Il caso Domus Mea: la comunità chiede risposte

7 ottobre 2015 | 14:30
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Il caso Domus Mea: la comunità chiede risposte

L’associazione Domus Mea si è vista esclusa da una struttura che nel tempo ha contribuito a migliorare e valorizzare”

Il Faro on line – Il caso Domus Mea: la comunità chiede risposte: “Perché non possiamo entrare?” Al motto “insieme si può” i soci della domus mea sono tornati davanti al scuola Corradini per chiedere spiegazioni e collaborazione per trovare una soluzione alla chiusura della sede che ha interrotto una felice collaborazione tra scuola, associazione e territorio che andava avanti da trent’anni. Era il 27 agosto quando oltre cento persone, di tutte le età, nonostante il caldo e il clima vacanziero, si sono presentate davanti la media Corradini, in via Amaseno, per protestare contro la decisione della Dirigente e del Consiglio di Istituto, di non rinnovare l’uso di alcuni locali della scuola alla Domus Mea, storica associazione culturale che tanto ha offerto a Latina (tanto che la Presidente è stata insignita di onorificenza da parte del Comune qualche anno fa).

Una protesta molto sentita, appoggiata da molte altre associazioni della città e da simpatizzanti che hanno inviato diverse lettere alla Dirigente per avere spiegazioni. Anche Rinascita Civile si è resa disponibile quale interlocutrice e aveva reso pubblica la richiesta. Eppure nulla è accaduto. Nessuna risposta. I circa trecento soci della Domus Mea si sono visti esclusi, tagliati fuori in modo netto, da una struttura che essi stessi nel tempo hanno contribuito a migliorare e valorizzare con le quote sociali e la partecipazione ai corsi. Non si tratta solo delle spese (notevoli) che l’associazione ha dovuto affrontare nel corso degli anni (era ospite della scuola dal 2007) per rendere agevoli i locali e porli in sicurezza, con notevole vantaggio per la scuola stessa, che ne ha potuto usufruire nelle ore mattutine (e fino alle 15), non si tratta solo dei 500 euro d’affitto sborsati mensilmente (anche questi a vantaggio dell’utenza scolastica), ma anche dell’investimento umano.

I tanti soci hanno sempre voluto essere comunità coesa e unita, unendo quartiere e comunità scolastica, con il comune obiettivo di valorizzare l’area urbana e l’ambiente circostante con proposte culturali variegate e sempre di alto livello per tutti: dagli alunni della stessa Corradini ai più anziani che ora non hanno un posto dove andare. Una serie di servizi sono venuti a mancare e questa mancanza si fa sentire terribilmente man mano che ci si addentra nella stagione invernale e le occasioni di incontri all’aperto andranno a ridursi.

Sul numero di cellulare dell’associazione arrivano numerose telefonate al giorno. Signore che vogliono sapere se c’è speranza, famiglie che chiedono se possono iscrivere il figlio presso la sede che fino a giugno si trovava presso la Corradini. Richieste che non trovano risposta. Perché nessun tipo di risposta è mai arrivata dalla Dirigente. Quindi al momento è una chiusura ingiustificata. Basti ricordare il sopralluogo dei periti tecnici inviati da parte del Comune su richiesta della stessa Dirigente avvenuto un anno fa. Alla fine del sopralluogo gli stessi periti si sono complimentati con la Presidente dell’associazione, prof.ssa Laura Perazzotti, per come aveva saputo valorizzare i locali. Locali, ricorda la Presidente, che appartengono non all’associazione, non alla Dirigente, ma che abbiamo fatto crescere per la comunità che abita intorno alla scuola. Ma ora, senza un’associazione ben strutturata come la Domus Mea, e senza tutte le belle attività che proponeva, la comunità si disgregherà e l’utenza scolastica ne risentirà.

Chi potrà andrà altrove e la cultura (intesa in senso ampio), anziché un diritto tornerà ad essere un lusso per pochi. Potrà rientrare l’associazione Domus Mea nella scuola Corradini? Cosa ostacola il rientro? Il Comune saprà ascoltare le esigenze dei cittadini? Occorre una risposta celere. Si tratta di rispetto” – comunicato dell’associazione Domus Mea