Il veterano Shindler si piazza al 32° posto nel “Britons 2015”

12 gennaio 2016 | 18:30
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Il veterano Shindler si piazza al 32° posto nel “Britons 2015”

Il presidente dell’Associazione ‘Un ricordo per la pace’ ha intervistato l’ex geniere dell’Esercito

Il Faro on line – Il veterano della seconda guerra mondiale Harry Shindler, dopo la medaglia Mbe conferitagli il 19 febbraio 2014, per il suo impegno civile e pro diritto di voto per gli espatriati britannici si piazza ora al 32° posto tra i 50 britannici che si sono distinti nel 2015 (sondaggio pubblicato sul “The Telegraph”).
La sua tenacia porterà presto un grande cambiamento per coloro che come lo stesso Shindler per vari motivi vivono da oltre 15 anni all’estero, ma che con il cuore sono vicini alla loro terra e rivendicano ancora il diritto di esprimere la propria opinione politica.

“La mia guerra non è finita!”. Spesso l’instancabile Harry ripete questa frase che da qualche anni è diventata anche il titolo di un suo libro.
Nato a Londra nel luglio 1921 vive da molti anni ad Ascoli Piceno ed è il rappresentante in Italia della “Italy Star Association 1943-1945”, l’Associazione dei veterani britannici che parteciparono alla Campagna d’Italia. Nel 1944 partecipò alle aspre operazioni belliche del 1944 nel territorio pontino aventi come finalità la liberazione di Roma. Si ricorda ancora bene i luoghi, i fatti, le dure condizioni in cui avvennero i combattimenti.

Definito “il detective della memoria” si impegna  da anni nel ricostruire le storie dei militari dispersi in Italia, rispondendo alle infinite richieste dei famigliari che ancora oggi da tutto il mondo chiedono notizie sui loro cari.

Elisa Bonacini presidente dell’Associazione apriliana “Un ricordo per la pace” ricorda il primo incontro: “Lo incontrai per la prima volta ad Anzio nel 2012 in occasione delle manifestazioni legate alla ricorrenza dello sbarco alleato. Armata di macchina fotografica e videocamera gli chiesi un intervista, che Harry gentilmente accettò di rilasciarmi il giorno seguente ad Aprilia, presso l’Istituto Rosselli, dove era ospite per la presentazione di un libro del prof. Samà.
L’auditorium dell’Istituto Rosselli già del 2008 ospitava parte dei reperti storici della seconda guerra appartenuti a mio fratello Ostilio Bonacini. La mia felicità fu grande: potevo intervistarlo proprio in quel contesto a me così caro. Mi resi subito conto della forte personalità e della tenacia nel voler trasmettere ai giovani la sua esperienza nella guerra di liberazione ed i suoi ricordi, in memoria di coloro che hanno combattuto e sono morti per liberare l’Europa da un regime bestiale. Realizzai un articolo che venne pubblicato su un giornale locale che lo rese noto anche ai cittadini apriliani. Nacque da allora una bella collaborazione con la mia Associazione “Un ricordo per la pace”. Nelle lunghe telefonate lo ascoltavo con ammirazione, facendo tesoro dei suoi consigli e suggerimenti. Insieme maturammo l’idea di fare istituire nella Città di Aprilia la data del 28 maggio, in ricordo della data (presunta) della liberazione di Aprilia nel 1944 in memoria degli aspri combattimenti che causarono tante vittime anche nella popolazione civile”.

“Nel 2013 – continua la Bonacini – volle essere presente all’inaugurazione dell’esposizione “Un ricordo per la pace” sul tema “Aprilia in guerra: la battaglia di Aprilia” donando alcuni dei suoi cimeli di guerra e le sue mostrine di soldato semplice nel Reggimento Royal Electrical and Mechanical Engineers.
Nel 2012 dopo i miei contatti con il manager di Roger Waters, con il consenso del cantante iniziò le ricerche su Eric Fletcher Waters, il padre del cantante, fino al ritrovamento delle mappe militari britanniche che permisero di scoprire il punto di Aprilia, presso via dei Pontoni (fosso della Moletta) dove morì il SottoTenente dei Fucilieri Britannici il 18 febbraio 1944.Nel novembre 2013 quale presidente dell’Associazione “Un ricordo per la pace” protocollai presso gli uffici comunali di Aprilia il nostro progetto condiviso di realizzare i monumenti ai caduti senza sepoltura del 1944 che vennero inaugurati il 17 e 18 febbraio 2014 alla presenza eccezionale di Roger Waters”.

“Non mi resta ora che esprimere la mia soddisfazione per il nuovo riconoscimento di Harry (che in questi giorni è a Londra) nel “Britons 2015” e vi propongo parte dell’intervista che realizzai nel 2012”.
“Mr. Shindler, quale è l’immagine più drammatica che i suoi occhi non avrebbero mai voluto vedere? “
“Senza dubbio per me la scena più terribile di tutta la guerra è stata quella dei bombardamenti su Londra nel 1939-40 : la mia Londra che bruciava…!”.

“Quale è l’ordine che non avrebbe mai voluto eseguire?“
“E molto difficile rispondere. Obbedire agli ordini fa parte del “gioco” della guerra. Potrei dire che un ordine che non avrei voluto accettare sarebbe stato quello di partire come militare per la guerra, ma questa logicamente è una risposta ironica, superficiale”.

“Ritiene che al giorno d’oggi le guerre siano ancora necessarie per raggiungere la pace?“
“Non è vero, come dicono molti, che le guerre siano inutili. Ci sono guerre giuste. La guerra che abbiamo combattuto noi con tanta sofferenza era giusta. Prima che cominciasse, tutta l’Europa era coperta da dittature. C’erano i campi di concentramento e di sterminio. Winston Churchill, capo del governo inglese, diceva che noi combattevamo contro il più mostruoso regime della storia, ed io sono d’accordo con lui. Dopo la guerra l’Europa è diventata democratica, i campi di concentramento non c’erano più!”.

“Ha un messaggio che vuole trasmettere alle giovani generazioni?“
“Questa libertà, conquistata al prezzo di tanta sofferenza e di tanto sangue, deve essere difesa. Voi giovani dovete difenderla. E non appena qualcuno vuole toccare un pezzo di questa libertà, ci si deve alzare in piedi e dire: No, No!!! Questo No!”.