Intrigo “Cupinoro” parte terza

4 maggio 2016 | 10:01
Share0
Intrigo “Cupinoro” parte terza

Impiantistica: il cerchio si stringe!

Il Faro on line – ”Con questa puntata i Comitati Uniti concludono la trilogia di quello che sinteticamente abbiamo definito l’intrigo di Cupinoro.  Dopo l’incontro con il Commissario straordinario di Bracciano A. De Notaristefani di Vastogirardi, e la successiva audizione Pubblica da noi richiesta in regione Lazio, assente il competente assessore Buschini (ambiente) e monologo dell’ing. Tosini, siamo in grado di trarne le opportune conclusioni.Conclusioni del tutto “politiche” ma di sostanza, visto che quelle tecniche posseggono un contorno sfumato, ancora , deducibile dall’intervento dell’ing. Flaminia Tosini, però assai esaustivo sulla volontà di non mettere ancora la parola fine all’esausto eco-mostro di Cupinoro, non ritenendo necessario avviare nessuna opportuna bonifica!” – lo dichiarano i Comitati Uniti per la chiusura di Cupinoro.

“Cerchiamo di ragionare insieme:
1. Il Commissario di Bracciano dichiara che l’impianto era esausto fin dal 2004, ovvero prima che subentrasse la gestione della Bracciano Ambiente, controllata Pubblica del Comune: perché la Regione Lazio non ne ha decretata l’opportuna chiusura? – La domanda resta priva di adeguata risposta.

2. La maggiore istituzione di rimando e competente, per decretarne la fine, la messa in sicurezza e la relativa bonifica è sempre la medesima Regione Lazio, che comunque non poteva essere aliena o non sapere delle scelte, più o meno condivisibili, perpetrate in dieci anni di gestione dalla B.A., fino alla “provvisoria chiusura invaso” del 31/1/2014

3. Se, per stessa ammissione delle ultime linee d’indirizzo regionali, gli impianti a TMB, nel Lazio, sono già sovra-dimensionati secondo la minima proiezione dello sviluppo della raccolta differenziata, come mai si persevera con tale impiantistica su Cupinoro? E con il biogas che crea problemi a fronte dei Pubblici introiti o vantaggi energetici da una “finta rinnovabile”? 

4. Non è ancora chiara l’annunciata variazione, però, da impianto a Tmbsi vorrebbe passare ad una forma ibrida che permette di creare il famigerato Css (un materiale adatto, meglio di altri, a venir bruciato). E dove si “brucerà”, se è vero che non sono previsti nuovi inceneritori? In base al decreto Clini, precedente governo Monti… (quello della Fornero…) si può farlo nei cementifici…o in centrali, come quelle di Civitavecchia, Montalto o Colleferro, ad esempio.Un gioco di scatole cinesi (nel caso forse viterbesi…con gioco di parole) ai danni di già tartassate “vittime sacrificali”, teso a celare delle spese che sarebbe il caso venissero imputate ai portatori di responsabilità oggettive che si sono avvicendati nel lungo percorso”.

“Non resta che aspettare i risultati della tornata elettorale amministrativa, sia a Roma che a Bracciano, e la fissata assemblea dei creditori della B.A. (la Regione risulta essere il principale) per avere ancor meglio la quadratura del cerchio finale: chissà se la Bracciano Ambiente lascerà il testimone agli appetiti di un gruppo più “importante”?Intanto, in base alle dichiarazioni dell’ing. Tosini, ci dobbiamo “accontentare” dei rilievi ARPA del gennaio 2015: noi e non soltanto noi (stiamo riscontrando i consensi e la volontà di amministratori e “aspiranti tali in bracciano” ma soprattutto di centinaia di cittadini) vogliamo un nuovo carotaggio e prelievi ufficiali da effettuarsi nei luoghi di deposito antecedenti al 2004 –…ma forse l’unico prelievo per il sottosuolo di cupinoro che dobbiamo ottenere e’ quello della verita’” – concludono i Comitati Uniti.