Santori e Schiuma: “Class Action per querelare Marino”

23 giugno 2015 | 13:00
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Santori e Schiuma: “Class Action per querelare Marino”

I Consiglieri: “Inaccettabili le parole del Sindaco”

Il Faro on line – “Abbiamo querelato Ignazio Marino per diffamazione. Le sue offese sono gravissime, non solo perché pronunciate dal sindaco di Roma, ma perché l’insulto fa chiaramente riferimento ad un vecchio detto degli anni ’70, allorquando la violenza politica prese il sopravvento: ‘Fascisti, carogne tornate nelle fogne’. Il primo cittadino dà così della ‘carogna’ a chiunque, professandosi di destra o schierandosi a destra, si permetta di ‘ergersi a scudo morale di questa società’, cioè critichi in maniera aperta il suo operato e  della sua giunta”.Lo dichiarano in una nota congiunta il consigliere regionale Fabrizio Santori e Fabio Sabbatani Schiuma, già consigliere comunale ‘Indipendente di Destra’, rispettivamente Presidente Onorario e Segretario Nazionale del movimento Riva Destra, nato come primo circolo di Alleanza Nazionale. 

“Nel comizio alla festa dell’Unità – continua la nota – è facile comprendere che egli si rivolga a tutti i ‘simpatizzanti di destra’ che si permettono di criticare il suo operato. ‘Ma non hanno vergogna, perché non tornano nelle fogne…’, dimostra inequivocabilmente l’intenzione di offendere la reputazione delle persone che esercitano il democratico diritto di critica della condotta e delle scelte di chi sta al governo di Roma.Le parole pronunciate – prosegue la nota – intrinsecamente offensive, vanno ben oltre la valutazione denigratoria e investono anche i singoli cittadini che si riconoscono in posizioni e scelte politiche differenti da quelle del partito e dei movimenti rappresentati da Marino, i quali, tutti direttamente coinvolti dalle parole gravemente diffamatorie si possono sentire danneggiati nella loro onorabilità individuale”.

Per questa ragione – conclude la nota – distribuiremo con ogni mezzo, siti internet e facebook compresi, il modello per querelare Ignazio Marino presso ogni stazione dei Carabinieri o commissariato di Polizia, in una sorta di class-action contro una diffamazione che merita una ferma risposta”.