Simav, resta il silenzio. Siamo alla terza interrogazione protocollata al Senato

7 agosto 2016 | 17:16
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Simav, resta il silenzio. Siamo alla terza interrogazione protocollata al Senato

Chiesto al Ministro il reintegro dei servizi ceduti da Adr. Nel mirino la procedura con la quale si è fatta la cessione del ramo

Il Faro on line – Sulla vertenza è stata presentata una nuova interrogazione parlamentare, siamo alla terza, stavolta a firma del senatore Massimo Cervellini, di Sel. Nonostante tutto i ministri oggetto delle interrogazioni non hanno ancora risposto. Com’è possibile? – si chiedono i lavoratori – Forse non si trovano le parole?

In questa interrogazione con dovizia di particolari e di riferimenti normativi esce fuori che Aeroporti di Roma probabilmente ha ceduto un ramo che faceva parte a tutti gli effetti della concessione dallo Stato per la gestione degli scali Romani.
Cosa ancora più assurda è che Adr pretenda un affitto sul ramo ceduto e che questo ramo sia stato affidato senza gara pubblica ad un soggetto, la Simav, che non sembra avesse i requisiti necessari. E’ scritto nero su bianco nell’interrogazione parlamentare: “All’atto della firma del contratto del 31 ottobre 2012, ed anche nel momento in cui Adr ha invitato la Simav SpA a presentare l’offerta per partecipare all’acquisizione del ramo d’azienda, quest’ultima non aveva i requisiti di cui l’articolo 13 del decreto legislativo n. 18 del 1999; a norma dell’art. 693, comma 1, del codice della navigazione di cui al regio decreto n. 327 del 1942, si ritiene che la cessione del ramo d’azienda dovesse avvenire tramite una gara d’appalto ad evidenza pubblica come da decreto legislativo n. 158 del 1995 e non tramite chiamata diretta”.
Inoltre, si chiedono i lavoratori, come è stato possibile avallare la cessione dei servizi di pronto intervento pista, neve/ghiaccio e crash aeromobile quando per legge devono essere parte integrante delle attività svolte dal gestore aeroportuale? I lavoratori sono infuriati. e non risparmiano nemmeno i sindacati. Hanno ancora nella mente il taglio di 400/500 euro al mese se non si fosse firmato il passaggio da Adr a Simav, che però non ha toccato alcuni rappresentanti delle sigle sindacali…

L’interrogazione si conclude chiedendo al Ministro se non sia il caso di imporre ad AdR il reintegro dei servizi illecitamente ceduti prima che lo faccia la magistratura con le inevitabili conseguenze di caos e di immagine.