Porto, un coordinamento chiede il 39% delle quote della Capo d’Anzio

27 febbraio 2014 | 01:29
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Porto, un coordinamento chiede il 39% delle quote della Capo d’Anzio

“Serve anzitutto un’azione di trasparenza e legalità”

Il Faro on line – Un coordinamento tra  partiti del centrosinistra, associazioni e cittadini per chiedere che il 39% delle quote della Capo d’Anzio torni al Comune e la società che deve realizzare il porto torni ad essere completamente pubblica.

“Il 39% delle quote  – spiegano dal coordinamento – è passato in modo a dir poco singolare da Italia Navigando,  partecipata dal Ministero del Tesoro, a Mare 2 spa, nell’ambito di una scissione societaria attraverso la quale si è chiuso il contenzioso tra la stessa Italia Navigando e  l’ingegnere Renato Marconi”.

Il consiglio comunale di Anzio ha votato all’unanimità la richiesta di riacquisizione del 39%  delle quote dato che né Italia Navigando né tanto meno Mare 2 hanno ottemperato a quanto previsto dai patti parasociali, garantendo a un anno dalla concessione i finanziamenti per realizzare il porto.

“Il sindaco di Anzio, Luciano Bruschini – spiega ancora il coordinamento – non ha dato corso a quella decisione e oggi la Capo d’Anzio ha per socio Marinedi, sempre riconducibile allo stesso ingegnere, ma soprattutto ha dato vita a un’iniziativa che si pone al di fuori dell’accordo di programma sottoscritto con la Regione Lazio, alle previsioni della concessione e del progetto. Solo attraverso la stampa si è appreso che la società, usando impropriamente il nome di Marina di Anzio, intende realizzare alcuni posti nel bacino interno e che il privato è disposto addirittura a effettuare un prestito fruttuoso al Comune per proseguire nell’attività. Giova ricordare che la gara per la realizzazione del porto andata deserta non autorizza, senza modifiche degli accordi in essere con la Regione, alcuna altra operazione. Tanto meno il tentativo di far gestire a un privato (che il Comune non ha mai scelto e che non fornisce particolari garanzie) alcuna operazione”.   

“Nell’ultimo consiglio comunale due ordini del giorno, uno del centrosinistra e uno dell’opposizione di centrodestra tesi a far riacquisire le quote al Comune, sono stati bocciati dalla maggioranza che è andata contro il voto espresso a luglio dello scorso anno per ottenere di nuovo le quote”.

“Serve anzitutto un’azione di trasparenza e legalità. I bilanci della Capo d’Anzio continuano a essere nascosti dal sito del Comune e quando vengono forniti ai consiglieri comunali mancano le note integrative. Il primo obiettivo è la chiarezza – aggiungono al coordinamento – Al tempo stesso intendiamo mettere in campo ogni azione utile per arrivare alla restituzione del 39%, anche attraverso lo strumento del referendum consultivo, finora mai utilizzato ad Anzio. Un primo incontro del coordinamento ha verificato inoltre la possibilità che il referendum possa essere utilizzato anche per altre questioni (acqua, consorzio, valutazione dei dirigenti comunali, centrale di acquisto del gpl)  con l’indizione di una  giornata referendaria”.

Il coordinamento tornerà a riunirsi a breve per avviare lo studio delle diverse materie da sottoporre al consiglio comunale e ai cittadini.