#ardea, gli ambulanti abusivi padroni delle spiagge

22 agosto 2016 | 08:00
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#ardea, gli ambulanti abusivi padroni delle spiagge

La segnalazione del consigliere Acquarelli. Le proteste dei commercianti

Il Faro on line – Malgrado i numerosi sequestri di chincaglierie sulla spiaggia effettuati dalla municipale, restano sempre tanti i carrettini dei “vu cumprà” che circolano sulla battigia, tra la gente. A riaccendere il problema è il più votato dei consiglieri comunali, Fabrizio Acquarelli, che in un momento di relax ha potuto immortalare i numerosi venditori che toglievano anche la vista del mare ai bagnanti oltre che danneggiare i commercianti regolari che a differenza loro pagano le tasse tutto l’anno. Del resto a nulla valgono le sporadiche sortite tre durante la stagione se queste non vengono ripetute di continuo.

La maggiore preoccupazione del consigliere è per quei carrettini – tra l’altro di italiani provenienti dalla zona del napoletano – che vendono cibarie e bevande mantenute in modo non sicuro per l’igiene e la salute di chi le mangia. Un chiaro riferimento ai “grattaccheccari” ed ai “pannocchiari”, quest’ultimi in particolare servono ai bambini – con il consenso dei genitori – la pannocchia spalmata di maionese conservata sotto il sole, prodotto che se non ben conservato può causare problemi.

Per dovere di cronaca va detto che l’assiduo controllo da parte della municipale di Pomezia, coadiuvata dalle altre forze dell’ordine e soprattutto della delegazione marittima della capitaneria di porto, ha fatto si che buona parte di essi si siano trasferiti sulla litorale di Ardea. Ovviamente se Ardea adoperasse un più assiduo controllo questi si trasferirebbero altrove.

Va anche ricordato come qualche settimana fa per il “controllo” di un tratto di spiaggia c’è sta una rissa tra un cittadino di Ardea e alcuni napoletani ed extracomunitari che ritenevano loro diritto esclusivo poter usufruire a livello commerciale di quel tratto di spiaggia. Un problema, quello dei venditori ambulanti abusivi e senza permesso, come lamentano i commercianti del lungomare, che l’amministrazione non vuole o non riesce a debellare.