Via Bombonati, i residenti: “No razzisti: ignorati dal Comune e strumentalizzati dagli altri”

19 luglio 2016 | 07:51
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Via Bombonati, i residenti: “No razzisti: ignorati dal Comune e strumentalizzati dagli altri”

“Nella nostra strada ‘senza uscita’ abitano circa 80 persone, impossibile aggiungere 50 migranti; non ci sono i parametri per un’integrazione reale”

Il Faro on line – Hanno parlato tutti sul caso del centro migranti a via Bombonati, tranne i residenti delle via, che si sono sentiti dare dei razzisti, che hanno visto strumentalizzate le loro preoccupazioni da destra e da sinistra. Hanno provato a dire la loro, ma sono sempre stati travolti dalla polemica crescente. Chi è stato intervistato dalle tv è di Fiumicino, ma non residente in via Bombonati. E allora hanno preso carta e penna e hanno scritto in esclusiva al faroonline.it, indirizzando una mail al direttore Angelo Perfetti (il primo a dare la notizia, poi diffusa da tutti, dell’arrivo dei migranti), per chiarire la propria posizione, per scrollarsi di dosso l’infamante accusa di razzismo e per chiedere alcune cose. Ecco il testo.

“Sul caso del centro migranti a Fiumicino i residenti di via Bombonati chiariscono: siamo stati tacciati di essere razzisti, ma in realtà la nostra protesta è stata strumentalizzata da alcune forze estremiste. Dunque rimettiamo a posto i tasselli di questo puzzle e spieghiamo bene.
1) nessuno ci ha informato prima, non consentendo così quella conoscenza di ciò che stava per accadere che invece rappresenta il  primo atto di una vera integrazione culturale
2) ci hanno lasciati soli a gestire l’emergenza. nessuno di coloro che gestiscono il comune si è fatto vedere la domenica prima dell’arrivo dei migranti.

Siamo disgustati da come è stata gestita la questione, quindi chiediamo:
1) di limitare a 20 i migranti da inserire in via Bombonati. stante il fatto che vi abitano meno di 100 persone, alzare a 50 il numero degli arrivi significherebbe far saltare il giusto parametro per una vera integrazione.
2) convocare un tavolo permanente di controllo su ciò che avviene dentro la struttura che veda insieme i responsabili del centro, il Comune e una delegazione dei residenti.
3) controlli sulle manifestazioni razziste che non solo rovinano la nostra immagine, ma costituiscono il vero pericolo per noi e per i migranti”.