“Malagrotta, bonificare l’area e mettere in sicurezza la falda e i pendii”

30 gennaio 2014 | 01:38
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“Malagrotta, bonificare l’area e mettere in sicurezza la falda e i pendii”

Comitati e associazioni ambientaliste in prima linea: “Riaccendere l’inceneritore di Cerroni? Sicuramente non ha alcuno senso”

Il Faro on line – “Cerroni, oggi agli arresti domiciliari, ha spento quell’impianto nel settembre 2011 non perché era terminata la fase per la messa in esercizio, ma molto semplicemente perché, come già verificatosi in analoghi impianti, il gassificatore aveva problemi tecnici e non garantiva una resa produttiva adeguata. Questo il motivo per cui è necessaria la realizzazione di altre due linee. Riaccendere l’inceneritore di Cerroni? Sicuramente non ha alcun senso e chiediamo un atto del Consiglio Comunale di Roma che espliciti e formalizzi il no al riavvio di questo impianto”. E’ quanto si legge in un comunicato a firma del Comitato Cittadini Liberi della Valle Galeria, Comitato Malagrotta, Comitato Rifiuti Zero  Fiumicino, Associazione Raggio Verde Nazionale, Comitato Agricoltori ed Allevatori della Valle Galeria, Popolo della Nebbia, Cittadinanza Attiva Lazio onlus, Comitato Fuori Pista, Massimina.it.

“Chiediamo la confisca dei beni di chi ha sbagliato e che gli stessi beni vengano adoprati per risarcire ambiente e persone. Il ripristino ambientale di Monti dell’Ortaccio e Testa di Cane. La bonifica ambientale Malagrotta, messa in sicurezza di falda e pendii, abbattimento delle puzze, capping a regola d’arte e piantumazione massiva delle migliori specie arboree. La riconversione del gassificatore in un museo ambientale e lo spegnimento dell’inceneritore di rifiuti speciali ospedalieri”.

“Ricordiamo al Campidoglio, se ve ne fosse bisogno, che la Valle Galeria ospita da decenni tanti di quegli impianti da essere stata classificata zona a rischio di incidente rilevante Seveso 2, fra le 18 aree italiane ad alto rischio, che lo scempio che da Cerroni e dalle amministrazioni che negli anni si sono avvicendate al governo della regione e della Capitale produrranno danni per i decenni a venire, in alcuni casi, come per le falde acquifere, insanabile”.