#ostia, Mare Libero: “Basta “spiaggiopoli”

17 ottobre 2016 | 14:13
Share0
#ostia, Mare Libero: “Basta “spiaggiopoli”

L’Associazione: “Dal Municipio sciolto per mafia denunciamo da tempo abusi e proroghe illegittime avvenute sul nostro Demanio Marittimo”

#ostia, Mare Libero: “Basta “spiaggiopoli”

Il Faro on line – “Associazione Mare Libero chiede all’Anac di intervenire sull’ illegittima gestione del Bene Pubblico più ignorato e redditizio non solo della Capitale, ma del nostro Paese: il nostro unico e solo affaccio sul Mare. Mentre nell’ambito di Mafia Capitale si indaga su connessioni tra politica e dirigenza, con cooperative e imprese che si sono viste assegnare per anni appalti e gare truccate, dal Municipio sciolto per mafia denunciamo da tempo abusi e proroghe illegittime avvenute sul nostro Demanio Marittimo” – è quanto dichiara in un comunicato l’associazione Mare Libero.

“Parliamo di 7.500km di costa: la distanza che c’è tra Roma e Pechino, da anni tolti ad ogni gara di evidenza pubblica e riassegnati sempre agli stessi favoriti “Interlocutori ” dello Stato, violando prima leggi Nazionali e poi direttive Europee.
In cambio di cosa e perché, non è ancora emerso, ma i danni causati da questa “Spiaggiopoli” sono invece evidenti: non solo infiltrazioni della criminalità organizzata, ma anche ingentissimi danni erariali e Ambientali di cui parte lesa sono 60.000.000 di cittadini ignari”.

Il Magistrato Sabella, che nel Municipio sciolto per Mafia aveva avviato lo scorso anno indagine sulle concessioni del Mare della Capitale, aveva rilevato prima del suo allontanamento, tra i diversi abusi, migliaia di chilometri di spiaggia “regalati” su diverse concessioni: dalla verifica delle determine illegittime come quelle sottoscritte dall’ ex Dir. del Demanio Biazzo e già sottoposte a condanna per i danni provocati,(anche per non aver rimesso a gara quelle concessioni), abbiamo evinto e denunciato da più di un anno che gli abusi e l’entità del danno reale non è stato accertato neanche allora: per esempio i 28.000 mq in più di spiaggia in “dono”ad uno dei fortunati concessionari che hanno goduto di quelle determine”.

“Ora che la Corte Ue ha dato il suo parere di illegittimità sulle Proroghe italiane, il presidente di Federbalneari Italia, dott. Papagni ( ma non solo lui), forte del Ddl in corso di approvazione, non solo si dice pronto all’avvio dei Bandi Pubblici, perché favorire investimenti, valore aziendale e professionalità storica, metterebbe in una “Botte di ferro” come sempre i soliti interlocutori ma, cosa ancora più grave, a commento dei controlli sul demanio afferma che, se si andasse a verificare su scala nazionale, emergerebbero le stesse “problematiche”.

Conoscendo la gravità degli abusi rimasti ancora impuniti sul nostro mare e i danni erariali già provocati dalle tante proroghe e determine, che in alcuni casi non hanno mai calcolato neanche la reale estensione delle spiagge date in concessione, ( che il dott. Papagni riduce a semplici problemi) abbiamo inviato non solo petizione all’ Anac affinché nei futuri Bandi non vengano favoriti in alcun modo attraverso indennizzi i soliti interlocutori, tantomeno i cementificatori di sempre e sopratutto venga impedito a chi ha abusato del bene pubblico di partecipare alle gare. Per permettere di accelerare i tempi di tali verifiche abbiamo quindi anticipato la proposta che venga creato un organo di supervisione dall’Anac che coadiuvi tutti gli enti imputati ai controlli sul demanio, compresi gli uffici del Demanio stesso e il dipartimento ambiente”.

Come ha ricordato il dott. Sabella, primo strumento di prossimità dei cittadini sono le amministrazioni e, visti i tempi allungati della procura tra prescrizioni e ricorsi, chi ha abusato del nostro bene difficilmente sarà condannato per i reati commessi si rende necessario quindi che siano le amministrazioni a farsi carico dell’avvio delle immediate decadenze delle concessioni, laddove sia accertata la violazione dell’interesse pubblico sulle stesse, estromettendo quindi dai futuri bandi chi ha già abusato fin troppo del nostro Patrimonio pubblico. I muri più importanti dai quali liberarlo infatti, come ricordiamo sempre, non sono solo quelli fatti di cemento” – conclude la nota.