non può dare alcune esempio. Gonnelli si è impossessato di due cellulari del Comune”. L’ex presidente del consiglio sbotta: “Cellulari riconsegnati. Non ne ho bisogno. Si vergogni, lui è indagato per aver speso due milioni e mi accusa di due cellulari”. I due si “appiccicano”, vengono quasi alle mani. L’ordine del giorno viene bocciato. Tutti a casa.
Red