Stelle Marine Basket Ostia, intervista a Federica Sanges e Paolo Zeppilli

9 giugno 2015 | 13:30
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Stelle Marine Basket Ostia, intervista a Federica Sanges e Paolo Zeppilli

Continua il viaggio de Il Faro on line, tra i protagonisti del mezzo secolo della società lidense

Il Faro on line – Li ha incontrati al margine del Convegno “Giocare a basket in salute”, il Faro on line ed insieme a loro, ha fatto un viaggio a ritroso, nella storia dei 50 anni delle Stelle Marine. Di quei fatti particolari, di cui loro stessi sono stati pilastri e puzzle fondamentali. In questo modo, Federica Sanges e Paolo Zeppilli hanno parlato dell’esperienza in biancoverde e di quelle speciali emozioni, che solo lo sport è in grado di trasmettere. 

Entrambi appassionati di medicina, in due settori diversi, ma concordi nel curare la persona umana e soprattutto, il giovane atleta ed entrambi oggi, personaggi di riferimento e di spicco, nella medicina sportiva attuale, volentieri hanno descritto i loro inizi ed il loro forte legame, con la società sportiva lidense: “Ho iniziato a giocare a 9 anni, grazie ad un camping estivo alla Nuova Pineta – ai piedi del palco, del Teatro Manfredi, la dott.ssa Sanges, svela i suoi primi contatti con la pallacanestro – mi sono appassionata a questo sport, perché è una disciplina che si gioca in squadra”. Mentre descrive la sua storia, anche i suoi figli sono presenti e quindi aggiunge, volentieri: “E’ il motivo per cui, anche ai miei figli, cerco di trasmettere questo messaggio. E’ diverso dallo sport individuale. L’ho vissuto sulla mia pelle”. 

Per il prof. Zeppilli, invece, l’incontro con le Stelle Marine, è stato diverso ed è avvenuto, grazie a qualcuno, a lui, molto vicino: “Mi ero appena laureato e facevo la scuola di specializzazione. Non potevo più fare la pallavolo ad alto livello agonistico. Mio fratello, Enrico Zeppilli, giocava lì a basket”. E’ stata quindi, una destinazione naturale per uno dei luminari della medicina sportiva in Italia, che oggi è il Responsabile della sezione di Medicina Sportiva del Policlinico Gemelli di Roma : “Siccome, ero uno che saltava tanto, perché giocavo a pallavolo, mi fecero giocare in questa squadra, dove c’era anche Flavio Coppola, insieme a tanti altri. Ho fatto due anni, con le Stelle Marine”. 

Per la dott.ssa Sanges, che con entusiasmo, continua a raccontare della sua carriera sotto il canestro biancoverde, sono state tante le finali nazionali vissute: “I miei ricordi più belli, in assoluto. Ne ho fatte 9 in tutto, sia con le squadre di età di appartenenza, sia con le più grandi”. Sin da giovane, quindi Federica ha vestito la maglia delle Stelle Marine e moltissime sono state le sue amicizie. Tutte speciali, quelle nate sul parquet di gioco: “Sono quelle più radicate, nella mia vita. Quelle che tutt’ora sento, come più vicine. Nonostante, io non viva, qui ad Ostia”. E’ quel periodo della pallacanestro ostiense, ad unirla alle sue compagne, di allora: “Ho fatto parte della squadra e dell’annata più importante. 1973/1974. Eravamo veramente uno squadrone, enormemente forte. Ho giocato diversi anni con la Serie A2 delle Stelle Marine e poi sono andata  a Cerveteri, dove ho vinto tre campionati”.

Il Prof. Zeppilli ha un ricordo particolare, da raccontare, sotto il sole estivo e già caldo di Ostia, appena fuori al Teatro Manfredi: “Una volta segnai anche 17 punti. Di solito, ne facevo 6 o 7. Però la mia attitudine, era il salto – e c’è una particolarità, nelle parole del Direttore della Sezione Medica del Centro Tecnico di Coverciano, legata a quel Teatro del Convegno delle Stelle Marine, che tanti anni fa, era solo un cinema – ho questo ricordo straordinario. Molti di quei giocatori erano miei coetanei. Non erano solo dei players come me, ma anche persone che frequentavano la parrocchia. E’ singolare che questo convegno, sia stato svolto qui, dove una volta, c’era il Cinema Cucciolo. Venivamo qui, la domenica dopo la messa. Andavamo a vedere diversi film, tra i quali Zorro e Ombre Rosse”. Come un cerchio che si chiude, allora. A volte, il destino delle persone che gira intorno ad esperienze simili, gioca con i fatti e con le vite dei protagonisti, arricchendo quella magia, che solo storie del genere, sono in grado di trasmettere: “Ho incontrato quelle persone, in questa discussione odierna – continua a spiegare Zeppilli –  hanno avuto tanto successo ed è stato un piacere, rivederli, qui”.

All’incontro del 30 maggio, infatti, non c’era solo il dott. Zeppilli, dunque a descrivere come curare e proteggere la salute del giovane atleta, ma anche protagonisti della storia delle Stelle Marine, come naturalmente la dott.ssa Sanges, insieme anche al dott. Carlo Racani. Ed in sala, tutti gli altri, giocatori. Tutti protagonisti di allora, oggi dirigenti biancoverdi e atleti, nella propria vita. 

Federica Sanges ha terminato poi la sua carriera, lontano da Ostia, cominciando tuttavia con una maglia, che sempre resterà nel suo cuore: “Sono partita dalle Stelle Marine o poi ho proseguito a Civitanova Marche. Ho smesso di giocare tre anni fa, quando il mio piccolino aveva appena un anno. Ho fatto l’ultimo campionato. Ringraziando Dio. Sono riuscita a laurearmi, sposarmi e realizzarmi, nel mio lavoro. E sono tornata qui, in un’altra veste”. E’ stata una delle principali invitate, la biologa nutrizionista, appassionata oggi, di questo lavoro. Il Cinquantenario organizzato con grande professionalità dal Comitato Organizzatore, è stato colmo di vecchie glorie, come le presenti. Ancora la dott.ssa Federica descrive i sentimenti, che esso le trasmette: “E’ una cosa emozionantissima. Sono stati i migliori anni della mia vita. Nonostante, ci sia stato tanto altro di bello. Tuttavia, ogni volta che metto piede alle Stelle Marine, ho un milione di ricordi e di persone, che mi salgono da dentro”.

Anche al Prof. Zeppilli, le Stelle Marine non possono che donare queste sensazioni profonde. Ma anche una delle sue esperienze lavorative più importanti, lo fa e lo confessa ai lettori de Il Faro: “E’ stata sicuramente la semifinale dell’Europeo del 2000, con l’Olanda – è della Nazionale di Calcio, che parla l’ex atleta e oggi anche grande poeta di sonetti romani, Paolo e continua – era una partita persa, eravamo in dieci. Il portiere straordinario, Francesco Toldo, parò due rigori. Lo vidi tra il primo ed il secondo tempo. Gli dissi di non preoccuparsi e che avrebbe parato tutto”. E così fu. Ma accadde anche qualcos’altro di straordinario, in quella partita e fu ancora il dott. Zeppilli, a viverlo in prima persona: “Ero presente quando Francesco Totti disse, che avrebbe fatto il cucchiaio, ai calci di rigore. Stavo lì vicino e ho sentito anch’io. Tutti lo guardammo stupiti. Invece glielo fece per davvero. E’ stata la vittoria più bella”.

Fa di questi effetti lo sport, nelle persone che lo hanno vissuto direttamente. Si respira sempre la sua emozione. Dentro oppure fuori. Federica e Paolo lo hanno fatto da giocatori, come anche da professionisti del proprio settore lavorativo, dopo. Osservando quel mondo, comunque, sempre da vicino. Migliorandolo oggi, con le competenze di cui sono padroni. 
Foto : Carlo Calliari

Alessandra Giorgi