Gil: “La gente è stanca persino di protestare. E’ qui che la crisi genera violenza”

19 dicembre 2013 | 17:27
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Gil: “La gente è stanca persino di protestare. E’ qui che la crisi genera violenza”

Russo D’Auria: “Dalle tasse nazionali alla tarsu locale, dalla distanza dei palazzi alla mancata concretezza del Comune. Ecco perchéi cittadini sono esasperati”

Il Faro on line – “Quando anche la protesta non trova più il supporto della gente, allora siamo sull’orlo di un baratro pericolosissimo. E’ infatti nel malcontento generale e diffuso che si annidano le possibili rivoluzioni, e orami ci siamo a un passo. La politica continua a deludere, a non dare risposte, a tutti i livelli. Si parlano addosso, litigano, si scontrano, e intanto lì fuori c’è un mondo che soffre, che non ha lavoro, che non ce la fa più. Le poche migliaia di persone alla manifestazione dei Forconi non sono il segnale che si sta meglio, sono la risacca che tira via l’acqua prima dello tsunami. E la responsabilità è di tutti i politici, a tutti i livelli”. L’analisi di Mario Russo D’Auria, leader di Gil (Gruppo indipendente libero per Fiumicino) è tanto lucida quanto preoccupata. “Chi vive in mezzo alla gente sente i discorsi che fa. Nessuno crede più nella politica perché da troppo tempo la politica non dà risposte. L’esempio di Fiumicino è la cartina di tornasole di una situazione generale.

Chi c’era prima non ha fatto nulla per la città – prosegue D’Auria – e chi c’è adesso nemmeno. I problemi sono rimasti gli stessi: l’economia ferma, la disoccupazione, la viabilità, la sporcizia, le tasse. I cittadini che sento io per strada questo dicono perché le vivono e lo soffrono sula propria pelle. Poi ci sono i supporter di partito, ma non è basandosi sulle loro dichiarazioni che si ha la percezione del momento tragico che stiamo vivendo. A Fiumicino ho sentito gente esasperata né più né meno come quella in piazza del Popolo. I discorsi sono gli stessi, nel piccolo come nel grande. E anzi nel piccolo sono ancora più aspri, perché se uno Stato inerte si permette di pensare a nuove tasse come soluzione ai problemi delle casse generali, non si può accettare che la stessa cosa venga fatta dal Comune, con Tarsu, autovelox, multe e altre gabelle. L’edilizia è ferma, il turismo è fermo, la cultura è ferma. Dov’è la rivoluzione promessa?

E non si venda a dire che si sta al governo da troppo poco. Quando si prende un posto di lavoro si comincia a produrre subito, e subito si prende lo stipendio. In questo caso i costi ci sono tutti, ma la produttività non c’è. E non è un discorso di destra o sinistra. Il colore non c’entra, ormai la gente ha talmente le lacrime agli occhi da non distinguere più i colori. Vuole risposte, e queste non arrivano”.