Russo D’Auria: “Altro che rilancio dell’economia locale. Qua siamo al collasso”

4 gennaio 2014 | 04:00
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Russo D’Auria: “Altro che rilancio dell’economia locale. Qua siamo al collasso”

Il leader di Gil: “Tutte le promesse di campagna elettorale, tutti i convegni, sono restati ancora sterili proposte. Musei e scavi chiusi, ristorazione fai da te, alberghi lasciati a se stessi. Così non andiamo da nessuna parte”

Il Faro on line – “Sono passati mesi, ma di un vero rilancio dell’economia locale non c’è traccia”. Mario Russo D’Auria, leader di Gil (Gruppo indipendente libero per Fiumicino) torna sulle questioni economiche legate alla città. “In attesa che faraoniche opere pubbliche rivoluzionino il nostro territorio – spiega Russo D’Auria – la gente di Fiumicino aspetta che vengano messe  a sistema le risorse esistenti: turismo, ristorazione, cultura. Quante volte lo abbiamo sentito dire, quanti convegni, quanti programmi elettorali. La vecchia amministrazione ci ha lasciato musei chiusi, nessun collegamento con i tour operator, gli alberghi lasciati all’autonoma capacità di pubblicizzarsi; la nuova amministrazione, dopo quasi sette mesi di governo, non ha nemmeno aperto un tavolo chiamando a raccolta gli operatori, confrontandosi con le categorie e le associazioni locali, non c’è uno straccio di road map pubblica, di linea da seguire per il futuro.

Sentiamo parlare solo di tasse, arrivano a casa le richieste per l’Ici sui terreni che sono restati non edificabili (e sul capitolo edilizia dovremmo tornarci, altro settore ormai congelato), lettere in cui ci si chiedono soldi per la tarsu aumentata del 30% (e dovremmo pure dire grazie che la stangata non è stata più forte), per il resto tutto fermo. I musei e gli scavi erano e restano chiusi, non c’è nulla oltre a qualche festicciola più o meno riuscita”.

Una fotografia impietosa… “Ma è la verità – spiega ancora Russo D’Auria -. Non ho citato nessun nome. Né quello degli assessori né quello del sindaco, perché non voglio che questo intervento sembri un attacco politico fine a se stesso. In realtà parlo della mia città, vedo le cose che servono e che mancano, so che prima non sono state fatte e registro che non sono state fatte nemmeno adesso. Neanche come inizio di un discorso futuro. E invece è quello che la gente chiede, vuole, quello di cui ha bisogno.

Se si avesse il coraggio di ammettere i propri errori, forse potremmo fare qualche passo in avanti. ma se ci si trincera sempre dietro aciò che non ha fatto la precedente amministrazione, il futuro sarà nero. C’è bisogno di un cambio di strategia, di azioni concrete; le facciano e saremo pronti ad applaudirle. Non so se continuando di questo passo la città morirà, di sicuro moriranno le famiglie, senza un’economia che consenta loro di vivere”. 
Ang.Per.