Usb: “La chiusura del Terminal 3 è la conferma della validità delle nostre denuncie”

11 giugno 2015 | 14:00
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Usb: “La chiusura del Terminal 3 è la conferma della validità delle nostre denuncie”

Il Sindacato: “La motivazione ufficiale serve a nascondere le gravi responsabilità nella gestione della vicenda”

Il Faro on line – “La decisione assunta dalla direttrice del sistema aeroporti del Lazio Enac, Patrizia Terlizzi, di ridurre l’operatività dell’aeroporto Leonardo da Vinci al 60%, è la ennesima conferma di quello che abbiamo denunciato in queste settimane: il Terminal 3 non è sicuro ed è un comportamento irresponsabile continuare a tenerlo in funzione senza che vi siano certificazioni sulle reali condizioni dell’aria”. E’ quanto si legge in un comunicato del Sindacato Usb.

“Prima occorre una bonifica di tutta l’area – prosegue il comunicato – e poi si potrà riprendere l’attività. Con stupore leggiamo sulla stampa la dichiarazione del presidente di Enac Vito Riggio che dichiara: – Dopo 35 giorni la sanità pubblica non ci riesce a dire se al Molo D c’è un rischio per la salute oppure no – E’ quanto abbiamo instancabilmente gridato in tutte queste settimane nel più completo isolamento, senza che nessuna autorità volesse ascoltarci, tanto meno la stessa dirigenza Enac che ha continuato a rassicurare circa le condizioni ambientali del Terminal”.

“Ma le centinaia di lavoratori ricoverati per intossicazione – continua il Sindacato – ed i tanti malori prodottisi tra i passeggeri non sembrano impensierire più di tanto le dirigenze di Adr e di Enac. Ora la motivazione ufficiale della riduzione delle attività è il sovraffollamento, che serve a nascondere le gravi responsabilità nella gestione di tutta questa vicenda. Cosa avrebbero dovuto fare e non hanno fatto le autorità aeroportuali?

1.Non riaprire subito le attività del Terminal ma procedere prima ad una rapida ed efficace bonifica che avrebbe messo in sicurezza sia i lavoratori che i passeggeri;

2.Pretendere l’immediato intervento delle autorità pubbliche, la Asl, per certificare rapidamente che tipo di sostanze si sono sprigionate a seguito dell’incendio, in modo da effettuare una bonifica efficace”.

Al contrario, aver riaperto con tanto irresponsabile sollecito le attività, non solo ha procurato danni alla salute dei lavoratori, non solo li ha esposti a rischi di cui ancora non conosciamo la reale entità, ma sta producendo comunque quei ritardi e quelle lungaggini che finiranno per riflettersi in modo ancora più pesante sul volume delle attività aeroportuali”.

“E’ inaccettabile – conclude Usb – che coloro che sono responsabili di non aver vigilato sull’esistenza delle condizioni di garanzia per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, motivo per cui risulta essere intervenuta la Procura di Civitavecchia sequestrando il Molo D, oggi brandiscano l’annuncio del ridimensionamento dell’aeroporto pur di spaventare lavoratori e utenza sulle conseguenze di un intervento che non doveva essere rimandato e che doveva essere programmato con il giusto anticipo”.