Carceri, i detenuti scendono sotto quota 7.000

2 gennaio 2014 | 16:13
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Carceri, i detenuti scendono sotto quota 7.000

Marroni: “Tenui segnali di speranza all’interno di un quadro che resta drammatico”

Il Faro on line – Per la prima volta dopo mesi i detenuti presenti nelle 14 carceri della Regione scendono sotto quota 7.000, attestandosi a 6.904, duecento in meno rispetto ad un mese fa, a fronte di una capienza regolamentare di 4.799 posti. I dati sono stati resi noti dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni secondo cui, a livello nazionale, nelle 205 carceri italiane (con 47.709 posti disponibili) i detenuti sono 62.716, circa 1.400 in meno rispetto ai 64.084 censiti il 2 dicembre scorso e con un tasso di sovraffollamento del 31%. Il Lazio si conferma, però, la terza regione italiana per numero di detenuti dopo la Lombardia (8.765 reclusi) e la Campania (7.987), con un tasso di sovraffollamento del 44%.

“Il 2013 – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni -si aprì con la condanna della Corte di Giustizia Europea sulla carceri italiane. Quest’anno, invece, la notizia è che i reclusi diminuiscono. E’ presto per affermare che la situazione sta cambiando ma, certo, questi numeri sono un tenue segnale di speranza in un quadro che resta, purtroppo, ancora drammatico”. L’ennesima spia di quanto sia tesa la situazione all’interno delle carceri italiane arriva dalla rissa scoppiata, a Capodanno, all’interno del carcere “Mammagialla” di Viterbo, che ha causato diversi feriti, fra i quali anche un agente di Polizia Penitenziaria.

“Quanto accaduto a Viterbo – ha proseguito il Garante – è una ulteriore conferma dello stato di invivibilità delle carceri dovuto soprattutto al sovraffollamento. A Viterbo, in particolare, a fronte di una capienza regolamentare di 444 posti, c’è una presenza effettiva di 705 detenuti a fronte di 444 posti disponibili, con un tasso di sovraffollamento del 58%, il doppio rispetto alla media nazionale. Bisogna dare atto alla Direzione del Carcere e alla Polizia Penitenziaria e agli operatori sanitari della struttura ospedaliera protetta di Belcolle, che stanno gestendo una situazione estremamente delicata con risorse limitate. Tuttavia si è intervenuto prontamente per fronteggiare una tensione probabilmente prodotta anche dalle festività vissute in carcere oltre ché da conflitti tra etnie diverse le cui cause al momento sono al vaglio della Magistratura”.