“Ecco perché diciamo di no all’inceneritore di Malagrotta”

15 gennaio 2014 | 02:16
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“Ecco perché diciamo di no all’inceneritore di Malagrotta”

I Comitati proponenti l’Assemblea contro l’impianto di smaltimento rifiuti scrivono una lettera aperta a Ministri, Sindaci e amministratori locali

Il Faro on line – Il 13 dicembre scorso, alla presenza del Presidente Zingaretti e dell’assessore Civita, la ConfServizi Lazio, società che ha già collaborato con la Regione Lazio nella redazione del vigente Piano Regionale Rifiuti, ha presentato il documento “Rifiuti e Piano Regionale nel Lazio: dallo scenario all’attuazione”. Il documento, che ad avviso degli scriventi è una semplice presa d’atto della situazione esistente sia dal punto di vista dell’impiantistica che della produzione di rifiuti, programma, in linea con l’ultimo collegato ambientale alla Legge di Stabilità di novembre 2013 e con la Circolare Orlando di agosto 2013, una simulazione di incremento della produzione dei rifiuti e della raccolta differenziata, finalizzata al raggiungimento del 65% al 2020, con le  relative e conseguenti previsioni di incremento del fabbisogno impiantistico.

E’ sulla base di questo studio che la Regione Lazio, a quanto risulta sia stato dichiarato dal Presidente Zingaretti e dall’Assessore Civita, ritiene che debba essere riavviato il gassificatore di Malagrotta, spento da settembre 2011, portando a termine anche l’ampliamento previsto a 180.000 t/a entro il 2016.

Abbiamo esaminato le tabelle elaborate dalla ConfServizi e rilevato che già dal 2019, ed ancor di più dal 2020, si creerà un surplus di capacità di incenerimento più ampio della portata del gassificatore, rendendo questo, come anche altri impianti simili, di fatto superflui. Le previsioni dello studio, inoltre, contrastano anche i contenuti del Patto per Roma firmato dall’ex Ministro Clini che prevedeva il raggiungimento del 40% di raccolta differenziata al 2013 e del 50% nel 2014.

Ma quale il vero motivo per cui sarebbe “necessario” riaccendere il gassificatore di Malagrotta?

L’impianto di Malagrotta è fermo perché, lo dice lo stesso Cerroni in una lettera al GSE, “la capacità di trattamento e la produzione di energia elettrica hanno denotato una imprevista e persistente irregolarità” dovuta ad una “variabilità dei parametri del CDR”, alle “problematiche del sistema di carico e scarico del reattore”; quindi si autodenuncia una “importante irregolarità nella produzione del syngas ”e quindi la “produzione di elettricità. è irregolare…senza la necessaria affidabilità”.

Colari in un’altra lettera al GSE del 28/7/2011 comunica che l’impianto “non è arrivato al livello di efficienza industriale atteso” e che essendo terminato il periodo ufficiale di sperimentazione della linea dimostrativa, l’impianto “verrà fermato in via definitiva a partire dal 30/9/2011”.

Quindi senza l’ampliamento della seconda e terza linea, il Gassificatore di Malagrotta non potrà essere riavviato perché non sarebbe in grado di produrre Energia Elettrica con regolarità in modo da attingere ai finanziamenti.

Il Gassificatore di Malagrotta quindi potrà essere disponibile solo nel 2016, se tutto va bene, e sarà funzionale al ciclo dei rifiuti al massimo per 3 anni; lo stesso documento Confservizi dimostra che già al 2020 ci sarà un surplus di capacità di incenerimento nel Lazio di oltre 200.000 tonn/anno, anche arrivando a quella data col passo lento sulla differenziata stabilito nel documento sopracitato.

Perchè non prevedere, e conseguentemente lavorare, per incrementeae di una percentuale superiore al 5%/anno, ipotizzato da ConfServizi, la raccolta differenziata adottando nel contempo consistenti azioni di qualità per la riduzione a monte dei rifiut, mantenendo un trend di discesa nella produzione dei rifiuti? Basterebbe questo per evitare il riavvio di questo impianto

Non abbiamo combattuto solo per ottenere la chiusura della discarica, ma per cambiare il ciclo dei rifiuti, per vedere avviata la bonifica dell’intera area, per evitare che altri inquinanti si vadano a sommare a quelli già pesantemente presenti nella Valle.

Dove arriveranno i fumi del gassificatore?

Ben oltre Malagrotta, ne siamo certi! Arriveranno a Fiumicino, a partire dai quartieri di Le Vignole e Parco Leonardo fino a Fregene e Maccarese, arriveranno a Roma nei quartieri Casalotti, Somaini, Aurelia, Santa Cecilia, Spallette, Boccea, Casetta Mattei, Corviale, Castel di Guido, Bravetta, Castel Malnome, Monte Carnevale, Ponte Malnome, Piana del Sole, Casal Lumbroso, Massimina, Malagrotta, Ponte Galeria, Monte Stallonara, Pisana, Muratella, Magliana e anche oltre tali territori.

Come si può pensare di addizionare questo ulteriore impianto, dannoso per la salute dei cittadini di Roma e Fiumicino e magari unitamente alla prevista nuova discarica di servizio di Monti dell’Ortaccio ad esso collegata, in una zona che vede già numerosi impianti e fonti di inquinamento, quali: l’obsoleto inceneritore di rifiuti ospedalieri, la discarica di Malagrotta (chiusa, ma ancora attiva con i suoi impianti di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti e biogas), impianti per il trattamento dei fanghi prodotti dai depuratori, di compostaggio, per la produzione di conglomerati bituminosi, diverse cave, un elettrodotto, la centrale elettrica Terna nonché un cementificio, un oleodotto e un metanodotto senza di menticare l’aeroporto di Fiumicino e l’autostrada Roma-Fiumicino?
I tassi di mortalità presenti tra cittadini della Valle Galeria non possono più consentire l’introduzione di nuovi impianti, nocivi alla salute loro e dei loro cari, ma solo la dismissione di quelli esistenti.

Appare irresponsabile pensare di attivare un gassificatore in adiacenza a pericolosissimi impianti, tali da far classificare l’intera zona Valle Galeria come sito a rischio di incidente rilevante soggetto ai vincoli previsti dal DLGS334/99 (la c.d. legge Seveso II), quali:

il deposito idrocarburi Sud Gas;

il deposito idrocarburi ENI – EX PRAOIL;

il deposito G.P.L. Lampogas e del deposito idrocarburi DECO;

la ex Raffineria, con i suoi impianti di stoccaggio di idrocarburi derivati.

Tali impianti, unitamente alla presenza di biogas nella adiacente discarica di Malagrotta e alla presenza e metanodotti e oleodotti che corrono lungo tutta la Valle Galeria, rendono l’adiacente gassificatore (che dovrebbe operare a pressioni maggiori di quella atmosferica) una potenziale miccia pronta ad innescare scenari terribili. L’intera area difatti è contemplata tra le 18 ad alto rischio d’Italia e per quanto possano esistere sofisticati sistemi di sicurezza niente ci da aventi tanto possibili causati ad esempio dall’errore umano e/o da eventi naturali o causati dall’uomo (caduta di un aereo ad esempio) distruttivi. Tutto questo non deve essere sottovalutato, anzi deve essere valutato attentamente, cosa che fino ad oggi non è accaduto, vedasi la questione del  piano di evacuazione mai redatto; ne esiste solo uno stralcio che riguarda solo un impianto e ed affisso dietro una porta nell’ex municipio XVI.

Come riuscirete, ci rivolgiamo in maniera particolare ai Sindaci che sono i primi responsabili della condizione di salute della popolazione del territorio che amministrano, a spiegare a questi vostri concittadini che le polveri sottili, le nanopolveri, del gassificatore non sono dannose per la loro salute, quella dei loro figli e delle generazioni future?

Le polveri ultrafini, frequenti negli inceneritori, anche in quelli definiti di “nuova generazione”, sono polveri così piccole che nessun filtro, neanche quelli migliori del nostro organismo, riesce a fermarle; la tecnologia del gassificatore di Malagrotta poi è Thermoselect,  rinominata, a causa dei ripetuti incidenti, Thermodefect! Una tecnologia naufragata in Germania con la chiusura definitiva nel 2004 dell’impianto di Karlsruhe ed in Italia di quello a Fondotoce nel lontano 1999.

Non siamo medici, ma è usando le parole di un medico che chiediamo a voi, Sindaci e Consiglieri di Roma e di Fiumicino, di esprimere con atti di consiglio la vostra netta ed irrevocabile decisione di non consentire la riaccensione del gassificatore di Malagrotta impegnandovi ad intraprendere tutte quelle azioni, anche legali, che dovessero rendersi necessarie.

Il Dottor Lorenzo Tomatis sosteneva che è essenziale valutare gli effetti avversi sulla salute degli inquinanti ambientali anche a piccole, o relativamente piccole dosi, il possibile effetto additivo fra di loro, sia che agiscano contemporaneamente che a distanza di tempo. Per questa semplice ragione dovete evitare che su un territorio già gravato da alti livelli di inquinamento venga riattivato ed implementato un impianto fonte certa di emissioni altamente tossiche e cancerogene. Non potete e non dovete dimenticare che nel piano di risanamento della qualità dell’aria attualmente vigente ed approvato con DGR n. 66 del 10/12/2009, la Città di Roma e la Città di Fiumicino sono rispettivamente classificate in zona A e Zona B, ossia zone ad altra criticità della qualità dell’aria  dove devono essere messe in campo esclusivamente azione atte a ridurre le emissioni.

Siamo convinti che le scelte delle Amministrazioni non possano mai prescindere dalla tutela della salute e dell’ambiente e che sempre vadano adottati il principio di responsabilità e di precauzione poiché come sostengono da anni i medici dell’ISDE “…quando anche per assurdo nessuno studio epidemiologico avesse evidenziato ricadute sulla salute umana, il solo fatto che gli impianti di incenerimento emettono un gran numero di inquinanti  pericolosi e persistenti rende moralmente inaccettabile continuare ad esporre le popolazioni a rischi assolutamente evitabili, date le alternative concrete esistenti”.

Abbiamo scritto molte pagine per argomentare una domanda in realtà molto semplice, che prevede solo un si oppure un no.

Assumetevi in piena coscienza la responsabilità di una risposta chiara, senza ombre ed esitazioni, da parte nostra, noi, cittadini e comitati, garantiamo che faremo di tutto per impedire che il gassificatore di Malagrotta venga riacceso.

Il 9 gennaio si è appreso da organi di stampa dell’arresto del proprietario di Malagrotta, Manlio Cerroni, assieme ad altri personaggi. Fiduciosi che la magistratura continuerà a percorrere la strada intrapresa a questo punto ci aspettiamo l’immediato ritiro dell’AIA sulla discarica, di servizio al gassificatore, di Monti dell’Ortaccio e che si metta sul gassificatore stesso venga messa la parola fine.

I Comitati proponenti l’Assemblea contro l’inceneritore di Roma/Malagrotta

Comitato Cittadini Liberi della Valle Galeria, Comitato Malagrotta, Comitato Rifiuti Zero  Fiumicino, Associazione Raggio Verde Nazionale, Comitato Allevatori e Agricoltori della Valle galeria, Popolo della Nebbia, Cittadinanza Attiva Lazio onlus, NoIncRomaNord, Comitato Fuori Pista, Massimina.it