Il Cilap sul Referendum per le Trivelle: le ragioni del Sì

11 aprile 2016 | 07:30
Share0
Il Cilap sul Referendum per le Trivelle: le ragioni del Sì

Nicoletta Teodosi, presidente: “Oggi la lotta alla povertà è fortemente unita alla tutela dell’ambiente, contro l’inquinamento, per i diritti e in particolare quello alla salute”

Il Faro on line – Il prossimo 17 aprile il popolo italiano sara’ chiamato a votare un referendum sul tema della ricerca e dell’estrazione di idrocarburi, e in particolare per fermare le trivelle in mare. “E’ la prima volta che nella storia d’Italia istituzioni e cittadini si troveranno fianco a fianco in un referendum che vuole liberare il nostro mare dalle servitu’ petrolifere e emancipare il Paese dai combustibili fossili. Infatti il referendum e’ stato chiesto da 7 Regioni italiane. Oggi la lotta alla povertà è fortemente unita alla tutela dell’ambiente, contro l’inquinamento, per i diritti e in particolare quello alla salute. Per questo noi del CILAP voteremo SI il 17 aprile. Diciamo ‘basta’ al ricatto della perdita dell’occupazione che mette contro i lavoratori che sono coinvolti direttamente e i lavoratori e cittadini che vogliono scelte alternative. Se è troppo ardita la decisione dell’Olanda di non far circolare più le vetture diesel e a benzina dal 2025, almeno che ci dicessero quale è il pano energetico nei prossimi 10 anni” – dichiara Nicoletta Teodosi presidente del Cilap.

“Chiediamo – prosegue Teodosi – per il nostro paese scelte di strategia energetica coerenti con quanto sottoscritto da 195 paesi nella recente Cop21 di Parigi, firmato anche dall’Italia: l’obiettivo di ridurre il riscaldamento globale ‘ben al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali’, con l’impegno a ‘portare avanti sforzi per limitare l’aumento di temperatura a 1,5 gradi’. E ciò può avvenire solo con la graduale limitazione dell’uso di energie fossili ed idrocarburi.Inoltre le trivelle sono il simbolo tecnologico del petrolio: vecchia energia fossile causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti, protagonismo delle grandi lobby. La vera posta in gioco di questo Referendum è quella di far esprimere gli italiani sulle scelte energetiche strategiche che deve compiere il nostro Paese, in ogni settore economico e sociale per un’economia più giusta, rinnovabile e decarbonizzata. Non dobbiamo continuare a difendere le grandi lobby petrolifere e del fossile, ma affermare la volontà dei cittadini, che vorrebbero meno inquinamento, e delle migliaia di imprese che stanno investendo sulla sostenibilità ambientale e sociale”.

“Per pochi barili di petrolio: infatti – spiega il presidente CIlap stiamo parlando, per le trivelle oggetto del referendum, del 2% di gas prodotto in Italia, dello 0,8% di petrolio, e con la possibilità di chiudere entro i prossimi 5 anni. Nel Mediterraneo, che costituisce lo 0,8% della superficie totale degli oceani, transita il 25% del traffico mondiale di idrocarburi. Ogni anno vengono sversate tra le 100 e le 150mila tonnellate di idrocarburi per operazioni di routine. In soli 22 anni a causa di 27 gravi incidenti navali 270mila tonnellate di idrocarburi sono finiti nel nostro mare. Il petrolio minaccia le economie del mare. Di pesca in Italia vivono direttamente circa 60mila persone e il nostro Paese ha la flotta peschereccia più importante in Europa, dopo Spagna e Inghilterra. Di turismo costiero vivono 47mila esercizi e l’Italia è la meta crocieristica più ambita d’Europa”.

“Al Referendum del 17 Aprile -continua Teodosi – inviteremo i cittadini a votare S’, perché vogliamo che il nostro Paese prenda con decisione la strada che ci porterà fuori dalle vecchie fonti fossili, innovi il nostro sistema produttivo, combatta con coerenza l’inquinamento e la febbre del Pianeta, e scelga le energie pulite e rinnovabili. Non si può  separare   l’esperienza di lotta alla povertà dalla tutela dell’ambiente,  difesa di tutti i diritti, primo tra tutti la salute, la vita di ogni essere, il lavoro dei pescatori, il turismo!”.