Dubbi sulla qualità del servizio mensa, la Asl avvia le analisi

29 gennaio 2014 | 17:35
Share0
Dubbi sulla qualità del servizio mensa, la Asl avvia le analisi

La commissione mensa di Ardea 3 è intervenuta d’urgenza presso l’asilo di Pratica di Mare

Il Faro on line – Mentre la commissione mensa raggiungeva l’asilo sono arrivate le telefonate dalla scuola di S. Antonio e da quella di via Varese: stesso problema; i bambini non mangiavano il primo piatto perché di sapore sgradevole. Arrivata in pochi minuti la commissione ha potuto verificare di persona lo sgradevole odore di rancido emanato dal piatto e ancor più l’acidulo sapore del ripieno dei tortellini. Senza autorità ispettiva, né autonomia riconosciuta nell’attuare adeguate procedure di controllo e tanto meno prassi di urgenza, fin da subito il presidente della commissione ha tentato di mettersi in contatto con il dirigente dei servizi educativi che tuttavia non ha risposto al cellulare. Deve averlo fatto però rispondendo forse al Sindaco o all’assessore Petricca, che in sua vece sono stati contattati e si è premurato, loro tramite, di far sapere di aver attivato le misure necessarie, ma egual premura ha avuto nell’evitare di rispondere agli ulteriori tentativi di comunicare effettuati da parte del presidente della commissione. Commissione mensa che nel frattempo si è preoccupata di ritirare dai tre plessi altrettante confezioni integre del piatto (confezionato in atmosfera protettiva) che sono state sigillate e conservate nel frigorifero della scuola di via Varese, a disposizione dell’amministrazione comunale.Seri dubbi ha suscitato nella commissione l’etichetta apposta sulle confezioni.
“Ogni portata, separatamente confezionata, riportava identico numero di lotto. – si legge in un comunicato a firma di Mario Savarese gruppo ardeatino Amici di Grillo – Difficile immaginare come la ditta appaltatrice possa garantire attraverso quel numero una completa rintracciabilità del prodotto e per svariati motivi: primo perché, come detto, è identico per tutte le portate e in tutti i plessi i cui sono stati serviti i pasti, secondo per via della quantità di piatti prodotti: se si è disposti a credere che i tortellini provenissero tutti dallo stesso lotto (si tratta di circa 400 confezioni di tortellini secchi utilizzati), difficile è pensare a 35 Kg di prosciutto cotto provenienti da uno stesso coscio di maiale. Interpellata l’azienda i responsabili della commissione hanno richiesto i documenti di rintracciabilità della produzione del giorno, ma questi non sono mai arrivati”.