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#fiumicino: in bici sì, ma non così

12 ottobre 2016 | 08:02
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#fiumicino: in bici sì, ma non così
#fiumicino: in bici sì, ma non così
#fiumicino: in bici sì, ma non così

Le ciclabili devono tenere conto della valenza naturalistica e paesaggistica dei luoghi che attraversano

#fiumicino: in bici sì, ma non così

Il Faro on line – “Il Presidio Italia Nostra Litorale Romano, Il Coordinamento Roma Ciclabile, il Forum Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio, il Comitato Dolcespiaggia esprimono apprezzamento per le manifestazioni promosse nel territorio del Comune di Fiumicino in occasione della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile 2016 e in particolare per la Biciclettata di Torre Perla del 25 settembre, nonché per l’attenzione dell’Amministrazione Comunale su questa importante tematica. Viene osservata tuttavia una inspiegabile distanza tra i principi affermati nei convegni organizzati sotto l’egida del Comune in quella occasione e i modi di realizzazione della pista ciclabile sul Lungomare di Maccarese, da poco inaugurato, caratterizzata purtroppo da un forte impatto ambientale, da una scarsa funzionalità, e da un costo eccessivo” – è quanto dichiarano in una nota le associazioni.

“La Biciclettata di Torre Perla di Passoscuro-Palidoro, giunta alla terza edizione, ha portato ancora una volta l’attenzione su quanto sia importante una progettazione condivisa e non calata dall’alto, sfruttando preferibilmente i percorsi già esistenti, portando le vie ciclopedonali all’interno dei centri abitati in modo da favorire il turismo, evitando invece strutture pesanti e costose. La manifestazione ha peraltro nuovamente cercato di dare visibilità all’area Nord della Riserva, ricchissima di presenze importanti spesso trascurate. Per il Lungomare di Maccarese i nostri esperti avevano suggerito una semplice pista in terra battuta, da realizzare lungo la recinzione dei Tumuleti di Bocca di Leone, area 1 (massima protezione) della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano. Questo avrebbe consentito ai ciclisti di muoversi in piena sicurezza costeggiando la macchia mediterranea”.

La pista – continua la nota – è stata realizzata invece al confine con gli stabilimenti balneari, così in 2 chilometri e mezzo i ciclisti devono attraversare una cinquantina di varchi (gli accessi alle strutture balneari), rischiando incidenti, trovandosi peraltro per tutto il percorso con il lungomuro degli stabilimenti da un lato e con le macchine in transito dall’altra, non potendo vedere né la macchia mediterranea né il mare. Un intervento costato finora la bellezza di 1 milione e 29mila euro, con un mega impianto di illuminazione di 90 pali di altezza smisurata, costruito senza l’approvazione della Soprintendenza, in un un’area sottoposta a doppio vincolo paesaggistico e limitrofa alla Riserva”.

In bici sì! Perché siamo forti sostenitori della mobilità dolce, dei percorsi ciclopedonali, dei sentieri, della combinazione treno-bicicletta, ma anche dei mercati a chilometro zero; di tutte quelle modalità che producono risparmio delle risorse, che non inquinano, che consentono una fruizione migliore del paesaggio e delle ricchezze del nostro territorio. Progettare itinerari ciclo-pedonali è fondamentale per evitare rischi per i ciclisti (ricordiamo i recenti incidenti mortali sulla Via Aurelia) e per partecipare alla Ciclovia Tirrenica e ai Cammini Giubilari”.

Ma non così! Non come sul Lungomare di Maccarese! Perché le ciclabili devono tenere conto della valenza naturalistica e paesaggistica dei luoghi che attraversano, garantire fruibilità sicura, senza trascurare la gradevolezza del percorso. Auspichiamo che quel modello sia per sempre abbandonato dall’Amministrazione nel suo apprezzatissimo progetto di completare i 24 chilometri di ciclabile litoranea. Chiediamo che di volta in volta di scelga, con l’ausilio di esperti qualificati e nell’interesse della collettività, la soluzione più adatta ai singoli luoghi” – concludono i comitati.