La storia – Quando il servizio di farmacia notturna non è proprio un “servizio”

23 aprile 2014 | 01:56
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La storia – Quando il servizio di farmacia notturna non è proprio un “servizio”

Su via Portuense inutile andare di notte senza ricetta. Neanche se volete il latte per il vostro bambino piccolo che urla dalla fame

Il Faro on line – Capita, e capita spesso in Italia, che dietro all’osservanza pedissequa delle leggi divenga legittimo ciò che, guardando alla vita con spirito pratico, giusto proprio non è. E’ il caso della farmacia di via Portuense,o meglio del “servizio notturno” così come lo intende,  unica farmacia di Fiumicino che adotta questo sistema. Capita che le altre farmacie rimandino, con cartelli ben visibili, alla farmacia di turno, cioè quella di via Portuense. Capita pure che una volta che arrivi non trovi nessuno, ma un altro cartello – neanche fosse una caccia al tesoro – che rimanda ad un numero di telefono da chiamare. Se pensate che sia questa la stranezza, siete fuori strada. Su quel cartello infatti c’è scritto che saranno dati medicinali solo dietro ricetta medica.Penserete: beh, è normale. Mica si possono dare medicinali senza ricetta. E invece non è così, perché quella frase sibillina vuol dire proprio che verranno dati solo medicinali con la ricetta, cioè non verrà venduto altro che medicinali con la ricetta. 

Ma che servizio alla città è mai questo? A parte il fatto che se uno ha bisogno di un antibiotico a mezzanotte è assai improbabile che abbia già la ricetta, e il tutto dovrebbe essere a discrezione del medico farmacista (ma le dottoresse di turno non hanno il minimo di discrezionalità); ma mettiamo il caso che uno abbia un forte mal di testa e abbia bisogno di un qualsiasi farmaco da banco? Oppure, peggio ancora, una mamma che abbia improvvisamente finito il latte del pupo? La solerte farmacia di via Portuense si trincera dietro un sonoro: senza ricetta non si dà nulla.

Ma allora, viene da chiedersi, a cosa serve una farmacia notturna? A far fare solo soldi al proprietario durante il giorno oppure a offrire un servizio alla collettività? No perché, se serve alla collettività, allora nulla è più indispensabile del latte per un bambino. Che non può andare al pronto soccorso perché non sta male, non può avere la ricetta perché non chiede un farmaco, ma ha il sacrosanti diritto di poter avere il latte dall’unica farmacia notturna  di turno. Che – a mio avviso – deve avere il sacrosanto dovere di darglielo. Non perché lo dice la legge, perché lo dicono il buonsenso e la coscienza.

Eppure alla farmacia di via Portuense è proprio ciò che accade. Nulla di irregolare, per carità, tutto strettamente secondo ciò che la legge consente. Dunque munitevi di scorta di ricette se volete passare in quella farmacia quando è di turno. E non sognatevi nemmeno di chiedere di mettersi una mano sulla coscienza; quella, sul fogliettino in bella mostra nella bacheca illuminata, non è contemplata. Come si usa dire oggi sui social network: “sapevatelo”. Comune e Asl compresi, che pur non potendo avere un’incidenza diretta sull’organizzazione delle farmacie possono comunque farsi sentire, non foss’altro perché quello è – o dovrebbe essere – un servizio ai cittadini.
Che bella città Fiumicino…
Roberta Tito