Lions e Leo Roma Mare nel ricordo degli eroi di Kindu

23 novembre 2015 | 06:30
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Lions e Leo Roma Mare nel ricordo degli eroi di Kindu

Formisano: “L’ 11 novembre del 1961 13 aviatori in missione di pace nel Congo Belga venivano trucidati barbaramente delle popolazioni locali”

Il Faro on line – Sabato 21 novembre, come consuetudine ormai da 28 anni i Lions e Leo del Club Roma Mare insieme al Governatore del Distretto 108L Tommaso Sediari si sono uniti ai familiari dei caduti di Kindu alle autorità lionistiche, civili, militari e religiose per commemorare i martiri di Kindu, presso la stele eretta in loro onore in prossimità dell’Aeroporto Leonardo da Vinci. Il Club Roma Mare celebra questa giornata grazie all’iniziativa di Augusto Guidetti, Presidente del Club nell’annata 1987/88, che ha voluto istituire un appuntamento istituzionale in memoria di questi militari dell’aeronautica che hanno perso la vita per aiutare il prossimo.

“L’11 novembre del 1961 13 aviatori in missione di pace nel Congo Belga per conto dell’Onu, venivano trucidati barbaramente delle popolazioni locali perché scambiati per militari avversari”– ha ricordato il Generale Pilota Umberto Formisano, compagno di Accademia del Capitano Giorgio Gonelli che era alla guida della missione umanitaria. Due velivoli da trasporto dell’Aeronautica Militare, due “Vagoni volanti” C-119 della 46^ Aerobrigata di Pisa  trasportavano rifornimenti per i “caschi blu” malesi della guarnigione di Kindu. E’ dall’estate 1960 che i velivoli italiani provvedevano a circa il 70% delle esigenze di trasporto aereo del contingente Onu Una missione come tante almeno fino a quando non si consuma la tragedia. La stampa di allora riportò con sdegno e clamore la notizia dell’eccidio che peraltro venne appreso dai parenti via radio con ritardo e con notizie frammentarie. Sono passati 54 anni da quel martirio che assume oggi una valenza di particolare attualità come ha sottolineato Michela Califano intervenuta in rappresentanza della Città Metropolitana di Roma.

I fatti di Parigi infatti hanno di colpo riproposto il significato profondo della Pace e della civile convivenza e della necessità di misure di sicurezza sempre più restrittive, nonché dell’impegno straordinario di tutti coloro che sono chiamati a garantire la sicurezza dei cittadini e della Comunità. Pertanto come ha evidenziato Elia Balzarini , Presidente del Lions Club Roma Mare ci sono una serie di motivi per non dimenticare. Per il significato profondo che ha tramandare il ricordo ai nostri figli ed ai loro figli affinchè la stele di Kindu non sia unicamente un blocco di pietra.

Ed è opportuno chiedersi perché i Lions esprimono attaccamento ed interesse a questi eventi : ”perché siamo italiani” – ha ricordato Elia Balzarini – “regaliamo bandiere italiane alle istituzioni che non le hanno o sono logore, onoriamo il milite ignoto, i caduti di Nassiriya, quelli delle forze dell’ordine, tutti i caduti in divisa e non che hanno sacrificato la loto vita per il bene delle persone in difficoltà”. Violenza inutile quella di allora così come quella di oggi e di fatti più recenti che ci fanno riflettere sui rischi altissimi di coloro che sono animati da uno spirito di sacrificio e di altruismo. Morire per portare la pace è un paradosso, ma a volte purtroppo è una realtà con la quale siamo chiamati a confrontarci insieme alle nuove generazioni, a coloro che crescono  e che hanno il diritto di sapere e di conoscere il corso della storia e di episodi così cruenti come quello degli eroi di Kindu.

“Nessuno muore  del tutto finchè ci sarà qualcuno che lo ricorderà” con queste parole dello scrittore argentino Jorge Luis Borges il Generale Umberto Formisano ha reso onore ai suoi compagni di corso, ai 13 aviatori che in un giorno qualunque hanno sacrificato la loro vita nel corso di una missione di pace.