A “lezione” d’integrazione culturale con Felix Adado

21 febbraio 2016 | 09:42
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A “lezione” d’integrazione culturale con Felix Adado

Il poeta fuggito dal Togo e ora sposato in Italia si racconta agli studenti del Caboto

Il Faro on line – L’aula magna dell’Istituto Nautico “G. Caboto” di Gaeta, ha ospitato sabato 20 febbraio, un interessante incontro con il poeta Felix Adado. Ancora una volta l’Istituto di piazza Trieste  si pone quale Ente di formazione scolastica e luogo di crescita umana e culturale dei sui studenti. Proprio dal Caboto, nel 2011, Adado ha iniziato il suo percorso finalizzato ad abbattere le barriere, a costruire ponti di fratellanza finalizzati all’integrazione razziale. La sua platea è quasi sempre composta da ragazzi con i quali instaura subito un dialogo coinvolgendoli ed invitandoli alla riflessione. Ed oggi, il mediatore culturale è tornato al “Caboto” dove ha letteralmente affascinato gli studenti intervenuti. A dare il bentornato ad Adado, il Dirigente Scolastico Salvatore Di Tucci che ha introdotto l’ospite invitando i presenti a cogliere i messaggi di pace, dialogo ed integrazione culturale.

Fuggito dal Togo per motivi personali e politici, Adado arriva in Italia nel gennaio 2005. La richiesta di asilo prima e l’ospitalità dei fratelli della chiesa Avventista, sono solo una piacevole parentesi di quelle notti trascorse alla stazione Termini di Roma e di Napoli Centrale. “La mia vita – spiega Felix – però arriva ad una svolta, dai momenti bui nasce sempre qualcosa di positivo. E proprio mentre mi preoccupavo di come avrei continuato a vivere, ho conosciuto la ragazza che ora è mia moglie” e con la quale ha messo su una splendida famiglia arricchita dalla gioia e dall’amore di tre bellissimi ed intelligentissimi bambini. Adado, si è quindi impegnato, ha imparato a parlare la nostra lingua, è autore di diverse poesie racchiuse in diverse raccolte, ha iniziato ad inserirsi con il nostro territorio che l’ha prontamente accolto, ma soprattutto ha abbracciato una giusta causa: quella di avvicinare i popoli e le culture diverse per un’integrazione possibile! E così continua ad impegnarsi con la lingua italiana definendola “la lingua che si parla in Paradiso” per quanto è bella, ed ha iniziato ad aiutare i richiedenti asilo traducendo le loro parole durante le audizioni che sostenevano presso le Commissioni per il riconoscimento della protezione internazionale.

L’incontro con Adado è quindi un’altra bella pagina che arricchisce e va ad aggiungersi non solo alla storia dell’Istituto “G. Caboto” ma di tutto il territorio.