Acqua Pubblica nel Lazio: superata l’impugnativa sulla Legge 5/2104

2 ottobre 2015 | 07:30
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Acqua Pubblica nel Lazio: superata l’impugnativa sulla Legge 5/2104

Bianchi: ”Con i comitati per la legge sugli ambiti di bacino”
Avenali: “E’ necessaria una piena applicazione in tempi certi e brevi”
Comitati: “Definire gli ambiti di bacino idrografico”

Il Faro on line – ”Siamo la prima Regione ad avere una legge sull’acqua come bene comune, e oggi rafforziamo questo principio con l’approvazione delle modifiche alla legge 5 del 2014 ribadendo la corretta gestione delle risorse idriche e la loro finalita’ pubblica. Il voto di ieri infatti permette di superare l’impugnazione del Governo di alcune parti della legge regionale sull’acqua. Senza perdere tempo in ricorsi e burocrazia, nei mesi scorsi la Giunta Zingaretti ha aperto un tavolo di confronto con l’Esecutivo per trovare una mediazione sulle competenze nazionali della gestione dei servizi idrici. Il lavoro di questo tavolo, con alcune modifiche approvate in aula, oggi diventa legge” -. è questo il commento di Daniela Bianchi, consigliere regionale del PD e componente della Commissione Sviluppo, Pmi e Agricoltura, tra i firmatari della Proposta di Legge per la definizione degli Ambiti di Bacino Idrografico.

”Manca però – prosegue Bianchi – ancora un ultimo passo per avere nel Lazio una gestione efficiente e pubblica del servizio idrico: il via libera a una legge sugli ambiti di bacino idrografico. Una novità introdotta nel Lazio che per la prima volta lega la gestione dell’acqua all’effettiva disponibilità e capacità di rigenerazione delle falde e dei bacini idrici, rispetto agli attuali Ato, definiti in base ai soli confini amministrativi. Anche su questo, come Consiglio, abbiamo preso un impegno preciso: entro 90 giorni dovrà essere approvata la proposta di legge che definisce gli Abi (Ambiti di Bacino Idrografico) già presentata nei mesi scorsi assieme ad altri consiglieri di maggioranza e opposizione”.

”Siamo pronti fin da adesso – conclude Bianchi – a lavorare gomito a gomito con associazioni e comitati per arrivare in breve tempo a rendere la legge 5/2014 uno strumento capace di migliorare l’attuale servizio idrico, evitando sprechi e cattive gestioni. L’obiettivo è dare l’accesso all’acqua a tutti i cittadini e allo stesso tempo preservare questo bene prezioso anche per le future generazioni”.

Il consigliere regionale Cristiana Avenali: “Quello di oggi rappresenta il perfezionamento di un percorso che abbiamo iniziato lo scorso anno che rende pienamente operativa la legge sull’acqua pubblica della Regione Lazio, la prima norma ad aver recepito la volonta’ popolare espressa dal referendum del 2011. Le modifiche fatte hanno corretto alcune norme riportandole nel perimetro delle competenze regionali, senza intaccare l’integrità dei principi in essa contenuti. Avvenuta l’approvazione della proposta di legge sull’acqua, con la quale la Giunta ha superato le disposizioni, impugnate dal Governo, della Legge Regionale n. 5/2014 su Tutela, governo e gestione pubblica delle acque. 

“Per questo  – conclude il Consigliere – ritengo sia stato importante il lavoro di concertazione svolto dall’assessore Refrigeri affinché venissero rispettati in pieno i principi referendari senza che la legge venisse stravolta, ed evitando l’impugnativa del Governo, come è successo per altre regioni, con il blocco conseguente della intera norma. Ora siamo pronti per applicarla pienamente, in tempi certi e con ampia partecipazione del comitato promotore della legge di iniziativa popolare, così come stabilito dall’ordine del giorno approvato dalla seduta di oggi”.

Comitati: “Dopo mesi di pressioni dei comitati sul governo regionale, il 30 settembre, sono state accolte e approvate le modifiche legge 5/2014, “Tutela, governo e gestione Pubblica delle acque”, che superano la capziosa impugnativa del Governo pur lasciando invariati i principi fondamentali del testo. Decisiva è stata la presenza costante dei rappresentanti dei comitati che hanno contribuito a sventare i tentativi di ostruzionismo e il rischio di snaturare una legge regionale che, unica in Italia, recepisce i risultati referendari del 2011, a partire della definizione del servizio idrico come servizio di interesse generale da gestire senza finalità di lucro, fino al fondo stanziato per incoraggiare la ripubblicizzazione delle gestioni in essere e che rimette al centro la partecipazione degli enti locali.

Adesso non ci sono ostacoli per procedere alla definizione degli ambiti di bacino idrografico (Abi), sulla quale i comitati hanno da mesi presentato un’articolato concreto, tradotto nella proposta di legge N° 238. Un testo in linea coerente con la normativa nazionale ed europea che garantirebbe la piena attuazione della legge 5/2014. Un testo che, però, non piace ai tifosi dell’Ato unico e della gestione unica regionale targata Acea S.p.A. Per questo la pressione dei comitati continuerà affinchè la volontà popolare venga rispettata e nessun regalo venga fatto agli imprenditori dell’acqua.