Chilometri di fila…. solo per uno sguardo

21 aprile 2014 | 11:38
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Chilometri di fila…. solo per uno sguardo

Il Faro on line – Nell’antichità, anche presso quelle considerate le civiltà più progredite, gli spettacoli offerti per divertimento offrivano rappresentazioni aberranti; sembra infatti – due esempi per tutti quello della Roma antica, o le partite a “pallone” degli antichi Aztechi nelle quali il pallone era la testa del disgraziato di turno – che la gente di allora provasse un grande sollazzo nel vedere degli esseri umani venire scannati, o sbudellarsi a vicenda in combattimenti cruenti o addirittura sbranati dalle belve, con quelli che, nella rappresentazione di un suo personaggio, Carlo Verdone definiva “schizzi de sangue su ‘a cinepresa… ‘n macello totale propio!”. Oggi, nella società cosiddetta “civile” non è cambiato poi molto: gli spalti degli antichi anfiteatri hanno lasciato il posto alle poltrone di casa o del cinema e gli spettacoli, una volta dal vivo, vengono ora rappresentati sugli schermi o sulle pagine dei giornali; per fortuna ciò che era realtà nel tempo andato, oggi è quasi sempre “fiction”, ma il “desiderio della vista del sangue” animato da una “curiosità morbosa” insita nella natura umana, rimane vivo nonostante il diniego di perbenisti dell’ultima ora.

La domanda che probabilmente nasce spontanea a questo punto, è: “Che c’entra tutto questo con il Codice della Strada e con quella giustezza, motivo portante di questa rubrica?” C’entra nel momento in cui tali comportamenti dettati da quella curiosità morbosa di cui sopra, incidono sulla circolazione… e avviene più spesso di quanto si creda!

Nel Codice della Strada ci sono almeno tre articoli – 157, 158 e 161 – che prendono in considerazione alcuni fattori che potrebbero avere ripercussioni sulla circolazione veicolare, ma sono soprattutto relativi alla sosta “selvaggia”, perdita di carico o altre cose strettamente connesse con la conduzione dei mezzi; come più volte sostenuto, per motivi di “giustizia” la mancanza di buon senso (ovvero, l’idiozia) non è perseguibile e ancora una volta a scapito di quella “giustezza” che vede subirne le conseguenze il poveraccio di turno che, oltra a trovarsi nel posto sbagliato all’ora sbagliata, ha anche commesso l’errore di tardare quei pochi secondi sufficienti perché l’imbecille (o addirittura “la colonna di imbecilli”) si trovasse davanti a lui.

Accadde diverso tempo fa: la pattuglia dei vigili si trovava nella corsia interna del G.R.A. nel tratto, leggermente curvilineo verso destra, compreso tra l’entrata dalla Via del Mare e l’uscita per Ponte Galeria; traffico serrato al punto che tra un veicolo e l’altro non entrava una spilla; velocità media: “un metro al minuto”. Di tanto in tanto, tra i veicoli accodati, un lontano lampeggiante azzurro testimoniava la serietà dell’evento all’origine della situazione caotica. Ad ulteriore riprova della particolare gravità, di lì a poco un elicottero si staccava da terra (intervengono solo per lesioni gravissime richiedenti soccorsi immediati).

Nella maggior parte dei visi, il nervosismo rassegnato e – con grande “spirito di comprensione e umanità” – molte imprecazioni da parte degli “intransigenti” sulla dabbenaggine del cretino che, non sapendo guidare, aveva causato l’incidente. Lentamente, nella marcia estenuante fino al superamento del punto del sinistro, quello che era un andamento curvilineo verso destra del tratto di strada, cominciava a raddrizzarsi e… la luce lampeggiante azzurra a spostarsi! Prima leggermente a destra, cominciava a spostarsi verso il centro, man mano che la strada diventava rettilinea, poi ancora, ancora fino ad essere chiaramente visibile sulla sinistra…

State pensando la cosa giusta: l’incidente si era verificato sull’altra carreggiata, a quei tempi in quel punto del Raccordo separata dalla prima da un grande spazio – che tra l’altro aveva consentito l’atterraggio in sicurezza dell’elicottero – e il rallentamento nella corsia di marcia era determinato da quella curiosità morbosa di cui sopra che, nonostante la strada completamente libera, priva del benché minimo ostacolo e a parte un’esigua minoranza di sensati, spingeva tanti co…nducenti a rallentare nella speranza di rubare qualche immagine “forte”. Ovviamente, poiché anche l’imbecillità ha una sua coerenza, quelli che indugiavano di più, erano quegli intransigenti delle imprecazioni di cui sopra…
Paolo Boncompagni