“La Tares distruggerá i redditi dei ceti popolari”

18 dicembre 2013 | 00:58
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“La Tares distruggerá i redditi dei ceti popolari”

Prc: “Così si aggrava la crisi. Serve un’altra politica fiscale ed economica”

Il Faro on line – “Gli aumenti dei tributi dovuti alo smaltimento dei rifiuti che si sono visti arrivare i cittadini di Anzio è l’ennesimo attacco ai redditi delle classi lavoratrici di questa città. Il Sindaco in campagna elettorale aveva promesso che le tasse non sarebbero aumentate, invece assistiamo ad aumenti fino al 35%. Ancora una volta sui Comuni viene scaricato il costo delle manovre fiscali centrali, ed ancora una volta sono i ceti popolari a pagarle in proporzione maggiore, visto che  simili aumenti incidono soprattutto i redditi medio bassi, relativi a persone che a malapena riescono a pagare il mutuo di casa e che vivono di stipendio. Altro salasso lo ricevono categorie come artigiani e piccoli commercianti, schiacciati dal peso della crisi e da questo aumento di tributi a cui spesso non riescono a rispondere in modo adeguato finendo per chiudere l’attività o vedendosi recapitare le cartelle esattoriali di Equitalia. La Tares sembra non fare sconti a nessuno: anche disoccupati che vivono con i genitori o i nonni vedono arrivare cifre gigantesche da pagare che getterebbero chiunque nello sconforto  La chiusura di attività commerciali è impressionante nel nostro territorio come nel resto del paese, la rabbia popolare è pienamente giustificata in questo contesto disastroso. Se poi si pensa che in Italia ci sono 120 miliardi annui di evasione – e non stiamo parlando di piccoli artigiani o commercianti che non ce la fanno più ma di evasori miliardari – mentre per i soli interessi sul debito paghiamo alle banche che hanno speculato sui titoli di stato circa 80 miliardi di Euro all’anno, la rabbia cresce. Da questi dati infatti si deduce che  le  tasse che paghiamo oltre alla Tares non vanno certo a finanziare scuole e ospedali, che infatti cadono a pezzi, ma la speculazione internazionale e i profittatori nazionali di ogni risma. Basterebbe che la Banca Centrale o la Banca d’Italia acquistasse i titoli di stato in eccedenza e questi interessi crollerebbero, se questi istituti non attuano una simile pratica è perché sono d’accordo con gli speculatori, ne tutelano gli interessi, sono una loro rappresentanza istituzionale.
Tornando alla Tares: ci sono responsabilità del Comune per questi aumenti, e per l’assenza di procedure di rateizzazione, ma tali aumenti sono anche il frutto delle politiche deflattive volute dal governo centrale e dalle manovre di austerità per fronteggiare la crisi finanziaria e rispettare i trattati europei.
Ha un bel dire il Pd nella sua protesta anti Tares contro Bruschini ma è bene che i suoi militanti riflettano: questo partito per due anni ha governato con la destra a livello nazionale e queste catastrofiche tasse sono il frutto delle scelte filo austerità compiute anche dalla sua direzione.
Se si vuole uscire dalla crisi, le politiche economiche vanno rovesciate: si disobbedisca ai trattati europei, non li si applichi, visto che si tratta di misure che tutelano solo la speculazione e non portano a nessun investimento per il lavoro; si effettui una vera patrimoniale sui redditi sopra i 700.000 euro, si usino le risorse ottenute per un piano per il lavoro basato sul recupero del territorio, sulla riduzione dell’orario di lavoro, sulla nazionalizzazione delle imprese strategiche. Qui ad Anzio il territorio ne avrebbe un gran bisogno visto lo stato di degrado in cui versano, ad esempio, le testimonianze archeologiche che abbiamo o visto in che modo le precipitazioni incidono sull’ipercementificato suolo cittadino.
Le ricchezze ci sono, ma sono mal distribuite, pur di non toccarle e non intaccare gli interessi di speculatori, banche e grandi industriali, i governi e le amministrazioni sue complici, tartassano i ceti popolari portandoli al collasso, ingenerando la spirale recessiva di cui siamo tutti vittime e testimoni. Bisogna invertire la rotta”.

Prc-FdS “Ernesto Che Guevara” – Anzio