Messa in sicurezza del fiume Fiora: il sindaco fa chiarezza

6 febbraio 2014 | 00:57
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Messa in sicurezza del fiume Fiora: il sindaco fa chiarezza

Caci rassicura i cittadini: “L’amministrazione che guido è in continuo contatto con la Regione Lazio”

Il Faro on line – Il Sindaco Sergio Caci, all’indomani dell’affidamento dei lavori per il completamento della sistemazione idraulica del fiume Fiora, chiarisce la posizione e le azioni intraprese dall’amministrazione comunale per il raggiungimento di un duplice obiettivo: evitare nuove esondazioni del Fiora e garantire la tutela del paesaggio.

«Le aree interessate da progetto interessano il tratto terminale del fiume Fiora e sono caratterizzate dalla presenza dei seguenti beni paesaggistici vincolati ai sensi del decreto legislativo 42/04 e s.m.i.:

–    Beni d’insieme: vaste località con valore estetico tradizionale e bellezze panoramiche
–    Corsi delle acque pubbliche
–    Costa del mare
–    Aree d’interesse archeologico già individuate
–    Beni puntuali diffusi, testimonianza dei caratteri identitari archeologici e storici e relativa fascia di rispetto di 100 metri.

E’ chiaro che l’area in cui si sta per intervenire ha un valore paesaggistico e ambientale di notevole importanza. E’ altrettanto chiaro che il pericolo di ulteriori esondazioni deve essere  scongiurato e occorre mettere in sicurezza le attività e la vita delle persone che vivono nel tratto interessato dalle opere.

Purtroppo va messo in evidenza che le opere presentate nel progetto definitivo, che sarà  posto come base di gara di appalto, prendono in considerazione solo un aspetto di quanto più volte richiesto dall’amministrazione comunale.  La sicurezza dalle esondazioni sarà certamente garantita dal muro in cemento armato di 2.40 metri circa di altezza, ma la compatibilità ambientale e paesaggistica viene completamente ignorata.

In una realtà locale dove la presenza e l’utilizzo del fiume Fiora costituiscono una ricchezza economica  capace di richiamare il turismo, non si può accettare che venga trascurato l’aspetto ambientale.

E’ interessante richiamare le prescrizioni della relazione istruttoria. Nella pronuncia di assoggettabilità a V.I.A., a pagina 10,  si dice che  “tutte le opere previste in progetto dovranno essere interessate da interventi di ingegneria naturalistica e per quanto riguarda il muro dell’argine banchinato da opere di mascheramento,  necessarie all’inserimento  delle stese nel paesaggio locale”.
Tali prescrizioni appaiono in sintonia con quanto richiesto dall’amministrazione ma non appaiono minimamente e la cosa è alquanto strana, in nessun elaborato grafico progettuale posto come documento a base d’asta.

Risulta infatti difficile mascherare 750 metri di muro in cemento armato costruito a ridosso delle attività   sorte sulle sponde e nelle immediate vicinanze del Fiume Fiora. Comunque sia, con la soluzione di mascheramento adottata non verrà rispettata la convenzione europea del paesaggio diventata legge del 9 Gennaio 2006, n. 14 Art. 1 definizioni, comma:
d) Salvaguardia dei paesaggi : indica le azioni di conservazione e di mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici  di un paesaggio, giustifica dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo di intervento umano;
e) Gestione dei paesaggi: indica le azioni volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali.

Mi preme mettere in evidenza che il progetto definitivo non ha ottemperato né le richieste della amministrazione comunale né tantomeno le direttive europee  diventate legge italiana.

In Europa, di cui anche Montalto dovrebbe far parte possono essere adottate diverse tecniche capaci di mettere in sicurezza dalle esondazioni e al tempo stesso di garantire il rispetto dell’ambiente, a cui anche il codice urbani ci invita (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio” ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137).

Alcune di queste soluzioni, costituite da paratie mobili di diversa tipologia e forma, sono state adottate anche dalla Regione Toscana: dovremmo forse pensare che in Toscana viene posto maggior attenzione al paesaggio?

Sto invitando la Regione Lazio a voler prender in considerazione quanto ho appena spiegato e a voler modificare gli elaborati a base d’asta, sostituendo il muro in cemento armato di circa 800 metri di lunghezza con le paratie mobili o altra tecnica costruttiva, in grado di garantire la conservazione del paesaggio fluviale,  così come già adottato in Europa e come tante volte comunicato all’ente regionale stesso.

Rassicuro infine i cittadini che l’amministrazione che guido è in continuo contatto con la Regione Lazio, nelle persone del consigliere Enrico Panunzi, del dirigente che si sta occupando del progetto, dott.ssa Raffaella Pepe, e con gli altri organi e uffici competenti. Nono solo, anche il ministero delle infrastrutture ed il ministero dell’ambiente, sensibilizzati dall’amministrazione comunale, stanno studiando l’argomento. Tutti dimostrano costantemente sensibilità e interesse nel risolvere le problematiche che ho sollevato più volte, a partire dal  primo giorno del mio insediamento.

La logica che seguo è quella di fare in modo che l’argine venga realizzato, in quanto opera necessaria per la messa in sicurezza dell’intero abitato di Montalto Marina, cercando di apportare tutte quelle modifiche e mitigazioni che salvaguardino l’ambiente e le attività diportistiche e turistiche insediate lungo l’ultimo tratto del fiume. Molte nuove tecniche sono nate da quando è stato fatto il progetto e devono essere prese in considerazione. Mi batterò per questo e chiederò a partiti, movimenti, associazioni e singoli cittadini di affiancarsi all’amministrazione in questa battaglia. Invito, invece chi utilizza l’argomento per fare confusione, per inventarsi procedure o cercare visibilità a cambiare atteggiamento, perché ogni contributo è il benvenuto, ma ogni polemica provocherà nei nostri interlocutori solamente rigidità e, soprattutto, non ci porterà a nessuna soluzione: perché l’argine va fatto e va realizzato bene, senza rischiare di tornare un’altra volta sott’acqua».