La Bandiera Blu: croce e delizia delle attività balneari

3 giugno 2015 | 06:00
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La Bandiera Blu: croce e delizia delle attività balneari

La bandiera blu è un punto di arrivo se sono stati rispettati tutti i parametri

Il Faro on line – “Il raggiungimento dell’ambita Bandiera Blu ha portato in dote alla città di Terracina un prestigioso vessillo, riconosciuto a livello nazionale e internazionale come sinonimo di qualità dell’ambiente e dell’offerta turistica. La Bandiera Blu, che la Foundation for Environmental Education assegna alle città meritevoli, porta in dote anche una diversa classificazione di città a forte valenza turistica, che implica però un’elevazione dei costi, ad esempio, dei canoni demaniali. La polemica di queste ultime ore delle aziende balneari che operano sul territorio comunale, da una parte è legittima, soprattutto se ricondotta alla sostenuta crisi economica che lascia poco spazio all’italica fantasia dell’arrangiarsi per far quadrare alla fine della stagione i conti dei propri bilanci”. 

“Ma dall’altro versante c’è una normativa di legge che va rispettata, come la compilazione del questionario di riferimento che consegna  la possibilità di salire di categoria. Ricordo che prima dell’assegnazione della Bandiera Blu Terracina era inserita in “classe B”, ora si trova catapultata nella “classe A”. A parte le specifiche contestazioni mosse dal sindacato dei balneari dell’ITB, bisogna fare un passo indietro e aprire uno scenario che ci racconta come nel corso dei decenni le varie amministrazioni che si sono succedute alla guida del Comune, il comparto turistico della città lo hanno lasciato letteralmente allo sbando. Se andiamo a scorrere i bilanci di quelle amministrazioni, compresa l’ultima, notiamo che le poste economiche per lo sviluppo delle attività turistiche sono sempre state di poca incidenza, per una città che atavicamente si voleva a vocazione turistica. Una vocazione rimasta soltando sulla carta e le imprese balneari e turistiche operanti sul territorio sono rimaste orfane del sostegno istituzionale, tanto è vero che il sindacato dei balneari è entrato negli ultimi anni direttamente in amministrazione con un assessore espressione della categoria”.

“Non sappiamo con precisione quanto il rappresentante dei balneari abbia inciso con il suo lavoro per migliorare il turismo terracinese (e non ci si proponga in antitesi con la conquista della Bandiera Blu, perché così non è), ma al di là di eventi sportivi di nicchia, che sono stati pagati con la tassa di soggiorno, nessuna politica turistica produttiva è stata posta in essere. Nessuna iniziativa è stata realmente compiuta per indirizzare le strutture balneari e alberghiere nella formulazione di un pacchetto di offerte da proporre alle agenzie nazionali e internazionali. Come nessun coordinamento politico e amministrativo è stato compiuto in maniera strategica.In questi ultimi tempi c’è stata difficoltà anche nella ristampa degli opuscoli informativi sulla città, con una sorta di “ognuno è libero e faccia come crede opportuno”, che non ha prodotto nulla di efficace per l’economia turistica”. 

“Anzi, con la crisi galoppante e la riduzione della stagione balneare, le aziende impegnate sono oggettivamente allo stremo delle forze, mentre su queste all’orizzonte s’intravede l’arrivo di una vera e propria buriana, dal nome Bolkestein. E allora che fare? Quale percorso intraprendere per rendere competitivo un segmento importante dell’economia della città?Al di là della questione specifica che vede il giusto rammarico del sindacato del balneari della città, c’è bisogno in prospettiva futura di serrare ulteriormente le fila tra amministratori, aziende produttive, sindacati di categoria e cittadini: uniti nell’elaborare un nuovo e realistico percorso che possa far invertire nel brevissimo tempo la poco produttiva tendenza dell’ospitalità turistica terracinese. Noi siamo a disposizione di chi, con idee e forza di fare, vuole consegnare a Terracina un futuro migliore”.

Gina Cetrone