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Associazione Dolcespiaggia: “Pali alti quanto quelli del Gra” #palidoro, il brutto che avanza

28 luglio 2016 | 19:33
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Associazione Dolcespiaggia: “Pali alti quanto quelli del Gra” #palidoro, il brutto che avanza

Sistemata una fila di cartelloni bianchi, saldamente infissi nella duna protetta. Due chilometri di pannelli metallici e addio naturalezza dell’arenile tutelato

Associazione Dolcespiaggia: “Pali alti quanto quelli del Gra” Palidoro, il brutto che avanza

Il Faro on line – Una fila di brutti cartelloni bianchi, saldamente infissi nella duna protetta della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano.
Anche davanti alla Torre Perla, alla suggestiva foce del Rio Palidoro: 2 chilometri di pannelli metallici e addio naturalezza della spiaggia tutelata.
L’impatto sul paesaggio è devastante: i cartelli spiccano nel’azzurro del cielo invadendo la linea delle dune, un effetto “muro” che richiama i confini militarizzati o le recinzioni delle carceri.

E’ l’ultima novità sull’area Nord della Riserva. Avvisi in 7 lingue: Attenzione! balneazione non sicura per mancanza del servizio di salvamento. Segnalazioni sicuramente utili e obbligatorie per legge, ma era proprio necessario invadere il paesaggio? Non sarebbero stati sufficienti avvisi presso gli accessi? L’associazione Dolcespiaggia chiede a chi di dovere se questo intervento è stato autorizzato dalla Soprintendenza e dalla Commissione di Riserva e si domanda se non si sarebbe potuto rispondere all’esigenza di segnalazione attraverso un sistema più discreto, meno impattante, congegnato all’interno di un progetto coerente.

Questa ulteriore offesa al paesaggio Litoraneo – si afferma in un comunicato – segue di qualche settimana alla inopportuna illuminazione realizzata sulla ciclabile costruita sul lungomare di Maccarese. Pali alti quanto quelli del Grande Raccordo Anulare mai autorizzati dalla Soprintendenza competente per la tutela del paesaggio.
I lampioni sono decisamente sproporzionati, sgraziati, brutti. Oltre al danno recato alla Natura da una illuminazione così alta in zona sottoposta a doppio vincolo paesaggistico, adiacente all’area 1 di Riserva (i Tumuleti di Bocca di Leone, protezione massima secondo la legge istitutiva del 1996), oltre ai costi gravosi (complessivamente la ciclabile è costata 1.800.000 euro per poco più di 2 chilometri lineari e questo tipo di illuminazione ha fatto la sua parte), tale scelta esprime ancora una volta la mancanza totale di gusto estetico da parte di chi opera sul nostro paesaggio marino».

Dolcespiaggia auspica per il futuro scelte più consapevoli da realizzare anche attraverso la consultazione aperta con i soggetti che da tempo si occupano di tutelare la Riserva, con gli esperti, con le persone competenti, con un disegno generale, un progetto condiviso.