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No Roma 2024, Malago’: “Cio diffidente, nei confronti dei politici italiani e di chi, ha cambiato idea”

21 ottobre 2016 | 16:59
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No Roma 2024, Malago’: “Cio diffidente, nei confronti dei politici italiani e di chi, ha cambiato idea”
No Roma 2024, Malago’: “Cio diffidente, nei confronti dei politici italiani e di chi, ha cambiato idea”
No Roma 2024, Malago’: “Cio diffidente, nei confronti dei politici italiani e di chi, ha cambiato idea”

Soldi investiti non recuperabili. La delusione di Elisa Di Francisca ed il sogno di Milano 2028. Prima bisogna recuperare credibilità internazionale

No Roma 2024, Malago’: “Cio diffidente, nei confronti dei politici italiani e di chi, ha cambiato idea”

Il Faro on line – Resta una profonda cicatrice, nel cuore dello sport italiano, dopo la rinuncia alla candidatura di Roma 2024. Il progetto olimpico, come era stato comunicato nel dossier e come avevano testimoniato tutte le istituzioni sportive e politiche coinvolte, tranne Roma Capitale, per parola della Sindaca Raggi, sarebbe stato un volano economico importante.

Malagò: siamo arrivati a fine corsa. La mia commozione era qualcosa di peggio
Dopo il no della prima cittadina di Roma, motivato dal timore di quei debiti, che avrebbero potuto soffocare la Capitale, prima e post Olimpiade, qualora il Cio l’avesse assegnata a Roma, il Coni aveva cercato in tutti i modi, di trovare una soluzione. E c’era stato un piano B nell’aria, ma Malagò, come spesso sottolineato, ha preferito non seguire questa strada, per quell’appoggio perso al Comitato Internazionale: “Non ci votano più”. Aveva dichiarato Malagò, alla Sala d’Onore del Coni, il giorno della comunicazione ufficiale della rinuncia. Ed è tornato, a parlare di questo, la prima figura dello sport italiano. Lo ha fatto a Radio 24: “L’alternativa era portare avanti la candidatura di Roma, a prescindere dal Comune. L’abbiamo scartata. Siamo arrivati a fine corsa”. Tanta l’amarezza, nelle parole di Malagò. Come quella commozione sempre presente, sul suo volto. Sia nel suo primo intervento, lo scorso 21 settembre, in risposta al no fermo e freddo della Raggi, che nel secondo incontro con la stampa, l’11 ottobre. Non può che reagire così, un uomo di sport, che per forza di cose, deve rinunciare ad un sogno: “Non ho pianto. Mi sono commosso – ha detto Malagò, a Radio 24, proseguendo – non erano lacrime. Forse, era qualcosa di peggio. Io ci ho sperato fino all’ultimo”.

Elisa Di Francisca: occasione persa. Spero che Roma possa migliorare, anche senza giochi
Non è stato il solo Malagò, a farlo. Con lui, anche tutto il mondo dello sport ha corso fino all’ultimo, come un grande atleta unico, dal cuore pieno, di quei tanti, che sognavano le Olimpiadi a Roma: “E’ un’occasione persa – ha dichiarato la campionessa olimpica di fioretto, 2016, Elisa Di Francisca, al Forum Sport e Business – sarebbe stato bello, organizzarle. Gli italiani si sarebbero avvicinati di più, allo sport”. E pensa che la Sindaca di Roma abbia avuto sicuramente, le sue buone ragioni, per dire no: “Le dico di fare qualcosa per Roma. Da cittadina, vivo delle mancanze. Spero che la città possa migliorare lo stesso, anche senza una Olimpiade”.

13 milioni di euro investiti, non più recuperabili e i dubbi sul nuovo stadio della Roma
Fa un bilancio anche economico, Giovanni Malagò a Radio 24. Dichiara che sino ad ora, nell’anno e mezzo, in cui la candidatura è stata in piedi, il costo della macchina promozionale ammonta a 13 milioni di euro: “Spese non recuperabili”. E fa emergere dei dubbi, per quanto riguarda, la costruzione del nuovo stadio della Roma, a Tor di Valle: “Viste le motivazioni date, in tema di Olimpiadi, credo onestamente che sullo stadio giallorosso, ci sia qualche contraddizione. Sono un fautore di ogni realizzazione di infrastrutture sportive. Non mi voglio occupare di cubature. Dico solo che, ogni società deve avere il suo stadio”. Tuttavia, un raggio di luce è arrivato dal Cio, nonostante la rinuncia alla corsa verso i Giochi del 2024. La lettera di Thomas Bach, a Malagò, in risposta a quella del Presidente del Coni, che confermava l’interruzione alla candidatura, ha confermato gli eccellenti rapporti tra il Coni ed il Cio stesso.

Prima il recupero della credibilità politica al Cio e dopo una nuova candidatura
Può diventare allora una speranza grande da coltivare, quella di una prossima candidatura italiana, che tuttavia, secondo il Presidente del Coni, sarà molto difficile negli anni, da progettare: “Difficile dirlo – ha dichiarato, commentando un paventato sogno su Milano 2028 – bisogna capire cosa accadrà nel 2024. Oggi bisogna recuperare credibilità a livello internazionale”. Se le Olimpiadi andassero a Los Angeles, per i meccanismi di assegnazione, tra i diversi continenti, allora forse si potrebbe pensare a Milano. Ma adesso, come Malagò sottolinea, la cosa più importante è dover recuperare fiducia, dal Cio. Soprattutto, nel campo della politica italiana: “Il Cio è diventato diffidente, nei confronti dei politici italiani e di chi, ha cambiato idea”.