Vincitori e motivazioni del premio Fregene 2014

18 agosto 2014 | 04:00
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Vincitori e motivazioni del premio Fregene 2014

Sabato 6 settembre alle ore 21 all’Arena FelliniĀ 

Il Faro on line – Con l’adesione del Presidente della Repubblica sabato 6 settembre, alle ore 21, presso l’Arena Fellini, Lungomare di Levante 50, Fregene, siĀ svolgerĆ  la cerimonia di premiazione della 36a edizione del Premio Fregene.

ā€œRingraziamo il Presidente per l’onore che ci ha voluto concedere e che rappresenta il consenso più autorevole che il Premio Fregene potesse sperare di ottenere – ha dichiarato il presidente della giuria del premio Marina Pallotta – Un premio vive della tradizione che costruisce e delle innovazioni che introduce, vive di memoria eĀ di futuro, come ogni attivitĆ  culturaleā€. E aggiunge: ā€œIn questi anni cosƬ profondamente segnati dal mutamento eĀ quindi gravidi di rischi ma anche ricchi di speranze, la cultura e la lettura hanno un ruoloĀ importante per aiutarci a comprendere e ad immaginare, ed essere parte attiva del nuovo cheĀ occorre costruire. Ogni premio, anche questo, può dare un suo contributoā€.

Alcune motivazioni ai PremiĀ 

Divulgazione culturale – Premio ā€œuna vita per la musicaā€Ā NICOLA PIOVANI – ā€œLa musica ĆØ pericolosaā€ – Rizzoli

ā€œDi mestiere fa il Musicistaā€. CosƬ inizia la biografia di Nicola Piovani, nel suo sito ufficiale,Ā precisando cosa intenda per ā€œMusicista: pianista, direttore d’orchestra, compositore di musica per ilĀ cinema e il teatro, di canzoni, di musica da camera e sinfonicaā€. E adesso, potremmo aggiungereĀ noi, anche scrittore. Autore di un libro ā€œLa musica ĆØ pericolosaā€ che ĆØ quanto di più appassionatoĀ un ā€œMusicistaā€ possa scrivere. Il titolo deriva da una convinzione di Federico Fellini: ā€œLa musicaĀ agisce a un livello cosƬ profondo e inconscio da diventare pericolosaā€. Per Nicola Piovani laĀ metafora della sublime pericolositĆ  della musica si estende alla vita. Musica anche come camminoĀ spirituale, fatto, soprattutto, di ascolto. A segnarne l’inizio, un oggetto che cambiò la vitaĀ dell’adolescente Nicola Piovani: il giradischi portatile Lesaphon Perla. Il fratello maggiore lo usavaĀ per andare alle feste da ballo ed ascoltare i Platters e Paul Anka. Lui per narcotizzarsi, a casa, con iĀ 33 giri di Bach e Beethoven. E ascoltava, ascoltava, riascoltava quelle composizioni che gliĀ regalavano inaspettati panorami dello spirito. Anche da grande ha continuato ad ascoltare perchĆ© -scrive – l’ascolto puro ĆØ uno dei tanti modi per frequentare la musica. Il libro di Nicola Piovani,Ā dalla scrittura raffinatamente semplice, ha il pregio, tra gli altri, di prendere per mano il lettore inĀ una condivisione di memorie e di sentimenti intorno alla musica. Il grande premio Oscar, autore diĀ indimenticabili colonne sonore, di musiche per il teatro, di cantate sinfoniche, di suite orchestrali,Ā smette di intimorirci con la sua genialitĆ , quando ci racconta delle sigle radiofoniche che hannoĀ scandito la sua e la nostra gioventù, quando afferma che si può segnare un’epoca scrivendo laĀ Traviata di Verdi o ā€œMarina, Marina, Marina, ti voglio al più presto sposarā€, quando confessa la suaĀ passione per le bande musicali, ereditata dal padre, e di come questa passione lo abbia spinto aĀ comporre una marcetta per uno spettacolo teatrale di Roberto Benigni, intitolata ā€œLa banda delĀ pinzimonioā€. Sigla di cui ĆØ cosƬ orgoglioso da confessare che da giovane, per molti anni,Ā fantasticava di ritrovarsi nella Treccani. La citazione diceva semplicemente: ā€œPiovani Nicola, n.Ā Roma 1946, viventeā€. Musicista compositore.
Daniela Tagliafico, Giornalista, Direttore di Rai Quirinale dal 2006 al 2013Giornalismo:Ā MASSIMO

GRAMELLINI – ā€œLa magia di un Buongiornoā€ – Longanesi
Molti giornalisti, per tentare di superare la volatilitĆ  di questa professione, scrivono libri, per essereĀ in qualche modo presenti ad un futuro che non riguardi solo gli archivi e le emeroteche.Ā Pochi riescono a diventare scrittori. Massimo Gramellini lo ĆØ. E non solo per le centinaia di migliaiaĀ di copie vendute – anche i libri di cucina o gli oroscopi ci riescono – ma per aver rivelato un’anima,Ā una scrittura, una ā€œfilosofiaā€ di vita, senz’altro da condividere, e per quel sottofondo di affettuosiĀ sentimenti e di quotidiano coraggio, di guardarsi dentro, e portare all’esterno – ad uso di tutti i lettori – una speranza, uno sguardo positivo malgrado i piccoli e grandi drammi personali e non solo, cheĀ la vita ci riserva.Ā Il suo quotidiano ragionare su fatti e persone, offerto come una buona colazione nel suoĀ ā€œBuongiornoā€ sulla prima pagina del suo giornale – La Stampa – raccolti poi in volume, ĆØ giĆ  in 5qualche modo il romanzo della vita contemporanea, come ĆØ, e come lui la guarda, animato daĀ principi obiettivamente condivisibili ma sempre espressi con grande tatto, una spolverata di ironia, eĀ un civile invito a quella piccola responsabilitĆ  morale che spesso dovremmo avere e non abbiamo.Ā Poche analisi tecniche e politiche e molto sentimento: amore, rimpianto, passione, il senso dellaĀ relativitĆ  lo portano a titoli che suonano sempre ā€œumanamenteā€ empatici: da ā€œI migliori derby dellaĀ nostra vitaā€ a ā€œIl meglio o comunque il meno peggioā€ fino ai suoi maggiori successi ā€œFai bei sogniā€Ā e ā€œL’ultima riga delle favoleā€.Ā Gramellini conosce la forza delle parole e la usa, come dire, nel ā€œbeneā€, a cominciare dalle risposteĀ date per parecchi anni alla posta del cuore dello Specchio, il magazine settimanale della Stampa.Ā Singolare sensibilitĆ  in un uomo che non ha paura a maneggiare le piccole cose, anche doloroseĀ della vita e a renderle lievi, in attesa di un altro (buon)giorno.Ā 

Paola Cacianti, Giornalista, Inviata del TG1Ā