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Quel muro di gomma su cui sbattono i cittadini

Troppe volte i cittadini rimbalzano su un muro di gomma. E ignorare i giornali non è la scelta giusta

Quel muro di gomma su cui sbattono i cittadini

Il Faro on line (Appunti di viaggio) – Si dice che tre indizi facciano una prova. Se così è, il Comune farebbe bene a fare una verifica sulla popria capacità di dare risposte ai cittadini.

Caso n.1: via Bombonati. I residenti lamentano di non essere riusciti ad interfacciarsi con il Comune, di non avere alcuna risposta sulla questione migranti nonostante le lettere protocollate.

Caso n.2: Passo della Sentinella. Anche se proprio negli ultimi giorni c’è stato un incontro con alcuni rappresentanti e il Sindaco, ciò che lamentano i residenti è il continuo accadere cose nel loro quartiere senza che mai nessuno dall’Amministrazione li informi prima: dai carotaggi al cartello di inizio lavori per la strada argine, poi sparito nel giro di 24 ore.

Caso n.3: Morosità incolpevole. Nonostante una delibera di consiglio comunale, non solo il Comune non ha attivato alcuno strumento utile ad accedere a quei fondi, ma i cittadini che hanno provato a chiedere spiegazioni si sono trovati davanti un muro di gomma, e alle volte anche telefoni staccati.

Ne bastano tre, ma potremmo continuare, sono tante infatti le associazioni che ci segnalano l’assoluta mancanza di risposte ad ogni loro segnalazione. Se è vero che il sindaco Montino riceve i cittadini in diversi punti del territorio durante il mese, lo stesso non si può dire degli uffici comunali né – soprattutto . dell’Amministrazione nel suo declinarsi politico. E’ un modo sbagliato di approcciarsi al cittadino, che prima di tutto chiede di essere informato, vuole chiarezza. Il metodo utilizzato per la differenziata, invece, è ottimale e andrebbe replicato per ogni altra iniziativa: annunci preventivi, riunioni pedisseque, comunicazioni alla stampa, mano morbida all’inizio.

Il fatto che Fiumicino sia sommersa di rifiuti è un altro argomento, che non c’entra nulla con la giusta comunicazione fatta invece dall’Ente. Il problema è che rimane un caso isolato, mentre in tantissimi altri campi al cittadino riesce difficile interfacciarsi con l’Amministrazione. Uno sforzo in più in questo senso sarebbe doveroso, oltre che utile.

Il muro di gomma, infatti, ha stancato. E non vale solo per i cittadini, ma anche per i giornali, che spesso sono l’unico modo che i cittadini hanno per segnalare un problema; e dato che l’Amministrazione non può avere occhi e orecchie ovunque, ci pensano proprio i giornali a fare da amplificatori per questo o quel disagio. Si chiama “servizio”; e se invece di vedere sempre come “fastidio” ciò che appare sui quotidiani lo si vedesse come forma di collaborazione, senza astio né acredine, tutto sarebbe più semplice.

E’ dal Comune stesso che deve partire la cultura del dialogo, senza permalosità; altrimenti non ci si può poi lamentare del fatto che tutto si trasformi in una lotta tra fazioni. I primi a togliere i pregiudizi dovrebbero essere proprio i rappresentanti comunali, se riuscissero a percepire via Portuense non come un bunker. I mass media non sono corazzate nemiche, e i cittadini non sono soldati avversari. Se poi esiste qualcosa caso singolo, allora certo deve essere affrontato, ma ciò che va cambiato è il metodo.

In assenza di un cambio del genere ci ritroveremo per l’ennesima volta, come nel XIII secolo, a dividerci tra guelfi e ghibellini. Per chi non lo ricordasse, le parti contendenti si schieravano ora con l’imperatore ora col Papa, in modo del tutto strumentale, pur di prevalere sulla parte concorrente. Esattamente ciò che accade oggi, senza mai un briciolo di critica interna sui metodi e gli obiettivi.